SEBŐK ÉVA

Sebők Éva  nasce nel 1954 a Szentgothárd. Nel 1978 si diploma al Teacher Training College di arte di Pécs. Espone in importanti gallerie di Budapest, quali  Studio Gallery nel 1987, la Nest Gallery nel 1994 e molte altre, diventando presto artista di fama,  partecipa a mostre internazionali come all’ International Exhibition Acquerello, Sinaide Ghi Foundation a Roma e nel 1991 “Metafora” alla Pécs University College Gallery di Kennesaw, Atlanta, Stati Uniti d'America. Nella sua prima mostra personale fotografica presenta dei lavori di ritrattistica con un genere di reinterpretazione specifico, basata su immagini fisse di video e sistemi di reti ingrandite di ritratti di noti pittori futuristi. I dipinti sono foto sfocate che ricordano le piccole linee dei pixel, le linee sono sfocate e i colori scorrono gli uni sugli altri, come una trascrizione dinamica di un video. Oltre a ritratti, nei suoi dipinti, troviamo immagini di particolari architettonici avvolti da un effetto nebbioso che li rende misteriosi. Sebők Éva  nasce nel 1954 a Szentgothárd. Nel 1978 si diploma al Teacher Training College di arte di Pécs. Espone in importanti gallerie di Budapest, quali  Studio Gallery nel 1987, la Nest Gallery nel 1994 e molte altre, diventando presto artista di fama,  partecipa a mostre internazionali come all’ International Exhibition Acquerello, Sinaide Ghi Foundation a Roma e nel 1991 “Metafora” alla Pécs University College Gallery di Kennesaw, Atlanta, Stati Uniti d'America. Nella sua prima mostra personale fotografica presenta dei lavori di ritrattistica con un genere di reinterpretazione specifico, basata su immagini fisse di video e sistemi di reti ingrandite di ritratti di noti pittori futuristi. I dipinti sono foto sfocate che ricordano le piccole linee dei pixel, le linee sono sfocate e i colori scorrono gli uni sugli altri, come una trascrizione dinamica di un video. Oltre a ritratti, nei suoi dipinti, troviamo immagini di particolari architettonici avvolti da un effetto nebbioso che li rende misteriosi.

Damson

La Fondazione Giovanni Santin Onlus, vuole ricordare il contribuito alla realizzazione della Mostra di Damson, nota artista Australiana che si è tenuta presso Palazzo Sarcinelli dal 27 Ottobre all’8 Dicembre 2013, attraverso la critica di Alessandra Santin: "è una mostra molto forte, intensa di matrice concettuale che analizza il rapporto che l’uomo contemporaneo ha innanzitutto con il proprio corpo e con il tempo che scorre dal momento della sua nascita fino al momento della sua morte. E’ una tematica molto dura, che l’artista tratta a partire dalla propria esperienza femminile di vita che prende forma all’interno della propria natura. Il sangue che Damson utilizza per le sue opere è un sangue femminile, l’unico sangue non violento, che l’artista utilizza proprio per denunciare e far comprendere come nella vita il rapporto col tempo,la crescita, la fecondazione, la maturazione passi attraverso questa ciclicità del sangue, che rappresenta anche la libertà e la volontà della donna di emanciparsi, di liberarsi e di realizzarsi nella sua dimensione femminile di madre. E’ una madre che dando alla vita dà anche alla morte. Damson è attenta anche al mondo dell’infanzia, quella non dorata dell’occidente contemporaneo, anzi il bambino risulta violato nella sua leggerezza, verginità senza per questo dover essere avvicinato dal mondo terribile della pedofilia. Per l’artista anche un’immagine violenta, la televisione, i colori troppo accesi, la volgarità di alcune manifestazioni, rappresentano una forma di violenza che il bambino subisce e in qualche modo gli impedisce di crescere liberamente nella sua aspirazione di gioia, di felicità e anche di difficoltà nella crescita. Quindi è una bambino che non sa più giocare, più relazionarsi e che chiede invece proprio alla figura poetica e alla dimensione materna di essere salvaguardato attraverso la bellezza nel processo della crescita. Altri elementi caratteristici della poetica di Damson sono l’utilizzo dell’abito, l’abito rituale che accompagna le fasi della vita della donna, quindi l’abito da sposa, l’abito della prima comunione, del battesimo, c’è sempre un bianco virginale che viene in qualche modo toccato nel percorso della crescita della persona in alcuni momenti specifici. Quindi tutto il rito e la simbologia rientrano fortemente in queste opere d’arte concettuale e servono proprio per dare la forza al senso del tempo; un tempo non cronologico, non solo un tempo razionale, cognitivo, ma piuttosto cadendo da questo tempo, a cui l’artista da un’accezione positiva di caduta che serve alla donna per liberarsi ed accedere ad un volo, ad una liberazione, ad una leggerezza anche calviniana che ricorda come nella nostra cultura c’è bisogno anche di questo. Il tempo della vita è anche un tempo brevissimo, la farfalla, la linea brevissima del tempo, la presenza di richiami puntuali come il teschio o comunque la morte stanno a significare e a segnare il tempo forte della vita poetica di quest’artista, che arrivando dall’Australia ha portato certamente uno sguardo esterno, uno sguardo, uno sguardo “altro”, ma che serve alla nostra cultura per conoscersi e all’uomo di oggi per comprendersi e per dare senso e significato alla propria esistenza... https://www.youtube.com/watch?v=iJrmClYg3s4

SZÉKÁCS GYÖNGYVÉR

Székács Gyöngyvér Székács Gyöngyvér  nel  2005 si è diplomato al Moholy-Nagy Università di Arte e Design dipartimento comunicazione visiva di arti grafiche. Attualmente vive e lavora a Valencia.  

OTTÓ LÁSZLÓ

Ottó László ( Pecs 30 ottobre 1966) è uno dei rappresentanti di spicco della pittura geometrica ungherese, concreta, costruttiva internazionale anche conosciuta come arte creativa. Nasce il 30 ottobre 1966 a Pécs, da madre sarta e padre insegnante e pittore. Durante l’infanzia mostra il suo amore verso il disegno e gli strumenti di pittura, influenzato dall’arte di Victor Vasarely. Tuttavia approfondisce le sue conoscenze e abilità artistiche durante gli studi universitari presso la Facoltà di Architettura. Nel 1986 esilia per un anno a Göppingen vicino a Stoccarda. Al suo ritorno si iscrive all’università ma è sempre attirato da una vita più libera e dedita al lavoro. Infatti nel 1989 lascia gli studi e tornando da suo padre ai piedi dei monti Mecksek inizia a dipingere paesaggi, provando varie tecniche. All’inizio degli anni ’90 hanno un grande impatto nella sua ispirazione gli artisti Gyarmathy Tihamér e Attila Kovacs. Anche se a poco a poco cambia orientamento dei suoi studi di storia dell'arte verso Vasarely, Mondrian e Mark Rothko. Nel 1994 si avvicina agli scritti di Hamvas e la sua visione del mondo viene profondamente ridisegnata. La visione Zen della vita del Buddismo e l'amore per la cultura giapponese diventano punti cardine della sua arte. I suoi dipinti maturano nell'atmosfera spirituale. Dopo aver letto i saggi di metafisica di Hamvas ampia la sua ricerca verso altre religioni per una comprensione diversa della visione del mondo. La sua pittura viene rivista attraverso questi filtri, con una ricerca dell’immagine geometrica come fulcro. Dal 1995 parallelamente alla prima pittura moderna e geometrica ungherese studia anche Imre Bak e Stephen Nadler che lo influenzano particolarmente. Nel 1998 esprime un particolare stile di immagini in bianco, geometria simmetrica con spigoli vivi e sfocati, con un principio compositivo di effetto meditativo. Dal 2001 mostra i suoi dipinti in diverse gallerie, dove i collezionisti nazionali si appassionano rapidamente alle sue opere. Nel 2002 si trasferisce per un anno in Giappone e questa cultura esercita una forte ascendenza sulle sue opere. Nel 2005 torna a Budapest, viaggia molto, visitando Germania e Svizzera alla ricerca di nuove tecniche e materie prime per la pittura acrilica. Dal 2006 si trasferisce a Düsseldorf. Viaggia molto, visita gallerie, musei e si dedica allo studio delle arti contemporanee. la pittura monocromatica, le nuove tecniche di arte costruttiva col cemento, il minimalismo, questa ricerca apre una nuova visione verso una sorta di chiarezza. Dal 2012 torna nuovamente a Budapest, dove inizia un periodo fertile di studio, reinterpretando l’arte popolare ungherese con forme geometriche specifiche, ogni quadro diventa concreto, basato sui principi spirituali della legge tradizionale eterna, sempre alla ricerca di quella coscienza universale attraverso le religioni.

