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Collezioni

Pope
2015. Febbraio 15.

1942 - Pope ultimo di sette fratelli, nasce a Portogruaro (Ve) il 24 luglio. Il padre liberale e repubblicano lo incoraggia verso attività artistiche.

1957/60 - Si iscrive al Liceo Artistico di Roma, segue le lezioni del maestro Montanarini. Frequenta in quegli anni, seppur giovane, gli ambienti culturali ed artistici romani, rimanendo colpito dai linguaggi e strumenti espressivi della Pop art, dalla quale però si sente distante ritenendo che tale forma figurativa non potesse esprimere il suo spirito riflessivo e il suo carattere esuberante. Seppur giovane mostra sensibilità ai fatti ed avvenimenti culturali, visita spesso i locali frequentati dagli artisti romani conoscendo, anche se solo superficialmente, dei pittori divenuti famosi alcuni anni dopo.

1961 - Senza aver conseguito la maturità artistica, abbandona Roma e si trasferisce a Fano, nelle Marche, dove si iscrive alla Scuola d’Arte. Qui, temporaneamente si disinteressa della pittura per frequentare, con particolare interesse, le lezioni dello scultore Mannucci, col quale stringe una solida amicizia che va ben oltre il campo dell’arte.

1962 - Si diploma maestro d’arte e fa ritorno a Portogruaro.

1963 - Si trasferisce a Venezia dove segue le lezioni di Magnolato alla scuola di nudo e di incisione.

1964 - È studente all’Accademia di Belle Arti di Venezia, dove segue i corsi di pittura di Saetti e di Santomaso. Da questi apprende la lavorazione della materia e del colore, in particolare l’uso delle sabbie e delle terre.

1963/64 - Materico informale Le grandi tele di questo periodo sono spesso a contenuto politico, vi è una costante presenza di riferimenti sociali, la cui matrice storico-artistica è da ricercarsi in quelle esperienze giovanili romane, soprattutto nate nel sociale. La contestazione, la pittura impegnata e di strada hanno in realtà lasciato una forte traccia. Per il Veneto, queste esperienze sono poi una novità, ma, proprio perché vissute in gioventù e solo in fase embrionale, trovano, nella città lagunare, realizzazione a contatto con i gruppi politici studenteschi. Vengono approfonditi gli strumenti linguistici ed espressivi propri della pittura degli anni sessanta. Le grandi tele a sfondo politico si alternano ad altre, più mediate, il cui riferimento è decisamente più vicino all’arte veneziana di quegli anni. Pope infatti viene producendo opere ricche di interventi materico/informali, che rimandano ancora agli studi accademici, ma che già contengono elementi personali che andranno via via affinandosi ed imponendosi.

1968 - Consegue il diploma presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia. La sua attività artistica segue dei percorsi precisi che approfondisce fino all’esaurimento delle motivazioni che hanno stimolato tale ricerca. Il suo percorso pittorico può essere diviso in capitoli.

1965/70 - Strutture Importante viaggio a Parigi, dove Pope subisce una forte influenza dei maestri del costruttivismo e dell’optical-art, e tra tutti Vasarely e Malevič. La sua pittura assume una conformazione geometrica, dove i temi del volume e della profondità vengono affrontati mediante il colore e la linea. Sono di questi anni i quadri optical, con i quali approfondisce le teorie Gestaldiane della composizione e della percezione. Le opere, che appartengono a questo ciclo, sono segnate da un’ampia produzione a carattere analitico, in particolare sono costruite cercando di suscitare diverse sensazioni nello spettatore. La pittura diventa quasi un susseguirsi di proposizioni e di proposte razionali giocate sugli aspetti formali e cromatici. Opere in plexiglas, in legno e di pittura si alternano, come si alternano figure geometriche (quadrati, triangoli, tondi) in una infinita composizione strutturale/formale spesso tridimensionale.

1970/72 - Per pura pittura In questi anni si assiste al temporaneo abbandono della struttura formale, per privilegiare la ricerca dell’effetto cromatico. Il colore e la luce, nelle loro miriadi di codificazioni cromatiche, diventano l’oggetto di indagine. Affiorano ancora, ma in modo decisamente discreto, gli elementi geometrici che hanno fin qui caratterizzato l’opera di Pope. Si intravedono le esperienze romane e, in particolare, quelle veneziane, temporaneamente, l’elemento sul quale la pittura di Pope si definisce.

