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Attività

Viva la Sposa
2015. 24.

VIVA LA SPOSA: UNA PATINA GRIGIA SU ROMA

Il protagonista di Viva la sposa si guadagna da vivere organizzando spettacoli di compleanno per bambini. La sua è una vita precaria, fatta di corse in furgone e pomeriggi passati al bar davanti alla bottiglia.
Pur vivendo una condizione di assoluto disagio, è di animo buono e in lui non mancano i valori e i sani principi. Valori e principi che invece vengono meno nelle persone che incontrerà lungo gli 85 minuti di film.

viva la sposa
La sua storia si mescolerà con quella di chi si guadagna da vivere truffando le assicurazioni, di chi si prostituisce ed è madre di Salvatore (che forse è suo figlio), di chi fa il carrozziere ed offre alloggio agli immigrati, di chi vorrebbe andarsene a vivere in Spagna con l’amica, ma che alla fine rimane a Roma.
Nel film di Celestini ci sono tutti gli ingredienti per raccontare una periferia romana in perenne lotta per la sopravvivenza.
Anche se l’impegno del regista è quello di raccontare la realtà di quanto accade lontano da Via Veneto e dal centro città dei privilegiati, la quantità di bruttezza riesce a stancare.

E non solo per via delle truffe, degli alloggi disastrati e dei personaggi che ci vivono dentro che non vorremmo mai incontrare, ma soprattutto perché ciò viene raccontato con una patina grigiastra capace di rovinare anche le scene in cui sembrerebbe esserci spazio (forse) per un cambiamento positivo.

viva la sposa
A differenza del film Blanka, presentato in concorso per Orizzonti, il film dell’autore romano non è capace di raccontare in modo brillante un contesto socio-economico difficile, ma ne appesantisce la visione.

viva la sposa
Anche nel film Blanka è la tragica vita della periferia ad essere protagonista, ma aldilà del contenuto difficile del film, il modo in cui se ne parla è diverso e riesce ad appassionare il pubblico.
Anche i protagonisti di Blanka vivono nella povertà, nell’abbandono e vivono di espedienti, ma a fine proiezione lo spettatore riesce ad emozionarsi.
Nel film Viva la sposa, non c’è né immedesimarsi né emozione.

Chiara Orlando

per Fondazione Giovanni Santin Onlus

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