JULIA BALASSA

Julia Balassa Nata a Budapest il 17 ottobre 1960. Già dalla prima infanzia si nota la sua predisposizione per la pittura, la musica e la danza. Dopo aver frequentato la scuola di musica,  si  laurea in Belle and Applied Art School al dipartimento di pittura. Dopo gli studi professionali le pitture decorative tessili suscitatano il suo interesse per le singolari forme espressive e nel 1987 si laurea al Csaba College of Applied Arts proprio in questa disciplina. La ricerca di connessioni profonde del mondo per cercare di comprendere il pensiero umano caratterizza i suoi lavori, con temi trascendentali senza tempo. La forte sensualità  viene espressa dall’amore per il colore che prende forma sui tessuti. La ricerca delle connessioni più profonde del mondo e la psiche dell’umanità ispirano i suoi dipinti con temi senza tempo e trascendentali,  ma al contempo è attratta dai problemi che colpiscono la nostra epoca. Questa dicotomia caratterizza tutto il suo lavoro. Il Sè spirituale e l’essenza sono in costante ricerca Le tradizioni religiose e la nostra spiritualità possono essere una bussola di orientamento spirituale e le forme e i colori vogliono essere il linguaggio visivo con cui ritrovare il nostro essere superiore.

Mario Vidor – Un giorno veneziano

Venezia

La Fondazione ha dato sostegno alla realizzazione della raccolta fotografica "Un giorno veneziano" di Mario Vidor, testo critico Alessandra Santin. VENEZIA Suite di Mario Vidor In musica la Suite (in italiano: Successione) è una sequenza di brani, detti anche movimenti, caratterizzati da un’alternanza di tempi moderati (Adagio, Lento) e tempi mossi o rapidi (Allegro, Presto…). Prima di questi movimenti si trova spesso il Preludio come introduzione della raccolta: Johann Sebastian Bach lo inseriva sempre per meglio chiarire i contenuti e le caratteristiche delle sue Suites.   Mario Vidor proprio come un compositore decide di seguire questa struttura che gli consente di esprimere compiutamente l’esperienza umana del viaggiatore, il suo andare tra le calli veneziane ancora e ancora, ripassando per gli stessi campi, accanto a uguali architetture, di fronte agli stessi orizzonti che però si stagliano sotto cieli sempre rinnovati. Cambiano le luci e i toni, le ombre e le emozioni; se non cambiano è l’artista ad intervenire modulandoe virando i contrasti, smorzando quelli accesi e delineando sfumature raffinate, sfuggendo in tal modo alla volgarità che spesso viole l’armonia di certi luoghi preziosi. E’ il suo modo di amare Venezia salvaguardandola dalla superficialità e dalla fretta del quotidiano contemporaneo, per restituirle il senso del luogo unico e assoluto, di una bellezza antica che si rinnova secondo forme e ritmi che solo a Venezia possono essere  riconosciuti. Gli archi del lungo Ponte della Libertà che conduce al Tronchetto e al Piazzale Roma, aprono il “Preludio” che individua i luoghi simbolo della città: Palazzo Ducale; la Chiesa degli Scalzi accanto alla stazione ferroviaria; la Riva degli Schiavoni; lo Squero con le gondole in restauro. L’immaginario tradizionale riferito a Venezia, che ciascuno possiede nella propria memoria visiva, viene riavvicinato in chiave poetica sottolineando l’universalità di queste immagini che hanno davvero lo scopo di permettere un ricongiungimento, una globalizzazione, una unificazione esperienziale. Ogni visitatore che ha passeggiato in questi luoghi, ogni lettore che vi si ritrova e riaccende un ricordo, rivive un’emozione. Lo “Scherzo” documenta uno degli eventi che rendono questa città famosa nel mondo, il Carnevale con le maschere del Settecento i cui costumi di raso elegante, le trine, i pizzi e le acconciature rappresentano un’indiscutibile cifra stilistica del luogo, con i turisti che si accalcano in Piazza S. Marco, giocano con i colombi, seguono disordinati la propria Guida ascoltando le sue indicazioni, tutti vicini per il timore di smarrirsi nei labirinti affollati. Il “Presto con fuoco” rileva certe contraddizioni di stili e masse, negli equilibri precari e insieme eterni di Venezia: maestose sfilano le navi da crociera con il loro carico di volumi sovradimensionati; suscitando stupore le linee avveniristiche dei binari del tram e le scie di onde che inseguono barche veloci, protese verso il futuro che attraversa la quiete della laguna. Poi sopraggiunge la dimensione del tempo lento. Conclude la Suite l’ “Adagio”. Mario Vidor guida il vostro sguardo su un particolare, un frammento, un simbolo. La parola AMORE, scritta sul selciato, rappresenta la chiave di lettura di questa serie di lavori. Con attenzione amante osserviamo il lucchetto a forma di cuore, la leggerezza della foglia posata sulla bitta, il profilo della scultura protesa su un fondale sfocato, il ritmo sempre identico del gondoliere davanti alla maestosità della Salute, la mamma col bambino intenta a leggere un grande quadro monocromo entro l’Arsenale. La lentezza dei ritmi veneziani qui si esprime come valore raro, come piacere assoluto. Mario Vidor se ne appropria e ne fa omaggio, suggerendoci la possibilità di rileggere e reinterpretare la relazione che instauriamo con il Tempo oltre che con il Luogo, per assaporare quella bellezza che contraddistingue, oggi e sempre, l’uomo.   Alessandra Santin

PETER ZSUFFA

Peter Zsuffa nasce il 13 maggio 1966. Si laurea a La Belle and Applied Arts School come orafo. Dal 1984, presso l’atelier del maestro orafo  Gabor Racz (Presidente dell'Associazione Internazionale di Arte smalto dell’Europa dell'Est) perfeziona l’arte della smaltatura. Presenta diverse mostre collettive e personali (Mindszentkálla Internazionale Triennale smalto, Olaf Palme House Budapest, Kunsthalle di Budapest). Dal 1990 diventa membro fondatore del READY-St. Lucas Arts Guild. Insegna l’arte della pittura a smalto di metalli in diverse scuole. Per anni presenta opere smaltate, dipinge medaglie e distintivi importanti.Riscuote numerosi consensi nell’arte sacra all’interno di diverse chiese e con stemmi locali e statali ad esempio nell’ufficio del Sindaco di Budapest, Palazzo Sándor, si può ammirare  uno storico smalto con lo stemma dell’ Ungheria (lavoro congiunto con Gabor Racz) Inoltre ottiene buoni risultati anche nel desing di interni e con foto artistiche.

