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PROGETTO EUROPEO RE.ACTION

10 Aprile, 2014

La Fondazione Giovanni Santin Onlis ha partecipato attivamente al  Progetto Europeo Re.action: “REsources Anti-Crisis: Town-twinning, Innovation, Openness and Networking”, promosso dal Comune di Porcia, dando supporto all’artista Vico Calabrò, che ha effettuato la ricerca e ha realizzato l’opera tradotta in incisione donata ai rappresentanti delle delegazioni internazionali e con il testo critico dell’opera curato da Alessandra Santin.

Lo scopo principale del progetto è la promozione di una cittadinanza europea attiva e l’incontro tra i rappresentanti delle comunità locali di tutta l’Europa per uno scambio di esperienze, pareri e valori e il gemellaggio delle città, tematica a cui la Fondazione è da sempre  molto sensibile

VICO CALABRO’

Oltre il viaggio. PORCIA.

Vivere il luogo come condizione dell’anima.

Donatello e Brunelleschi amavano osservare, misurare e ricopiare le antiche rovine di Roma, Leonardo da Vinci e Albrecht Durer hanno lasciato nei loro taccuini di viaggio eccellenti disegni di paesaggi.

Nel XVII secolo il piacere di scoprire e di rappresentare ambienti sempre nuovi ha portato alla nascita di un vero e proprio genere, quello dei carnet de voyage. Le testimonianze più significative si devono a pittori del valore di Turner, Ruskin e Delacroix che tenevano una sorta di diario visivo personale.

Nell’arte moderna la spinta di questa Wanderlust (dal tedesco: wander vagare, lust passione) porta verso mondi lontani, dove lo sguardo vergine si rivolge ad una natura incontaminata (Paul Gauguin), con particolari condizioni di paesaggio e di luce (Paul Klee). Negli anni ’50 del ‘900 nasce la cultura on the road e in seguito si assiste a una forte predisposizione al viaggio soprattutto in direzione dell’Oriente.

Nel contemporaneo si acquisisce questo interesse per l’arte e il luogo. Kounellis si definisce “un viaggiatore consumato” e sostiene che il viaggio verso la conoscenza è, in fondo in fondo, il vero senso della propria vita dedicata all’arte.

Vico Calabrò si inserisce a pieno diritto tra questi esempi per la passione che lo anima quando si ritrova in viaggio verso nuovi paesi ed inaspettate esperienze.

Durante la sua ricerca artistica si è trovato a vivere e  lavorare in Giappone, in Tunisia, in Bielorussia, in Brasile e in molti altri paesi ancora, vicini o lontanissimi, portando con sé uno sguardo ogni volta rinnovato, quello che Proust augurava ad ogni uomo di avere, per poter vivere pienamente la propria vita.

Tra le ultme tappe di questo lungo e articolato percorso va ricordata quella effettuata nel 2014 in provincia di Pordenone, a Porcia, località ricca di testimonianze storiche ed architettoniche (soprattutto medioevali), naturalistiche e ambientali.

Vico Calabrò, attratto dal paesaggio naturale e antropico, vi ha trascorso alcuni giorni respirando le atmosfere e osservando le luci  delle diverse ore del giorno, cercando documenti conservati negli archivi pubblici e privati, assaggiando i sapori genuini delle pietanze tradizionali e dei vini preziosi.

Parlando con la gente comune, con i ricercatori e gli appassionati, ha avuto la possibilità di immaginare contesti e situazioni, di conoscere le opere e il pensiero di alcuni uomini e donne illustri che lo hanno abitato e visitato, progettato e valorizzato. Molti hanno lasciato documenti del proprio lavoro e degli interessi che hanno caratterizzato la ricerca.

Le esperienze di vita, i contenuti, i nuovi saperi, la presenza di opere ancora visibili e visitabili, i dialoghi e i rapporti personali con la gente del luogo hanno ispirato Vito Calabrò che ha prodotto numerosi appunti, schizzi e disegni. Tra gli altri ne ha scelto uno e lo ha tradotto in opera incisoria magistralmente stampata dalla Stamperia d’arte Busato di Vicenza.

In essa il nostro sguardo può leggere poeticamente l’attualità del passato  riflesso nel presente di alcuni luoghi dal fascino indiscutibile.

Lo sguardo di Vico Calabrò offre una visione unificante e omnicomprensiva della vita vissuta e raccontata: del farsi dell’evento nei luoghi rappresentati; del tempo trascorso tra realtà e immaginazione. La memoria gioca, grazie all’arte, e permette il libero movimento tra presente e futuro.

La chiave poetica che consente all’artista la straordinaria capacità di sintesi è divenuta modalità di indagine e di conoscenza che va al di là della scelta di un singolo strumento interpretativo.

Infatti, attraverso la forza leggera del disegno e l’intensità della composizione si evidenziano la bellezza assoluta e la semplice complessità della storia, capace di alludere, di narrare senza mai voler giungere ad una conclusione definitiva e senza ridurre l’enigmaticità dell’esistenza.

Con perizia volutamente descrittiva il disegno narrativo di Vico Calabrò immagina e realizza la compresenza di alcuni edifici emblematici: procedendo da destra verso sinistra il Duomo, il Castello, la Chiesa di Santa Maria, il bel Municipio  Vecchio e la Torre dell’Orologio, visti al di là delle acque del Bejon. Le strutture architettoniche si illuminano reciprocamente secondo affinità e dissonanze; attraverso la rappresentazione rendono visibile ogni riflessione culturale, ogni incursione nel sociale. Prima tra gli altri affiora la città di Porcia, come spazio di scena in cui gli antiche edifici enfatizzano il significato simbolico del luogo, che si fa contenitore del Tempo, del fluire festoso, a volte tragico, sempre laborioso della vita.

Il luogo si carica di un senso ulteriore, diviene condizione ineludibile di espressione poetica di Vico Calabrò, artista dagli occhi curiosi, fantasiosi ed insaziati.

Alessandra Santin

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Data:
10 Aprile, 2014
Categoria Evento:
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