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JANIS : UN TRIBUTO BEN RIUSCITO
1 Settembre, 2015
Ci sono voluti otto anni alla regista Amy Berg per recuperare il materiale e realizzare Janis, il documentario sulla vita di una delle più belle voci femminili mai esistite.
Il risultato è un lavoro certosino di selezione di contenuti, immagini, tracce audio e video rarissimi.
E’ un bel omaggio a Janis Joplin quello presentato dalla capace Berg che non si limita a raccontare la Joplin del palco e dei backstage, ma la caratterizza anche in modo intimistico presentando la Joplin in tutta la sua complessità. E lo fa senza mai caratterizzarla e tanto meno dare giudizi.
Il rischio che questo documentario si trasformasse in un prodotto mediocre c’era e in tanti forse, non appena si è sparsa la voce che questo“film” sarebbe stato presentato alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, avranno pensato al peggio. Per i pessimisti questa volta è andata male: Janis non è il solito altarino per ricordare il grande artista scomparso.
L’unico altare – se proprio dovessimo prenderne in considerazione uno- è quello su cui fare salireAmy Berg, che con questo lavoro conferma di saper realizzare in modo eccellente questo genere di prodotto.
Ma torniamo a Janis: la cosa che abbiamo gradito di più sono state le tracce audio e le lettere alla famiglia, proprio quella famiglia che non è mai riuscita a comprenderla. Per loro Janis era una figura difficile di cui non sono mai riusciti completamente a condividerne le scelte. E per scelte, facciamo riferimento a ciò che la spingerà ad essere anticonformista e così diversa dalle altre ragazzine di Port Arthur.
La Joplin lascerà Port Arthur da giovanissima – con sua e nostra somma gioia. Di lì in poi, non senza difficoltà, Janis Joplin si dedicherà alla musica, l’unica cosa che la faceva sentire veramente se stessa.
Chiara Orlando
per Fondazione Giovanni Santin Onlus