KRAUSZ MARGIT

Margit Krausz è nata il 26 aprile 1956 a Budapest.Trascorre la sua infanzia a Pestlőrinc, dove già dimostra  un interesse verso l’arte e le cose creative.Si è laureata presso la facoltà di disegno József Attila di Buda. Nei suoi quadri esprime il quotidiano  con le gioie e i dolori, la ricerca della  felicità e la perdita, tutto è un continuo rinnovamento. La  vita di tutti i giorni dona momenti belli e meno belli, che racchiude  nelle sue opere che sono  fonte di  riflessione e al contempo suggestive. Osservando le sue opere si entra  in contatto diretto con l’artista trovando un punto di incontro speciale e nel processo solitario interiore della creazione, alla fine, ci si ritrova compagni di viaggio.

SZENTPÉTERVÀRI LUDMILLA

Museum Hotel Budapest Trefort utca 2, Budapest, Ungheria

udmilla Szentpétervari è nata a San Pietroburgo il 20 gennaio 1956 e a 27 anni si trasferisce in Ungheria. Fin da bambina il disegno e la pittura catturano la sua attenzione, a questa passione dedica i suoi studi universitari. Tutta la sua vita è influenzata dalla ricchezza artistica della sua città natale. I dipinti parlano di umanità, comprensione dell'universo, approccio con la religione e amore. I suoi lavori sono espressione di movimento e giochi di luce cercando di rendere visibile l'invisibile, penetrando il tempo del mondo, unendo alla bellezza della vita materiale le infinite forme di esistenza. L'esposizione si è tenuta presso la Galleria d'arte dell'Hotel Museum di Budapest, con la curatela di Marta Czinder Mányainé.

ADO FURLANETTO – viaggi dell’anima

VIAGGI DELL'ANIMA Torna alla “Luce”, Ado Furlanetto, nella realizzazione di questa ultima serie di opere preziose. In essa l’artista rende esplicito l’indicibile, il mistero della vita nel presente, la bellezza che egli intravede nell’esperienza più concreta, nella luce, appunto, del respiro della vita. Ovunque affiora il senso di una Natura benigna e feconda; ovunque il volo di elementi poetici, cari alla sua ricerca, ritorna ancora e ancora per indicare un percorso necessario, per dichiarare l’armoniosa via salvifica del mondo naturale. Per questo nelle sue opere recenti si rarefanno gli elementi, lasciando ampi squarci al vuoto, che si manifesta nel riflesso di nuvole bianche su acque correnti purissime. I temi ambientali, tanto cari al contemporaneo, qui si ribadiscono in modalità sempre più raffinate, eleganti e indispensabili insieme. La vita delle crode, il passo sui sentieri dei magredi, le correnti delle acque appena affiorate dal sottosuolo amato… sono ritratti con attenta precisione, arricchiti da letture silenti e profonde, da velature, da sfumature che spesso si accendono e si intensificano. Non resta che ammirare ogni lavoro disponendoci come di fronte ad una finestra su un paesaggio familiare. Sono i nostri cieli, sono i nostri passi sul sentiero, sono i nostri desideri lenti e potenti quelli che ritornano e si sviluppano davanti al nostro sguardo. Le strutture architettoniche presenti, date per accenno e per assenza di colore, fantasmi di interventi umani sul territorio, dicono di sé come gli altri elementi non prodotti dall’uomo: i rami e le fronde, gli avvallamenti e i dossi sul crinale del mondo. Queste presenze lineari antropiche, ubbidienti alle geometrie costruttive si fanno fin da subito nuove cifre stilistiche, importanti perché sobrie e rare, perché portatrici di significati profondi: la necessità di meditare sull’intervento umano, la possibilità di creare dialoghi armoniosi con l’ambiente, la necessità di rintracciare sempre una bellezza possibile, nei rapporti tra gli elementi culturali e quelli naturali. Questo il suggerimento e l’auspicio che Ado Furlanetto esprime da sempre nella produzione della sua arte; ma nelle ultime realizzazioni il messaggio sembra più consapevole e più determinato. Esso è il luogo in cui compiere quei “Viaggi dell’Anima” che qualificano la vita, che rendono più umano il presente, più dolce e luminoso il desiderio di futuro. Alessandra Santin

TOPPAZZINI, i Frammenti del Tempo

Chiesa della Madonna dell'Orto Cannareggio, 3512,, Venezia VE, Italia

La Fondazione Giovanni Santin Onlus ha dato il suo sostegno alla mostra di Toppazzini, "Venezia Frammenti del Tempo" , con curatela di Alessandra Santin, che si è svolta presso il chiostro della Madonna dell'Orto di Venezia dall'11 aprile 2015 al 22 Aprile 2015. ANGELO TOPAZZINI Venezia. I Frammenti del Tempo. Il mutamento continuo e la mancanza di stabilità che caratterizzano il nuovo Millennio, scandito da eventi straordinari e dal ritmo frenetico del quotidiano, rappresentano la dimensione poetico-esistenziale di Angelo Toppazzini, che nella mostra di Venezia, negli spazi prestigiosi del Chiostro Tintorettiano, trova coincidenze e suggestioni particolari. Le infinite manifestazioni del presente, che troppo velocemente si dissolvono, sembrano potersi stabilizzare sul muro di mattoni e sul cemento, non più materiali indifferenziati ma luoghi capaci di ospitare con continuità e nel tempo la storia dell’uomo. in tutta la sua varietà e verità. Venezia nei suoi muri, nei chiostri, nelle sue calli, nelle opere d’arte,… raccoglie i riflessi  della Storia,  i frammenti che Angelo Toppazzini registra e conserva come immagini e come visioni, salvandole dalla dimensione liquida del presente. È di cemento il video che entra incessantemente nelle nostre case; sono di ferro il cellulare e i suoi giochi visivi; le foto e la memoria; i pezzi di lettura che ospitano gli ultimi lacerti del giornale di ieri e della vita di oggi. La materializzazione operata dall’artista, nelle cementificazioni e sulle lastre di ferro arrugginito dal salso, ripropone il desiderio di una pace interiore prima che esteriore. Quando i linguaggi digitali della multimedialità interrompono la realtà e accelerando la progressiva “perdita dei contorni” influenzano la “perdita di significati e di valori”, l’arte di Toppazzini disvela e solidifica. Attraverso la pittoricità della sua scultura egli registra quelle relazioni nella quali l'uomo di domani potrà ancora riconoscersi come autore e spettatore, vero protagonista consapevole. Immerso poeticamente nella complessità del mondo visivo Angelo Topazzini ricorda il respiro originario di ciascuno, la forza della Storia, il farsi silenzioso della Natura nel susseguirsi ritmico degli anni e delle stagioni. Egli intravede le conseguenze spesso imprevedibili delle scelte di oggi, le possibilità insite nei pensieri, nelle emozioni e nei saperi. Tutte le relazioni, che intercorrono tra le immagini e la materia, tra la fissità delle calli e la vitalità dell’acqua marina, sono ricondotte all’uomo,  restituite al presente del suo tempo in cui è sempre l’assenza che canta, che chiama, che interpella. Le opere più recenti di Angelo Toppazzini esprimono un nuovo bisogno di pacificazione, di incontro e dialogo. La sfera, in particolare, simbolo di una sintesi perfetta tra tensione ed equilibrio, ferita e sutura, ha assunto in sé questo compito di rivisitazione e superamento della distruzione, per esprimere una bellezza rinnovata e duratura. Posta nello spazio del Chiostro essa determina una direzione dello sguardo e la circolazione nello spazio. Orienta l’andamento di ciascuno nel luogo espositivo. La corrente di movimento si fa più fluida e liquida per  ricondurre ciascuno là dove l’artista desidera ritornare, nel principio vitale in cui ogni elemento concatenato detta il ritmo, l’interpretazione e il respiro. Il comprendere torna ad essere azione ed assunzione di un punto di vista  mobile e soggettivo, condiviso dal “flusso” che pone in atto una comunione. Angelo Toppazzini, nella cura dell’esposizione che definirei per certi aspetti Installazione, ricrea un legame di contatto che qualifica lo spazio e ripropone in esso il senso dell’armonia vitale. Il nostro sguardo è chiamato alla lettura in forma di canto, seguendo il susseguirsi delle opere come fossero onde, note di partiture musicali che riflettono i frammenti della Storia. A Venezia più che altrove essa si sedimenta sui muri per narrare ancora, per dire di nuovo, per rivedere un futuro di pace possibile.   Alessandra Santin