1972/74 - Percorsi variabili Approfondisce, dopo essersi confrontato con mostre in diverse città italiane, il tema della superficie nella sua semplicità e nella sua ripetitività. La serialità dei quadri dipinti con la semplicità della linea diagonale, apre all’artista portogruarese la via per una produzione che, inserendosi nell’ambiente circostante, tende all’infinito. La serialità, l’intercambiabilità, la simbiosi con lo spazio, danno forma e consistenza al corpo pittorico, tale da coinvolgere attivamente lo spettatore soprattutto nella fase della percezione dell’opera

1984/85 - Pagine di Colore Dopo i numerosi contatti con gli ambienti artistici milanesi e con gli esponenti del gruppo Pittura-Pittura, Pope sente la necessità di velare le superfici, fino a farle diventare ricordo, che piano piano sfuma nella mente fino quasi ad azzerarsi, è un momento di ripensamento della pittura. Rompe così con tutto il suo passato e la copertura monocromatica è il presagio di un totale cambiamento del proprio precedere.

1986/88 - Dialogando Se le velature hanno presentato la chiusura di un ciclo, le opere di questi due anni sono una riflessione su se stesso, sulle proprie capacità di artista, ma soprattutto una meditazione sulla propria storia di artista e di pittore. I quadri di questo capitolo sono caratterizzati da una nuova vitalità. Tutta l’esperienza, acquisita in vent’anni di lavoro e di ricerca, sembra calare tutta insieme, e ancora disordinatamente, sulla tela, ma nel contempo, incomincia un’operazione di selezione e di consolidamento di alcuni elementi linguistici particolari.

1989/92 - Corpi Cromatici e Suoni della Superficie Della somma delle esperienze rimangono alcuni temi linguisticoespressivi particolari: la superficie, il colore e la forma. Pope, in quest’ultimo ciclo ritorna alla pura e mediata azione pittorica, vi si legge un rimando all’energia del segno, alla composizione della superficie, alla costruzione, con strumenti spesso diversi come il colore, la materia. È il momento della maturità, dove l’artista sa razionalizzare la sua conoscenza di pittore con l’abilità d’artista, acquisita con l’esperienza e la continuità del fare pittura.

1993/95 - Bande Cromatiche Le opere che caratterizzano quest’ultimo periodo sono un po’ la conseguenza del modo di procedere artistico di Pope. Le forme seguono la logica che porta dal complesso al semplice. Molti degli elementi che caratterizzavano le forme, spesso articolate, delle opere precedenti, abbandonano temporaneamente o in parte la tela, per trasformarsi in piccoli ricordi o semplici memorie. Il complesso si fa semplice e le ampie forme e le relative campiture si contraggono e diventano più elementari. Le linee tendono essenzialmente a seguire la perpendicolarità verticale o orizzontale. Anche la materia si riduce per abbandonare l’idea di velatura e farsi semplicemente stesura, non di un colore, ma di due neutri: il bianco e il nero. L’acromaticità non esclude le esperienze strettamente pittoriche, ma riapre un breve riferimento alle teorie della percezione sperimentale negli anni passati, ma il ruolo di protagonista è ancora una volta recitato dalla pura forza del dipingere.

1995/2002 - Il tempo della pittura La sua più recente ricerca si articola proprio sulla superficie, un luogo sul quale l’azione del dipingere trova il più ampio movimento. L’impianto pittorico appare segnato da due elementi: l’illusorietà del colore, con le sue false profondità e piani percettivi, e la dinamicità del segno unita ad una ricercatezza sotto l’aspetto formale. Il colore si rende protagonista, dando così all’opera un maggior senso di lievità e di forza espressiva. Accanto a quest’impostazione la luce si fa elemento determinante e progressivo perchè rincorre l’energia della pennellata.

2002/2008 - Cromatologie La ricerca pittorica di Pope, fin dal 2001, si indirizza verso una nuova interpretazione della luce. È un ulteriore esercizio della pittura che lo porta a sperimentare altre espressività e a guardare con maggiore attenzione al “fare pittura”. Il suo interesse dunque viene rivolto con maggior riflessione e considerazione al colore come diffusore della luce. Non si tratta però di un’evoluzione che intende avvalersi di altri linguaggi, anzi questo nuovo periodo si può configurare come un ampliamento delle potenzialità espressive del suo passato pittorico; infatti, la ricerca di Pope muove da una pittura - già sperimentata e fatta propria - intesa quale invenzione di forme attraverso un “gesto controllato”, per approfondirne un’altra che ha per finalità la realizzazione di forme colorate. Si assiste, in quest’ultimo quinquennio, ad un’attenzione maggiore per la forma esplicata nei vari cromatismi cui la stessa forma rimanda.

 

(Bibliografia: POPE, IL TEMPO DELLA PITTURA, GALLERIA MULTIGRPHIC VENEZIA, NUOVA TIPOGRAFIA FORLIMPOPOLI)

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