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Attività

SHOESOFTHEDAY - PORDENONESILENT 34
2017. Gennaio 05.

Appena vidi le prime foto di Elena Tubaro scattate ai piedi dei VIP a Venezia, pensai che la sua fosse una grande idea, nonché l’hashtag più che appropriato: #shoesoftheday. E così, unaMostra d’Arte cinematografica di Venezia e una 34esima edizione di Pordenone Silent dopo, ho il piacere di scrivere un articolo proprio sugli scatti da lei realizzati alle Giornate del Cinema Muto.

Aprirei (letteralmente) le danze con questa scarpa stringata bicolore con cui lanciarsi in un ballo veloce, magari allestito proprio all’interno del salone che abbiamo visto magicamente colorarsi inThe Phantom of the Opera. E quando sul più bello le luci delle candele si spegneranno e ci sentiremo minacciati dal Fantasma, ci faremo largo tra la folla grazie al luccichio argenteo del loro pellame bicolore. Sarà facile allora trovare la galleria che ci condurrà lontano dalla temibile creatura.

photo credits: Elena Tubaro

 

È un’altra calzatura rubata al ballo quella che riconduciamo ai giorni nostri solo grazie al tatuaggio della proprietaria sul collo del piede: anche qui è l’impuntura a farla da padrona su pellame di colore nero. Un sottile cinturino con fibbia circolare – altro elemento che ci riporta agli anni ’40 – permetterà a questo piedino di stare ben solido, nonostante lo scollo piuttosto pronunciato.

photo credits: Elena Tubaro

 

C’è da chiedersi come fosse il proprietario di questi piedi: la mia fervida immaginazione mi fa pensare al Sig. Gosling, a cui il bianco e nero del cinema muto senz’altro piace. Un laccio molto ricercato – come scrive la stessa Tubaro nella caption su Instagram – per una calzatura chiara in pelle morbidissima.

La proprietaria di queste scarpe non teme che gli amici rischino di perderla di vista: è un amore incondizionato per la zebra il suo, di cui ama il manto e le movenze. La vera chicca è il gambaletto in rete: seducentemente wild e strumento prezioso qualora nella savana le zanzare si facessero insistenti.

Tra tutti i proprietari di scarpe che mi sono passati sotto gli occhi, è lui il Lord a cui vorrei stringere la mano: un lavoro di spazzolatura di questo genere richiede tecnica e sapienza d’altri tempi. C’è da chiedersi se la stessa cura minuziosa la riservi pure nell’organizzare un invito a cena, in tal caso mi candiderei volentieri.

Sono tre i colori a caratterizzare questa scarpina che la proprietaria abbina ad un pantalone nero. In questo modello dall’ampia calzata, sono le impunture a definire i colori dei pellami: il blu scuro, il verde e la tonalità cuoio. Chissà se questa signora è una di quelle a cui sono riuscita a “far portare i moustaches”: magari ero così concentrata nei moustaches che non ho prestato attenzione a ciò che indossava ai piedi. Che disdetta!

Non posso che chiudere con la geometria di questo piede: a quanto pare di passi per raggiungere il cinema ne deve aver fatti molti. Tuttavia, di fronte ad una scelta così coraggiosa nella linea e nei colori, non posso che alzare il pollice in segno di approvazione.

Magari potrei cercare di rintracciare per questa signora amante delle geometrie il Lord del mocassino lucido per qualche ragguaglio su come si conservano le calzature, ma poi magari ne andrebbe del mio invito a cena.
Meglio di no, di questi tempi è bene essere un po’ gelosi.

Chiara Orlando

per Fondazione Giovanni Santin Onlus

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