PATRIZIA SERENA

Galleria d'Arte Hotel Santin Via delle Grazie 9, Pordenone, Italia

La Fondazione Giovanni Santin Onlus ha sostenuto l'evento che si è svolto sabato 24 Aprile 2015, presso l'Hotel Santin, a Pordenone in via delle Grazie 9. Durante la degustazioni di vini, offerti dalla cantina Rive Col de Fer di Caneva, si sono potuti ammirare i Mosaici dell'artista Patrizia Serena.  

FRANCESCO DE FLORIO

La Fondazione Giovanni Santin Onlus ha dato sostegno alla mostra di Francesco de Florio , " Shape,tra terra e cielo"  presentazione a cura di Alessandra Santin. FRANCESCO DE FLORIO SHAPES. "Ogni uomo appartiene ad un luogo e la sua visione del mondo dipende dalle proprie radici." Eduardo Chillida   In un’epoca dove domina l’incertezza e l'esperienza dell'inquietudine rimette in discussione ogni punto di riferimento, la conoscenza si manifesta in modo frammentario ed incompiuto e i confini dell’esistenza si modificano continuamente, rendendo necessario "ri-orientarsi nel pensiero” per produrre sempre nuove rappresentazioni. Partendo da questa serie di questioni alla fine degli anni Ottanta, dopo gli esordi figurativi, Francesco De Florio orienta la sua ricerca ai linguaggi dell'Informale, e ridisegna una nuova personale visione del mondo. Fin da subito l’artista produce opere complesse che rappresentano la difficoltà di esperire la fluidità sensibile del quotidiano. In esse la forza del dissenso si dispiega con intensità centrifuga e si relaziona con il piacere di registrare quei mutamenti strutturali e sociali della nostra cultura, che aprono nuove vie e inedite possibilità. Francesco De Florio traduce da allora la frammentazione della linearità con gesti ritmati, singoli, dati di getto con l’uso della spatola e del rullo. Lo spazio complessivo delle opere riconduce alla pienezza. La composizione per campi regolari ricorda le piante delle grandi metropoli, i quartieri e le piazze in cui si ripetono le medesime esperienze cognitive ed affettive, collettive e individuali, pubbliche e private. La contrazione della durata e l’accelerazione del divenire si esprimono con linee morbide, volanti e diagonali che percorrono lo spazio labirintico quasi in volo, come farebbe un fiume che si apre la strada formando anse larghe e contenenti. In esse le correnti si placano ma solo per un poco. Tutto ciò si manifesta fin da subito attraverso segni portanti trasversali, veloci, liquidi ed incisivi. La compresenza di tanti elementi caratterizza lo spazio che già si diceva appare denso, pregno di dati accostati per opposizione più che per dialogo e sintonia. La tavolozza si rivela sensibile tanto ai colori caldi e pastosi quanto alle tinte aeree, fredde, date per velature. Con il proseguire della ricerca, agendo per sottrazione e per operazioni analitiche minimali, l’artista sviluppa percorsi che privilegiano diverse dimensioni concettuali e stilistiche. In ciascuna l'arte e il pensiero  dell’artista sono capaci di istituire un luogo, non dunque uno spazio colto a livello visivo nelle sue tre dimensioni, ma un «luogo», il «mondo in cui l’uomo è» ossia abita, costruisce, pensa (anche ma non solo poeticamente). Quando Francesco De Florio sottolinea l’esperienza della volatilità del tempo (che istituisce su altre basi il vissuto quotidiano dell’urgenza) trasforma la successione in una serie di punti e di volute che si affermano quasi in modo indipendente l’uno dall’altra, secondo la logica dell’istante che oggi siamo soliti chiamare -tempo reale-. Questa nuova serie di opere riconducibili all'Astrattismo lirico sviluppa il senso di  quelle forme, Shapes, intime e vitali, che si sottraggono solitamente allo sguardo distratto, ma che ad una lettura più attenta offrono visioni di profondità e meditazione. Nella serie di tele in cui le tecniche dell’Astrattismo geometrico sembrano invece prendere il sopravvento, certe linee dell’orizzonte si ripresentano nella loro portanza, riconducendo la visione alla dimensione più nota del paesaggio tradizionale, ma la scelta dell’angolo prospettico muta la relazione con la terra dell’uomo. Se gli orizzonti si abbassano ecco la prospettiva aerea condurre il nostro sguardo verso l’infinito e oltre;  se invece l’orizzonte appare alto nello spazio dell’opera, il senso del limite si rivela in tutta la sua potente valenza costrittiva. Le forme dell'aria, Shapes ritmiche e pervasive, rimettono in campo il senso “materico” sia nel colore che nella massa, stabilizzando contesti, ostacoli,  indicazioni di meta, sensi di pace possibile, indicazioni di viaggi inattesi. Anche quando l’artista utilizza pastelli o acquerelli la cifra stilistica e i contenuti rimangono immutati, rendendo ogni tipo di lavoro espressione compiuta del suo sentire, sempre intenso e significativo. In ogni opera l’arte sorpassa la vita e la ri-guarda, come vissuto sensibile alle relazioni preziose tra Shapes esigenti e silenziose. Mai silenti.   Alessandra Santin

KOÓ ÉVA LÍDIA

Koó Éva Lídia nel 1962 si laurea alla Facoltà Universitaria di Scienze Mediche nella Facoltà di Medicina e Chirurgia. Sempre attratta dall’arte e dalla pittura, è influenzata dalle opere di Braque e Ermo Fisher. I suoi maestri sono discepoli di Fisher e Giovanni Kiss che le trasmettono fedelmente le loro tecniche. La passione per l’arte astratta e l'amore per gli animali, in particolare cani e cavalli,vengono espressi simbioticamente nei suoi dipinti. Negli ultimi anni partecipa ad una serie di mostre collettive e individuali con i propri quadri.  

POPE FORMA E COLORE

Chiesa della Madonna dell'Orto Cannareggio, 3512,, Venezia VE, Italia

La Fondazione ha dato sostegno alla Finissage Mostra POPE "Forma e colore"  curatela di Alessandra Santin. Visita guidata della chiesa dell Madonna dell'Orto di Venezia e concerto del complesso vocale-strumentale "Antonio Lotti" di Venezia. Chiesa della Madonna dell'Orto Chiostro Tintorettiano di Venezia 3-18 Maggio 2014.

