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LA SERATA DI APERTURA
5 Ottobre, 2015
E’ stata una serata di apertura all’insegna delle novità quella che si è tenuta sabato per la 34esima edizione di Pordenone Silent al Teatro Comunale Verdi. La prima novità è stata il cambio nella direzione del Festival: David Robinson saluta la platea dicendo “Welcome home” per l’ultima volta. Direttore del Festival dal 1997, cede il testimone a Jay Weissberg che lui stesso introduce al pubblico. A tutti quest’ultimo è parso assolutamente adatto alla carica che ricoprirà dal prossimo anno.
La seconda sorpresa è stata la consegna del sigillo della città di Pordenone a David Robinson da parte del Sindaco di Pordenone Pedrotti. Robinson, del tutto ignaro della cosa, si è dimostrato onorato e commosso dell’essere cittadino onorario della cittadina friulana. Un riconoscimento, quello fatto a Robinson, che mette in evidenza quanto Pordenone punti ad essere sempre di più riconosciuta come capitale della cultura del Nord-Est.
Ma veniamo alle due proiezioni di ieri sera: il primo film ha avuto per protagonisti due insoliti Romeo e Giulietta in un paesino innevato della Foresta Nera. Alla mia prima esperienza di cinema muto, mai mi sarei aspettata di divertirmi così tanto e di apprezzare la bellezza di un’opera di Ernst Lubitsch che venne presentata per la prima volta 95 anni fa al pubblico.
Il film è stato stampato dal negativo originale e successivamente è stato imbibito secondo la tecnica dell’epoca. Quest’opera appartiene alla serie di commedie che lo stesso Lubitsch realizzò per la Maxim-film GmbH. Ciò che mi è piaciuto molto di questo film è stato il modo insolito di raccontare la storia dei due innamorati, osteggiati sì dalle loro famiglie, ma pure protagonisti con le stesse di rocambolesche e divertentissime imprese.
Sin dalla prima scena, che vede il magistrato locale pesare due salsicce offerte dalle famiglie rivali, i Montekugerls e i Capulethoferd, si ha un assaggio dell’ironia che seguirà per tutti i 41′ minuti successivi. Splendido anche l’accompagnamento musicale al film di Octuor de Francescritto e condotto da Antonio Coppola.
La seconda pellicola presentata è stata Maciste Alpino, un’opera del 1916 di Luigi Maggi e Luigi Romano Borgnetto. Il film può essere definito come il miglior film di propaganda bellica mai realizzato in Italia ed è impossibile non “innamorarsi” del protagonista. É un Maciste dal cuore tenero e dalla simpatia contagiosa quello che abbiamo visto in quest’opera che affronta il tema difficile della prima guerra mondiale e i 95′ di proiezione scorrono veloci. Certosino è il lavoro di restauro portato avanti dal Museo Nazionale del Cinema di Torino, di cui abbiamo ammirato questa copia restaurata del 2014.
un breve estratto di Maciste Alpino
Come era accaduto per La Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, anche nel caso di questa nuova esperienza del Cinema Muto, non avevo nessuna aspettativa, proprio per non rischiare di rimanere delusa. E la delusione ovviamente non c’è, ma solo una nuova passione per il Cinema Muto.
Chiara Orlando
per Fondazione Giovanni Santin Onlus