Individui, palazzi, spazi vuoti accostati a volumi pieni: sono le mappe urbane che disegnano i nostri giorni svuotati durante la chiusura forzata, ricolmi di eccessi e di sprechi, di cui la plastica è la metafora primaria. È da questi temi che nasce il progetto curato dagli artisti friulani Mara Fabbro e Alberto Pasqual, una ricerca che approderà in due mostre, la prima in programma in ottobre a San Vito al Tagliamento, la seconda a maggio a Pordenone. Le due esposizioni nascono come momenti e installazioni distinte pur parte di un itinerario artistico che Fabbro e Pasqual portano avanti da due anni. È la materia, la plastica, a diventare non solo linguaggio condiviso, ma anche il tema centrale della prima mostra, dal titolo “È per sempre”, che inaugurerà sabato 3 ottobre nell’antico ospedale dei Battuti di San Vito al Tagliamento, e che gode del patrocinio del Comune di San Vito, realizzata con il supporto degli sponsor Raiffeisen, Credem, Assilab, visitabile nei quattro fine-settimana fino al 25 ottobre (sabati e domeniche dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19). Il percorso espositivo si sviluppa su tre livelli: ad accogliere il visitatore al piano terra sarà una imponente installazione, “La fine del pesce”, un labirinto (a misura di sicurezza antiCovid per evitare la contaminazione) ricavato tra un mare di borse di plastica. Lo spettatore viene coinvolto in una traversata immersiva che rimanda alla percezione di soffocamento e di boccheggiamento, fino a condure a una seconda installazione “Trasparenze”, progetto che accosta le “Membrane”, mappe metropolitane, di Mara Fabbro alle strutture verticali totemiche “Presenze/assenze” di Alberto Pasqual. «Desideriamo testimoniare che siamo ancora lontani da una reale consapevolezza degli effetti nocivi delle materie plastiche abbandonate nell’ambiente dall’uomo. Intendiamo sensibilizzare il visitatore sulle problematiche dello smaltimento di questo prodotto e sull’inquinamento dei mari con materiali plastici, facendogli fare un’esperienza da pesce» spiegano i due artisti. La mostra si sviluppa al primo e al secondo piano con altre due esposizioni, le personali dei due artisti. Salendo ci si imbatte nella personale di Mara Fabbro, artista che lavora con tasselli da lei stessa creati, minuscoli parallelepipedi materici di base quadrata, “pixel” che accostati all’altro riproducono mappe che raffigurano geografie reali. Se per Fabbro è l’acqua il discrimine per la sua ricerca, nelle opere di Alberto Pasqual è il fuoco l’elemento che plasma la materia, artista di cui si svolge la mostra personale al secondo piano. Si tratta di una ventina di opere, per lo più inedite, che ripropongono il tema dello squarcio, e dello svuotamento dell’individuo. A questa prima mostra fa da contrappunto “È… vuoto”, opera collettiva che vede al lavoro i due artisti con il contributo di una comunità ampia, progetto nato durante il lockdown, che si terrà a maggio nell’ex Tipografia Savio di via Torricella a Pordenone. Completa le due mostre il catalogo con testi e saggi critici di Alessandra Santin, Giada Centazzo, Lorenza Gava, Mariateresa Setaro Chaniac. Crediti delle foto Davide Dimitri PAGINA FB EVENTO @MF.marafabbro @albertopasqualartista Press: Valentina Silvestrini - 338.4010645 - vsilvestrini@gmail.com