AGNES VARGA

Museum Hotel Budapest Trefort utca 2, Budapest, Ungheria

La Fondazione Giovanni Santin Onlus ha esposto le opere di Agnes Varga presso la galleria d'arte dell'Hotel Museum di Budapest dal 01 Giugno al 28 Giugno 2015. La mostra è stata curata da Marta Czinder Manyain.  

9° SIMPOSIO FOTOGRAFICO

La Fondazione Giovanni Santin Onlus ha patrocinato la mostra fotografica "Vedere Oltre", realizzata con la curatela di Alessandra Santin. 9° simposio fotografico ha avuto luogo presso la Galleria Comunale " La Loggia", il Centro Arti Visive e le " Ex Prigioni" a Motta di Livenza dal 06 Giugno al 05 Luglio 2015.   ALAIN SANTIAGO SIMMETRIE …. CON NOE’. La simmetria centrale è largamente diffusa in Natura, sia nel mondo animale e vegetale che in quello minerale. Il suo particolare fascino e l’eleganza formale hanno sempre attratto l’attenzione dell’uomo. Infatti nelle espressioni creative la presenza di simmetrie, armonia ed equilibrio testimoniano fin dall’antichità la stretta relazione che tali concetti realizzano tra scienza, estetica e arte. Tra gli artisti, emblematica è la ricerca di Maurits Cornelis Escher (1898-1972), affascinato tanto dai mosaici moreschi dell’Alhambra  quanto dai motivi geometrici, reali e di fantasia presenti in Natura. Su questo filone estetico si inserisce il lavoro più recente di Alain Santiago. Durante i suoi viaggi l’artista raccoglie immagini di architetture e luoghi in cui la dimensione lineare, coloristica e grafica testimonia (anche involontariamente) la propensione allo sviluppo di forme lineari simmetriche. Questi elementi segnici, grafici, si prestano in un secondo momento ad interventi di composizione digitale, mirata ad enfatizzare determinate regolarità, equilibri, astrazioni geometriche-scenografiche-simmetriche.  Le rappresentazioni che si vanno costituendo, spesso impossibili e irrealizzabili, quindi  “inutili”, possono essere apprezzate da uno sguardo altro, animale, libero da esigenze di opportunità, realizzabilità e senso. Il gatto Noè è l’unico in grado di muoversi con elegante naturalezza in questi nuovi orizzonti. Alain Santiago, con ironia ma anche con consapevole determinazione, affida a Noè il compito di dialogare senza interpretare, senza comprendere la realtà contemporanea più poetica, bella proprio perché superflua, misteriosa, “mai vista”. Con evidente indifferenza Noè si dispone a vivere il presente nel “luogo che non c’è”: spazio virtuale, colorato e complesso, frequentato più spesso dalla video arte che dalla fotografia più tradizionale. Alessandra Santin ALIDA  CANTON VISIONI & COMPLESSITA’ Alida Canton esplora e si sofferma sulle compresenze e le contraddizioni che si incontrano nelle città italiane più note: Venezia, Milano, Roma. Il suo  sguardo percorre le architetture emblematiche in bianco e nero e gli scorci inattesi realizzati a colori, con medesimo stupore ed uguale attenzione, cogliendo i riflessi storici sulle superfici traslucide contemporanee. La merce in vetrina dialoga senza timore, senza preconcetti o inutili selezioni con i reperti antichi, con le sagome delle persone che percorrono le vie e le piazze per i motivi più diversi (lavoro, turismo, necessità, scelta o imposizione…). C’è chi è solo con il proprio cellulare, altri sono persi in loro stessi o in qualche amore, schiavi di un desiderio pilotato, liberi in un sogno rincorso, prigionieri di un rimorso, un rammarico, un vuoto. Le armonie cromatiche, i contrasti di luce, i cenni delle relazioni e delle solitudini, gli accenti sui limiti e i confini rappresentano gli eventi quotidiani e raccontano la vita nelle nostre citta, sotto lo sguardo in pietra dell’angelo, contro il cielo mai completamente sgombro di nubi. Questa molteplicità, questa complessità accolta più che giudicata, rende le opere di Alida Canton una perfetta lettura del contemporaneo urbano, dove l’esistenza si ripete e l’enigma si interroga in ogni modo possibile. Alessandra Santin CESARE GENUZIO DA VARSAVIA AL PAESE DI TEMPORALI E DI PRIMULE La direzione dello sguardo e le finalità del viaggio illuminano in modo diverso gli stessi luoghi, colorano le atmosfere degli eventi, mostrano particolari altrimenti nascosti o sottesi. Cesare Genuzio, mentre si trova a Varsavia per documentare l’avanzamento dei lavori condotti dalla Ditta Cimolai di Pordenone nella realizzazione dell’imponente Stadio Nazionale, si è dedicato anche alla ricerca  di documenti per ricostruire la storia della famiglia d’origine di sua moglie, colpita tragicamente dalla persecuzione degli ebrei, durante la seconda guerra mondiale. Le due sezioni della mostra illustrano quindi due percorsi visivi che pur essendo differenziati per contenuti e significati, restituiscono una cifra stilistica unica. La poetica di Cesare Genuzio, infatti, si caratterizza  per il rigore compositivo, la scelta meditata delle luci naturali, la presenza di poche figure umane che danno l’accento all’opera, il bisogno di recuperare una profondità del significato e un respiro del luogo e dell’evento. Per questo ogni singola opera indica un suo sentire personale, attento tanto all’analisi strutturale del pensiero, quanto alla dimensione  emotiva, mai superflua, della Storia, del Vissuto e del Tempo. Alessandra Santin CLAUDIA DEGANO LEJOS Y MUY CERCA Lontano e molto vicino (Lejos y muy cerca) è un progetto su cui l’artista Claudia Degano lavora da molto tempo. Vuoi per la storia personale che l’ha portata a vivere in Argentina e a viaggiare in solitaria in America meridionale; vuoi per un interesse personale che la porta a riflettere sui temi dell’interculturalità, dell’integrazione , dei rapporti di genere e tra i sessi, la Degano ha cercato una figura emblematica che rappresentasse una sintesi della complessità del vivere contemporaneo. L’Angelo ha offerto una felice apertura a molte questioni problematiche, in primis il tema della nascita e della vita, dell’accompagnamento e del rispetto che ciascuno deve avere. Le lunghe ali costruite con cura dall’artista offrono possibilità inedite di vicinanza estrema e di elevazione, per raggiungere qui punti di vista -alti e altri- che illuminano visioni nuove, possibili solo attraverso sguardi liberi da preconcetti e pregiudizi. Per questo gli angeli di Claudia Degano pur assumendo posture e movenze classiche, dialogano con il qui ed ora: accolgono tra le braccia la ragazza punk, sono madri gravide, padri amorevoli, viaggiatrici in treno, giovani ferite in ospedali abbandonati. Per questo i suoi angeli rendono visibile la dimensione più spirituale dell’uomo accanto a quella carnale. Altri poeti si sono interrogati su queste figure contempoareamente tanto lontane e vicine a noi; Rainer Maria Rilke è forse il più citato tra i poeti. Io vorrei concludere con le parole dello scrittore James Hillman “Occorre avere occhio per l’invisibile, chiuderne un poco uno ed aprire l’altro su l’altrove: è impossibile vedere l’angelo se prima non abbiamo l’idea dell’angelo”, e continua affermando: “I nostri corridoi sono così angusti e bassi che gli Invisibili devono contorcersi

PAOLO DIZIO CIOT

Galleria d'Arte Hotel Santin Via delle Grazie 9, Pordenone, Italia

Dal 26 Giugno 2015, presso la hall dell'Hotel Santin di Pordenone, sono state esposte le opere fotografiche Paolo Dizio Ciot.

