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MARGUERITE
20 Settembre, 2015
L’amore per il bel canto di Marguerite non è direttamente proporzionale al suo talento, ma ciò non sembra abbatterla.
Xavier Giannoli ci racconta così la signora Dumont alla 72^ Mostra del cinema di Venezia.
Per raccontare il film presentato due settimane fa in Concorso a Venezia occorre fare un passo indietro: il regista belga si è ispirato a Florence Foster Jenkins, soprano americano degli anni ’40, con scarse doti canore, ma con tutto l’appeal della grande diva.
Gli amici della Dumont, pur partecipando ogni anno al concerto benefico che tiene in casa propria per raccogliere fondi a favore di una causa, la sbeffeggiano e si prendono gioco in segreto delle sue stonature.
Il marito dal canto suo, stanco di assistere al triste spettacolo, fa di tutto per arrivare in ritardo alle esibizioni della ricca moglie mettendo in scena improbabili guasti d’auto.
Allo stesso concerto che tiene per gli amici aristocratici che la deridono, partecipa pure un giornalista anti-convenzionale che vede invece nella Dumont una grande artista, proprio perché capace di esprimersi in modo così libero.
Le viene proposto dallo stesso Lucien di esibirsi su un palco vero, in un vero teatro, con un vero pubblico.
Seppure con incertezza, decide di accettare la proposta ed inizia a prendere lezioni di canto da un cantante lirico ormai in declino.
Marguerite è un film leggero, ma il regista ha l’accortezza di descrive la Dumont nella sua totalità, ossia come una donna in cui felicità e passione si mescolano ad amarezza ed infelicità.
Non mancano scene divertenti e godibili, ma anche attimi in cui per forza siamo portati a riflettere in merito alla difficoltà che abbiamo nell’essere noi stessi e nel poterci esprimerci liberamente.
Il cast fa scorrere rapidamente ogni minuto della pellicola: ottima l’interpretazione di Catherine Frot nel ruolo principale, Sylvain Dieuaide nel ruolo del giornalista Lucien, di André Marcon nel ruolo del marito e di un perfetto Michel Fau, nell’interpretazione di vecchia gloria della lirica.
Chiara Orlando
per Fondazione Giovanni Santin Onlus