Ieri sera il mondo intero ha tirato un sospiro di sollievo: il Kodak Theather di Los Angeles ha consacrato il talento di Leonardo di Caprio.
A Di Caprio viene assegnato l’Oscar come migliore attore protagonista per la sua ultima fatica (pure fisica) in The Revenant: nel film di Inarritu, il fitto dialogo a cui era abituato con Scorsese scompare, per lasciare spazio ai gesti e agli sguardi.
Sebbene dalla notte dei Golden Globes fosse quasi partito il toto scommesse per la sua vittoria, quello di Leonardo è stato uno degli Oscar su cui io non avrei scommesso.
E non perché non se lo meriti, ma perché si scontrava con altri attori che quest’anno avevano dato prova delle loro grandi capacità di recitazione: Bryan Cranston con Trumbo, Michael Fassbender con Steve Jobs e Eddie Redmayne in The Danish Girl.
Tra tutti, sebbene io abbia un debole per Cranston, sono comunque contenta che sia Di Caprioad essersi portato a casa la statuetta per le sue interpretazioni memorabili: una su tutte quella di The Wolf of Wall Street.
L’attrice che si porta a casa la statuetta come migliore attrice protagonista è Brie Larson per Room, un film che non ho ancora visto, ma che è già stato messo in agenda. Cate Blanchett rimane a bocca asciutta (Carol), come pure Jennifer Lawrence (Joy), Charlotte Rampling (45 anni) e la giovanissima e bravissima Saorsie Ronan (Brooklyn).
Nella categoria per migliore attore non protagonista chi sale sul palco del Kodak Theather di Los Angeles è Mark Rylance (Il Pinte delle spie), mentre per la categoria migliore attrice è Alicia Vikander (The Danish girl).
Peccato per Kate Winslet: la sua interpretazione in Steve Jobs è memorabile.
Per quanto concerne gli altri Oscars: a Spotligh va il premio dell’Academy come miglior film. Il film, proiettato a Venezia alla 72esima Mostra Internazionale del Cinema, era piaciuto parecchio proprio perché equilibrato, pur trattando un tema così difficile come quello degli abusi della Chiesa.A competere con Spotlight c’era una lista di film ben riusciti: The Big Short, The Revenant, Room, solo per citarne alcuni.
Le nominations agli Oscar per la migliore regia erano per: George Miller (Mad Max: Fury Road),Lenny Abrahamson (Room), Tom McCarthy (Il caso Spotlight), Adam McKay (The Big short) eAlejandro Gonzales Inarritu (The Revenant). Ed è proprio quest’ultimo a portare a casa il premio dell’Academy.
L’Oscar per la migliore sceneggiatura originale spetta a Spotlight, mentre il premio per lamigliore sceneggiatura non originale va a The Big Short.
L’Ungheria porta a casa il premio come miglior film straniero con la pellicola Il figlio di Saul.
L’Oscar per la miglior scenografia va alla creatura di Miller Mad Max: Fury Road e The Revenantsi porta a casa un’altra (meritatissima) statuetta per la fotografia.
E’ un orgoglio tutto italiano quello che provo quando annunciano il nome del film vincitore per la migliore colonna sonora: The Hateful Eight, l’ennesimo capolavoro del Maestro Ennio Morricone.
Questi sono stati i premi più importanti assegnati dall’Academy al mondo del Cinema: quel cinema che fa sognare e divertire e che ci fa pure riflettere.
D’altra parte questa è proprio la sua magia.
Chiara Orlando
per Fondazione Giovanni Santin Onlus