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XII. SIMPOSIO FOTOGRAFICO
5 Maggio, 2018 - 27 Giugno, 2018
05 Maggio – 27 Maggio 2018
Galleria Comunale “La Loggia”
Centro Arti Visive “La Castella”
“Ex Prigioni”
Espongono:
Graziano Burin
Remo Cavedale
Adriano Mascherin
Mimmo Mirabile
Antonio Ros
Franco Spanò
Interventi critici:
Alessandra Santin
Coordinamento:
Maurizio Vendramini
Assistenza:
Franco Gottardi
Selezione artisti:
Circolo dell’Immagine La Loggia
CIRCOLO DELL’ IMMAGINE
“LA LOGGIA”
XII Edizione. Dodicesimo appuntamento, possibile grazie alla disponibilità
degli autori invitati ai quali il Circolo dell’Immagine “La Loggia”
esprime gratitudine per la collaborazione e pazienza.
Sei autori, perlopiù noti, qualcuno appreso, sono protagonisti del
Simposio: un tassello culturale nel panorama della fotografia italiana
– qualche volta con ramificazione estera – che coinvolge gli stessi
all’approntamento degli allestimenti, liberi di rappresentare le loro
tematiche ad un pubblico variegato.
Si suggerisce così a questo pubblico di soffermarsi con attenzione,
senza avere l’illusione di capire e comprendere tutto e subito, di
scoprire alcunché di nuovo, ma provando l’incertezza dello stimolo
culturale, senza approdare a qualche cosa di definitivo.
E’ il fascino dell’arte fotografica e non solo.
Come presidente del Circolo, porgo un sincero ringraziamento a
quanti hanno collaborato, direttamente e indirettamente, al compimento
di questo momento. Dedico a questi fotografi l’augurio di
proseguire con dedizione l’arte fotografica, che possano arricchire e
dare il proprio contributo culturale a nuovi, possibili autori.
E’ doveroso infine il ringraziamento al Comune di Motta di Livenza e
alla sua Amministrazione per i locali messi a disposizione di questo
evento, augurandomi un prosieguo futuro della manifestazione.
Ritratti dell’anima
Jean-Luc Nancy definisce il ritratto come “figurazione”, quindi non rappresentazione
mimetica ma cre-azione forte e attiva, riflessione sull’identità
personale dell’altro, oggi più che mai frammentata, sfuggente e fluida.
Graziano Burin appartiene a pieno titolo a questo filone di ricerca, che
orienta i perché del ritratto su questioni di ordine psicologico e sociologico.
Nelle sue opere, infatti, si colgono gli aspetti emotivi più intimi di ciascuno,
colti nella dimensione della solitudine esistenziale, che rappresenta anch’essa
una cifra ulteriore della nostra contemporaneità.
I titoli delle opere contribuiscono e orientano la lettura, si tratta di parole
che nominano stati d’animo del protagonista, di tutti noi, e soprattutto
dell’artista Graziano Burin che ha voluto cogliere l’istante preciso in cui lo
stato emotivo si è manifestato. Lo ha fatto con una tecnica nuova, la “scannergrafia”
che già in altri artisti ha rappresentato motivo di ricerca.
Ma Graziano Burin utilizzando lo scanner portatile, ha aggiunto la gestualità
e il contatto fisico alla tecnica consolidata, contribuendo in tal modo al rinnovamento
ed alla personalizzazione della tecnica stessa.
Aderire alla superficie del volto, percorrerne le convessità, allontanarsi dagli
avvallamenti, gli ha consentito di analizzare anfratti dell’anima più che
elementi fisionomici del corpo. Questa operazione concettuale rende i suoi
ritratti unici, irripetibili e straordinariamente personali.
Alessandra SantinXII. SIMPOSIO FOTOGRAFICO