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WALLS
23 Aprile, 2016
Nella loro opera Walls, presentata alla rassegna “Le Voci Dell’Inchiesta, Pablo Iraburu eMiqueltxo Molina si misurano con un tema più che mai attuale. I walls sono proprio i “muri di confine” di cui sentiamo parlare sempre più spesso. In questo caso sono quelli che dividono quattro angoli di mondo che quotidianamente migliaia di persone cercano di varcare: Spagna e Marocco, U.S.A. e Messico, Sud Africa e Zimbawe, Israele e Palestina.
Una situazione difficile da narrare in pellicola proprio per il rischio si trasformi in racconto scontato o troppo documentarista. I registi ovviano al problema affidandosi ai loro personaggi a cui danno il compito di raccontarci la storia: tutti i protagonisti infatti, chi per una ragione, chi per l’altra, hanno a che fare con i quattro confini in questione: il profugo, la guardia civile, il benefattore americano.
Questo è il motivo principale per cui il film scorre veloce sebbene il tema trattato sia alquanto spinoso. L’accusa dei registi è rivolta al mondo politico e non al cittadino che si trova a svolgere il suo lavoro di guardia civile..
Ciò che rimane a fine proiezione è la sensazione di quanto assurda sia l’idea che i confini siano invalicabili e di quanto la politica stia tornando indietro rispetto ai passi avanti fatti il 9 novembre 1989, quando l’ultimo grande muro veniva abbattuto.
Walls dovrebbe essere proiettato nelle scuole alla pari di “Schindler’s List” e magari dovrebbe essere visto anche da chi si sente al sicuro dietro il proprio muro fatto di diffidenza ed ignoranza.
Chiara Orlando