NAGY ERNŐ

Nasce il 28 agosto a Felnémet, Ungheria. Nel 1953 si  laurea presso l'Accademia di Belle Arti Ungherese, i suoi maestri sono stati Domanovszky Endre, Hincz Gyula Pap Gyula. Dal 1953 vive e lavora a Eger. Ha insegnato presso il Teacher Training College a Eger fino al 1986. Ha organizzato diverse mostre individuali e collettive in diversi paesi europei. Ogni anno, dal 1953 organizza  a Eger una mostra: la  Violent County. Il suo percorso artistico fa trasparire il suo un rapporto intimo con la natura che permane in tutti i suoi lavori. Nelle sue opere vuole portare un significato simbolico rappresentando motivi quasi tangibili, come un paesaggio di campagna o una natura morta.

LA FELICITÀ ESISTE

Galleria Celso e Giovanni Costantini Castions, Italia

"LA FELICITA' ESISTE", di Ugo Tonizzo e collettiva di artisti coevi, dal 22/09/2015 al 29/11/2015 presso la Galleria Civica d'Arte "Celso e Giovanni Costantini" di Zoppola. Curatela di Alessandra Santin. Il 15 Novembre Marco Minuz ha tenuto un incontro su "l'arte in Friuli". L’artista è davvero un essere speciale, una persona con una dote in più, capace insieme ai poeti di cogliere l’essenza delle cose e di renderla se non comprensibile, almeno capace di evocare sensazioni, emozioni, riflessioni. Dopo il successo degli anni scorsi, il Comune di Zoppola torna a celebrare i propri straordinari artisti. Questa terza edizione e’ dedicata a Ugo Tonizzo, persona di rara sensibilità, saggezza e grande umanità. Nell’esposizione, allestita nella splendida cornice della Galleria Civica d’Arte “Celso e Giovanni Costantini” e organizzata con la collaborazione degli Amici della Galleria, emerge così un ritratto sfaccettato, realizzato grazie anche alla presenza di dipinti mai mostrati in un evento pubblico. Le opere conducono il visitatore nella fucina di uno sguardo tenacemente personale, frutto di un’ininterrotta ricerca in grado di percorrere, in più di 70 anni, tutte le suggestioni del Novecento tenendo ben saldo l’interesse per il figurativo. Affascina che molti lavori della mostra popolino normalmente quello spazio magico e intimo che è lo studio di Ugo: è in quel laboratorio di creatività che sono maturate negli anni idee nuove e paesaggi affascinanti ed è cresciuta quella verve che lo caratterizza. Oltre ad essere momento di riflessione sull’opera, la mostra è anche segno di quella gratitudine che il Comune di Zoppola vuole continuare a tributare al pittore, insegnante di molti artisti e cantore del nostro territorio di cui ha narrato le metamorfosi e in cui ha sempre vissuto e amato. E’ un inno anche all’amicizia, quella vera che Ugo ha saputo coltivare nel corso di una lunga carriera con i tantissimi artisti friulani, veneti che oggi hanno accolto l’invito di esporre insieme a lui. Un ringraziamento speciale a Ugo Tonizzo per l’entusiasmo e le emozioni che ci ha regalato in questo percorso, alla sua splendida famiglia, alla generosità degli Amici della Galleria che hanno dedicato tempo, anima e passione per onorare il “Grande Maestro”, ad Alessandra Santin, eccellente critica dal cuore grande, a Silvio Ornella con il suo sguardo oltre l’immaginario, a Roberta e Silvia, straordinarie collaboratrici e Giorgio Rosin per la paziente elaborazione dei testi. “La Felicità esiste”, questa è la più bella eredità di un uomo, un maestro, un artista. Il Sindaco Dott.ssa Francesca Papais “Non c’è momento migliore di questo per essere felice” (Madre Teresa di Calcutta) La Terza Edizione di Arte in Palazzo celebra la vita del decano degli artisti di Zoppola, il castionese Ugo Tonizzo, e le opere degli artisti del Triveneto a lui vicini per sentire e formazione. La pittura, dal punto di vista tecnico, si impara e si trasmette, ma ciò che Ugo Tonizzo ci mostra è l’espressione di sensibilità e di essenza che ha contraddistinto la sua arte, la quale è anche esplorazione delle regioni più profonde dell’intimità individuale. Un messaggio di travolgente amore per la vita si snoda tra le tele esposte come un filo rosso che guida il visitatore tra equilibrate composizioni floreali, ricordi di paesaggi naturalistici e delicati volti che, appassionatamente disegnati, rivelano sentimenti che solo l’animo di un vero artista sa cogliere e rendere nella sua essenzialità e forza. Queste opere manifestano la presenza dell’umanità in ogni individuo: la positività del messaggio di Tonizzo possa varcare le porte della Galleria Costantini e accompagnarci nel quotidiano. Sì, la Felicità esiste. Il Conservatore Dott.ssa Roberta Zanchet     Organizzare questa mostra è stato come, voler proseguire a dialogare con Ugo, mettendo a fuoco quello che negli anni lui ci ha donato. Perché Ugo, decano degli artisti di Zoppola, è sempre stato un entusiasta e instancabile promoto- re delle varie iniziative del territorio, che profondamente sente e ama, con le sue luci e sfumature. Coinvolgente amico nel dialogo artistico e nel gesto tecnico mai pienamente appagato nella ricerca dei migliori risultati espressivi. Quello che doveva essere un modo per onorare un artista e un uomo schietto e sincero, Ugo con la sua ironia, la sua umana saggezza è riuscito ancora una volta a farci da “Maestro” trasmettendo a tutti noi il suo bagaglio culturale e artistico acquisito nella sua lunga vita. Sta a noi saper raccogliere ciò che lui ha saputo seminare, con i colori della sua tavolozza e la sua innata galanteria … … grazie Ugo. Il Presidente dell’Associazione “Amici della Galleria Civica d’Arte Celso e Giovanni   "LA FELICITÀ ESISTE" di Alessandra Santin  “La Felicità esiste”, mi saluta con queste parole definitive il pittore Ugo Tonizzo. Il tono è serio, convinto, distante dall’ironia che caratterizza solitamente i suoi dialoghi. C’è una certezza, una fede nella Felicità che rende ogni altra affermazione superflua. - Io l’ho avvertita qualche rara volta mentre dipingevo, mentre una ricchezza e un’energia insospettate mi permettevano di ricercare quella bellezza che sapevo di poter realizzare con le mie mani, disegnando e dipingendo. Ma la vera Felicità mi è apparsa come certezza da poco: come luce e come respiro interiore che mi fanno vivere anche questa parte della vita, sempre particolarmente difficile, con una serenità che non mi aspettavo. La Felicità è la mia destinazione -. C’è in questo Ugo Tonizzo tutto il fuoco della passione che ha guidato per intero il suo percorso artistico. Fin dall’inizio (quando si avvicinava alle tecniche del disegno e della pittura attraverso Corsi presso l’Istituto Volontà di Roma; frequentando gli Studi di colleghi pittori quali Zuccheri, Jus, Tramontin, …; partecipando a concorsi e ad ex-tempore nazionali… ) nelle sue opere si incontrano presenze ed armonie che fanno riferimento al Naturalismo Veneto. Ogni genere è avvicinato con semplicità ed estrema attenzione. I dettagli e gli elementi presenti, raffigurati così come si vedono, danno forma alle prime composizioni floreali equilibrate, capaci di accogliere le vibrazioni della luce calda, al tramonto, sui fiori umili raccolti negli orti e nei piccoli giardini di campagna. In vasi di fortuna questi mazzi naturali convertono le emozioni in petali turgidi, come le poche pennellate necessarie alla loro

