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THE LIGHT BETWEEN OCEANS
22 Dicembre, 2016
Non è solo il passato del protagonista Tom Sherburne a venire a galla dall’oceano nel film The Light Between Oceans, ma anche una neonata, scampata miracolosamente da morte sicura.
Ed è proprio un figlio ciò che non riescono ad avere i due protagonisti del film, da qui la decisione di prendersene cura. Nessuno verrà a cercarla in un luogo sperduto come quello, dove Tom è guardiano del faro. Le cose tuttavia non vanno esattamente così e l’oceano azzurro si tinge di blu, poi di grigio ed infine di nero come la tragedia. E la tragedia travolgerà tutto.
Tratto dall’omonimo bestseller del 2012, The Light Between Oceans presentato alla 73° Festival di Venezia è un film più piacevole da vedere una domenica sera piovosa in autunno con una tisana calda in mano, piuttosto che al Palazzo del Cinema. Il motivo è semplice: ha tutta l’aria del grande film, ma c’è qualcosa che non lo fa decollare. Nulla si può dire (o quasi) del cast stellare:Michael Fassbender, Alicia Vikander e Rachel Weisz. Sebbene l’attrice svedese mi fosse sembrata più convincente nella pellicola “The Danish girl” presentata a Venezia l’anno scorso, non si può dire che reciti male, soprattutto se consideriamo il fatto che è la co-star del talentuoso Michael Fassbender, a cui è sempre difficile tenere testa. Nella seconda parte del film, la pellicola migliora grazie al personaggio interpretato dalla Weisz.
Dell’acclamato regista Derek Cianfrance avevo visto Blue Valentine e The Place Beyond the Pinesgirati in diverse scene “in one take”. La sua regia di The Light Between Oceans non ha nulla a che vedere con le pellicole precedenti e rispecchia la tradizione hollywoodiana più classica.
Dove sta la falla di The Light Between Oceans, se non si tratta di cast e regia? È proprio la storia che avrebbe dovuto restare solo inchiostro sulle pagine di un libro.
Chiara Orlando
per Fondazione Giovanni Santin Onlus