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OTTÓ LÁSZLÓ
1 Marzo, 2014 - 30 Marzo, 2014
Ottó László ( Pecs 30 ottobre 1966) è uno dei rappresentanti di spicco della pittura geometrica ungherese, concreta, costruttiva internazionale anche conosciuta come arte creativa.
Nasce il 30 ottobre 1966 a Pécs, da madre sarta e padre insegnante e pittore. Durante l’infanzia mostra il suo amore verso il disegno e gli strumenti di pittura, influenzato dall’arte di Victor Vasarely. Tuttavia approfondisce le sue conoscenze e abilità artistiche durante gli studi universitari presso la Facoltà di Architettura.
Nel 1986 esilia per un anno a Göppingen vicino a Stoccarda. Al suo ritorno si iscrive all’università ma è sempre attirato da una vita più libera e dedita al lavoro. Infatti nel 1989 lascia gli studi e tornando da suo padre ai piedi dei monti Mecksek inizia a dipingere paesaggi, provando varie tecniche.
All’inizio degli anni ’90 hanno un grande impatto nella sua ispirazione gli artisti Gyarmathy Tihamér e Attila Kovacs. Anche se a poco a poco cambia orientamento dei suoi studi di storia dell’arte verso Vasarely, Mondrian e Mark Rothko.
Nel 1994 si avvicina agli scritti di Hamvas e la sua visione del mondo viene profondamente ridisegnata. La visione Zen della vita del Buddismo e l’amore per la cultura giapponese diventano punti cardine della sua arte. I suoi dipinti maturano nell’atmosfera spirituale. Dopo aver letto i saggi di metafisica di Hamvas ampia la sua ricerca verso altre religioni per una comprensione diversa della visione del mondo. La sua pittura viene rivista attraverso questi filtri, con una ricerca dell’immagine geometrica come fulcro.
Dal 1995 parallelamente alla prima pittura moderna e geometrica ungherese studia anche Imre Bak e Stephen Nadler che lo influenzano particolarmente.
Nel 1998 esprime un particolare stile di immagini in bianco, geometria simmetrica con spigoli vivi e sfocati, con un principio compositivo di effetto meditativo.
Dal 2001 mostra i suoi dipinti in diverse gallerie, dove i collezionisti nazionali si appassionano rapidamente alle sue opere.
Nel 2002 si trasferisce per un anno in Giappone e questa cultura esercita una forte ascendenza sulle sue opere.
Nel 2005 torna a Budapest, viaggia molto, visitando Germania e Svizzera alla ricerca di nuove tecniche e materie prime per la pittura acrilica.
Dal 2006 si trasferisce a Düsseldorf.
Viaggia molto, visita gallerie, musei e si dedica allo studio delle arti contemporanee. la pittura monocromatica, le nuove tecniche di arte costruttiva col cemento, il minimalismo, questa ricerca apre una nuova visione verso una sorta di chiarezza.
Dal 2012 torna nuovamente a Budapest, dove inizia un periodo fertile di studio, reinterpretando l’arte popolare ungherese con forme geometriche specifiche, ogni quadro diventa concreto, basato sui principi spirituali della legge tradizionale eterna, sempre alla ricerca di quella coscienza universale attraverso le religioni.