B. MOLNÁR ZSUZSA

Ha frequentato l’Accademia di Belle Arti con i maestri László Andor Kantor e Ridovics, esponenti dell’associazione dei Pittori Ungheresi. Studia nel dipartimento di vetro decorativo e questa passione diventa la sua professione. Segue diversi corsi con artisti e scultori professionisti, quali Kocsis, Mihály Bakonyi  ed Endre Sipos. Dal 1997 pittrice viene nominata dalla Società dei Pittori Ungheresi un’artista professionista. Rappresentata il mistero,  con acrilici e oli su tela, sul tema religioso. Dipinge tutto ciò che la circonda, ciò che la emoziona, usando contrasti di colori che rendono l’effervescenza della forma come contrasto tra la realtà e la pace della mente.

ED IN MEZZO… PORTOPICCOLO UN LIBRO FOTOGRAFICO DI MARIO VIDOR

..E nel mezzo Portopiccolo   Il contemporaneo reinterpreta la materia come forza e il vuoto come un campo "potenzialmente attivo". Secondo la teoria dei campi, il vuoto "fisico" è una realtà che vive e che s'inseriscenel processo continuo della creazione.  Mario Vidor ancora una volta dimostra la sua vicinanza alle categorie più rappresentative della cultura contemporanea, e percorre con la sua macchina fotografica un lungo tratto di costa triestina, a partire dal vuoto simbolico del golfo di Portopiccolo, che si trova a metà strada tra il castello di Duino e quello di Miramare. Sta giusto nel mezzo, nota l’artista. Nel mezzo tra cielo, terra e mare e rappresenta simbolicamente il giusto punto di relazione da cui partire per un viaggio di conoscenza e scoperta di questo territorio: in mezzo tra un passato di natura e un presente di esistenza vitale. A caratterizzare lo sguardo dell’artista il desiderio di cogliere le diverse specificità, di rendere la complessità e la dimensione del divenire che qualificano non solo l’ambiente, ma soprattutto la vita che in esso si sviluppa. Fiori spontanei illuminano gli scogli; allevamenti di mitili disegnano splendide geometrie sul mare; gabbiani e cormorani si riposano sui moli; terre e pietre arse dal sole, percorse dal vento delineano il profilo morbido del Carso, attraversato da sentieri naturalistici e culturali. I Castelli e i loro parchi, le fontane, le sculture, i bambini in gioco, le persone in visita, i dettagli e le testimonianze del passato e del presente, tutto merita l’attenzione partecipata di Mario Vidor che sceglie il quotidiano, i colori e le luci del presente per restituire atmosfere reali. Il centro di Portopiccolo offre spunti particolari di confronto e apprezzamento, tanto per la costruzione quanto per il progetto e la riqualificazione di un territorio ferito dai lavori di cava, abbandonati da tempo. Mario Vidor cerca tracce di questo passaggio in quanto riflessioni che riguardano tutti quegli aspetti naturalistici, storici e sociali ad essi sottesi: tutto ciò gli permette l’utilizzo di atteggiamenti estetici fondati sulle relazioni culturalmente determinate, esistenti tra scelte architettoniche e visioni del mondo. La forma che autosignifica, l’ordine ricercato, l’equilibrio strutturale, l’esteriorizzazione della norma altro non sono che espressioni della concezione dell'arte di Mario Vidor. Attraverso la fotografia egli estrae la sostanza delle azioni vitali che classifica e descrive, secondo teorie formalistiche contemporanee all’interno di un astratto mondo di archetipi atemporali. Alessandra Santin MARIO VIDOR è nato nel 1948 a Farra di Soligo, Italia. Ha tenuto numerosissime mostre personali nelle principali città italiane ed estere tra le quali Pechino, New York, Vancouver. Affascinato dalla pittura e dai grandi artisti del ‘900, nelle sue opere racchiude l’interesse sia per il paesaggio contemporaneo, che per l’equilibrio e l’armonia del corpo umano.  

IL MUSEO DEL MONDO

"IL MUSEO DEL MONDO" di Melania Mazzucco   Ogni quadro, ogni opera vista in una chiesa o esposta in una galleria, lascia qualcosa a chi la guarda. E ogni incontro fortuito può tramutarsi in un vero e proprio innamoramento, in una folgorazione, addirittura in una rivelazione. L'inizio di un'avventura. Create per fede o per soldi, per mestiere o per amore, le opere d'arte che Melania Mazzucco non è mai riuscita a dimenticare abbracciano cinque continenti, dall'antichità ai giorni nostri. Create come amuleti, preghiere o bestemmie, da uomini e donne, cacciatori e stregoni, assassini e santi, illetterati e intellettuali, nessun museo reale riuscirebbe mai a contenerle. Un museo immaginario, invece, potrebbe dimostrarsi all'altezza dell'impresa. Tra i dipinti più amati, Mazzucco ne ha selezionati cinquantadue - "solo opere di artisti coi quali vale la pena trascorrere del tempo" - e, dopo una rigorosa selezione, ha deciso di raccontarli su "Repubblica" nell'arco di un anno, in una rubrica settimanale. Questo volume raccoglie le storie e le immagini di quelle opere che diventano presenza, specchio di un pensiero, indelebile emozione, scintilla di significato del mondo.  

KŐBÁNYAI FINE AND APPLIED ARTISTS ASSOCIATION

Dal 01 al 30 Novembre 2015, presso la galleria d'arte dell'Hotel Museum Budapest, la Fondazione ha ospitato la mostra collettiva di 12 membri della "Kőbányai Fine and Applied Artists Association".

KOSCH PÉTER

Noto grafico ungherese, nato nel 1948. Zoltan Nagy e John Kass di Belle Arti di Budapest sono stati suoi maestri. Ha compiuto numerosi viaggi di studio in Transilvania, Germania, Svezia, Paesi Bassi e Austria. Ha conseguito numerosi premi tra cui il Terzo premio al Advertising Association. In chiave moderna e grottesca rappresenta le opere degli antichi artisti ungheresi e le tradizioni popolari arcaiche. E' autore di molti manifesti pubblicitari, loghi, gigantografie.  

Tényi Katalin

Grafica, ha frequentato  la Scuola di Belle Arti Applicate di Textile. Dal 1992 è illustratrice di libri e grafica pubblicitaria.  

