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Attività

Vedere Oltre Monia Perissinotto
2016. Luglio 15.

Monia Perissinotto

TOKIO NIGHTS

 

-Ciò che resiste… è essenzialmente il desiderio di avere il proprio desiderio- con queste parole di Jacques Lacan si delinea la lettura delle opere di Monia Perissinotto che affrontano la notte in viaggio, in una strada di Tokio, per riguardare la questione di fondo della propria ricerca: -Come avvicinare l’ineludibile complessità di se stessi? Quale autoritratto può mostrare la relazione intima di questa ricerca?-

Lo specchio, l’interno della casa, la sicurezza del proprio luogo e del tempo privato… già indagati, hanno dato chiavi di lettura intense e importanti. Ora però l’operazione si fa più articolata: la relazione estrema, data dalla distanza e dalla differenza, pone in essere la categoria della resistenza. Resiste il desiderio di verità che è spesso indefinibile con le sole parole della razionalità.

Il taglio compositivo di questi lavori segue direttrici diagonali;  sfocature e velature che contrastano; bianchi e neri assoluti sovra o sottoesposti che creano una prossimità al soggetto, quasi un contatto fisico. L’assenza, di sfondi aperti e di vie d’uscita, delinea la dimensione pulsionale che non chiede comprensione ma com-passione e com-partecipazione.

Ogni foto è un autoritratto del desiderio che non ha telos (fine), che vive in quella dimensione extrautilitaristica, bella di per sé.

In ognuna si osserva quel desiderio inutile, direbbe  Jean Paul Sarte, che avvicina l’artista alle zona oscure dell’enigma,  dell’inconscio, del godimento. Essi valgono più della vita, valgono la solitudine di una notte estranea, a Tokio, con la consapevolezza della propria condizione umana, esposta al buio della mancanza più radicale.

Alessandra Santin.

Budapest Museum Hotel
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