VEDERE OLTRE GAETANO DE FAVERI

GAETANO DE FAVERI KRISIS La crisi che attraversa l’Occidente mina l’immaginazione sia iconica che logico-convenzionale: i casi limite della fantasia o del sogno potrebbero indurre non al cambiamento, ma al ripristino di un ordine passato. La crisi potrebbe esprimersi nello sguardo di spettatori ciechi, caratterizzati dalla sistematica derealizzazione delle proprie esperienze e quindi anche delle proprie aspettative e immaginazioni. Edmond Jabes direbbe: -Dal niente all’impensato, qui è tutto il tragitto del pensiero-. Questo timore spinge l’artista a rendere molteplici, dinamiche e incerte le presenze architettoniche che costituiscono formalmente i luoghi delle sue opere. Vie, sottopassi urbani, ponti e scalinate non conducono più altrove perché lo rappresentano. L’altrove è nel qui quotidiano; è nel complesso panorama urbano contemporaneo, che si carica della funzione poetica ed evocativa dell’arte. La realtà  virtuale unisce l’illusione, l’imitazione e la rappresentazione. Questo fatto pone il lettore delle opere di Gaetano De Favero in bilico tra il ricordo della realtà esperita e il “rischio” di percepirne una nuova, solo apparentemente impossibile. L’artista si concentra sul carattere illusionistico di queste sue realtà virtuali, inserendovi ritualità estetiche, carnali e partecipative. Musicisti in concerto, capolavori pittorici, sculture poste fuori contesto hanno il compito di condurre nuovamente al rito. Attraverso l’arte si regredisce profondamente all’unità dei primordi, in una luce grigia e dorata in cui natura, cultura, individuo, specie e divinità sono ancora fusi e si dispongono al divenire vitale. Alessandra Santin

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