FOHL FERENC

“Poche parole su di me.  Al primo tentativo sono stato ammesso all’Universitá Politecnica , dove sono diventato un ingegnere meccanico. Dopo il cambio del regime ho ottenuto la seconda laurea in economia e commercio e da li mi guadagno per vivere come commercialista. All’epoca i miei professori  mi diedero un insegnamento prezioso per la vita: degni successori di Kandó e Jendrassik possiamo realizzarci solo se cerchiamo instancabili risposte sensate a domande significative. Il professore Máriási Iván (Masznyik Iván) al dipartimento di disegno architettonico mi prese sotto la sua ala, seguendomi come se fossi un alunno privato. Dopo un paio di mesi mi fece conoscere il sig. Barcsay Jenő. Insieme si offrirono di insegnarmi tutto quello che sapevano, ma avrei perso il mio talento innato sotto la loro influenza. Ripenso sempre al mio maestro con immenso gratitudine, lui mi insegnò come poter essere maestro e alunno contemporaneamente, un autodidatta come Dalí. Da circa 40anni la pittura è la mia ossessione. Nel 2008, col mio caro amico Ruttka Feri, abbiamo fondato il museo “Fohlart Ruttka e amici”. Ruttka Feri ha dipinto e donato al Vaticano i ritratti di due Papi. Nel 2013 il Fohlart é stato assorbito dal Museo degli artisti, fondatori : Aknay János, Szkok Iván. Nel 2011 ho presentato la mostra “Poesia col pennello” presso la galleria dell’Hotel Museum Budapest ed ora sto presentando una nuova mostra intitolata “Assurdo e Satira della Pittura Grottesca”. L’anno prossimo presenterò nell’Abazia di Tihany “L’intuizione del degrado”. Una selezione dei miei dipinti si possono vedere al sito www.fohlart.hu  

FOHL FERENC

Museum Hotel Budapest Trefort utca 2, Budapest, Ungheria

“Poche parole su di me.  Al primo tentativo sono stato ammesso all’Universitá Politecnica , dove sono diventato un ingegnere meccanico. Dopo il cambio del regime ho ottenuto la seconda laurea in economia e commercio e da li mi guadagno per vivere come commercialista. All’epoca i miei professori  mi diedero un insegnamento prezioso per la vita: degni successori di Kandó e Jendrassik possiamo realizzarci solo se cerchiamo instancabili risposte sensate a domande significative. Il professore Máriási Iván (Masznyik Iván) al dipartimento di disegno architettonico mi prese sotto la sua ala, seguendomi come se fossi un alunno privato. Dopo un paio di mesi mi fece conoscere il sig. Barcsay Jenő. Insieme si offrirono di insegnarmi tutto quello che sapevano, ma avrei perso il mio talento innato sotto la loro influenza. Ripenso sempre al mio maestro con immenso gratitudine, lui mi insegnò come poter essere maestro e alunno contemporaneamente, un autodidatta come Dalí. Da circa 40anni la pittura è la mia ossessione. Nel 2008, col mio caro amico Ruttka Feri, abbiamo fondato il museo “Fohlart Ruttka e amici”. Ruttka Feri ha dipinto e donato al Vaticano i ritratti di due Papi. Nel 2013 il Fohlart é stato assorbito dal Museo degli artisti, fondatori : Aknay János, Szkok Iván. Nel 2011 ho presentato la mostra “Poesia col pennello” presso la galleria dell’Hotel Museum Budapest ed ora sto presentando una nuova mostra intitolata “Assurdo e Satira della Pittura Grottesca”. L’anno prossimo presenterò nell’Abazia di Tihany “L’intuizione del degrado”. Una selezione dei miei dipinti si possono vedere al sito www.fohlart.hu.”

Mario Vidor – PRELUDIO DEL TEMPO PRIMA

Mario Vidor "Preludio- del tempo prima" Al “Bistrot de Venise”, dal 02 al 16 Aprile, Mario Vidor ha presentato una selezione di scatti inediti, tratti dal suo nuovo libro fotografico, nel quale si cimenta nuovamente con il tema del tempo, che gli è particolarmente congeniale. Lo affronta, stavolta, ritraendo fotograficamente quei momenti che vengono definiti “del preludio”, quando si genera visivamente la percezione di eventi a venire. La mostra ha avuto il patrocinio della Federezione Italiana Associazioni Fotografiche FIAF.

Olimpia Biasi

Chiesa della Madonna dell'Orto Cannareggio, 3512,, Venezia VE, Italia

Chiostro tintorettesco, Venezia. Pomeriggio d'incanto. Sangue fuoco aria terra  i teleri perfetti di Olimpia Biasi.   E le garze  e le trasparenze che cullano insetti e animali nella brezza del tardo pomeriggio mentre le parole della curatrice Alessandra Santin risvegliano passioni segrete per  un inedito medioevo  al femminile, luminoso e alto. VENEZIA - Il Chiostro della Madonna dell’Orto ha ospistato dal 1 al 15 maggio la mostra della  pittrice trevigiana Olimpia Biasi che ha commentato il Libro delle creature di Hildegard Von Bingen formulato agli albori del Medioevo. Il mondo della badessa tedesca è un miscuglio di astrattezza e concretezza congeniale all'artista, da sempre impegnata in temi ecologici. Usando tecniche diverse, dalla pittura, alla grafica, alle installazioni, il mondo metafisico e insieme scientifico di Ildegarda viene interpretato e indagato per farne un recupero ideologico e poetico. Il nesso tra sapere e fare, intrinseco nella pratica delle tecniche artistiche, soprattutto al femminile si immedesima perfettamente sui testi di Hildegard. Lo zolfo, il sangue, il fuoco, l'aria, ma anche le garze brulicanti di insetti, il lupo e il caprone, le erbe aromatiche, il gufo.. trovano una identità anche nella cosmogonia mentale dell'artista e nella sua costante attenzione al mondo naturale, come pratica concreta. Allestimento e presentazione a cura di Alessandra Santin. Olimpia Biasi, trevigiana, si è formata a Venezia con i maestri dello Spazialismo, Bacci e Gaspari.  Dal 1972 espone in personali e collettive in Italia e all’estero (Sudamerica, Stati Uniti, Giappone, Cina, ex Yugoslavia, Francia, Svizzera, Ungheria…). E’ presente in collezioni pubbliche e private. Ha partecipato alla 54° Biennale di Venezia, Arsenale. E alla 55° Biennale (manifestazione collaterale). Attualmente lavora con materiali di riciclo, eseguendo installazioni che hanno come tema l’energia pulsante della natura e le sue implicazioni letterarie e poetiche.   Articolo tratto da: http://www.ilgazzettino.it/nordest/treviso/libro_delle_creature_ildegarda_von_bingen-1703716.html

RUDOLF GRISARD

Rudolf Grisard è nato il 4 maggio 1911, a Königsberg, est della Prussia, dal secondo matrimonio di Otto Grisard con Anna Grisard. Il piú piccolo tra 6 fratelli, ha cominciato a seguire la scuola a 5 anni a Hindenburg, della quale suo padre era preside e insegnante d’arte. Per questo motivo è cresciuto in un ambiente favorevole per la sua carriera artistica. Ha studiato all’accademia delle Belle Arti di Königsberg, e a Berlino dal professor Welthe. Nel 1935 ha sposato Elizabeth Hoppe, da cui ha avuto 5 figli. Nonostante all’epoca gli artisti controtendenza hanno dovuto affrontare molte difficoltá , è riuscito a creare la sua indipendenza economica. Ha partecipato alla seconda guerra mondiale e nel 1945 è stato catturato dagli inglesi. Riuscito a liberarsi nell’agosto dello stesso anno, ma non è riuscito a ritrovare la sua famiglia, che è riuscito a ritrovare in seguito. Ha continuato la mia carriera artistica insegnando all’universitá di Belle Arti a Berlino-Wessensee, ma durante l'assedio dei Sovietici ha dovuto abbandonare questo ruolo. Fino al 1949 ha tenuto dei corsi di „nudo” e „ritratto” presso l’universitá popolare di Berlino. Fino al 31 dicembre 1953 ha lavorato come docente nell’ istituto per la formazione degli insegnanti., dove ha insegnato pittura, disegno e scultura. Lo scioglimento del seminario ha interrotto la carriera come insegnante artistico. Dal 1958 ha una cattedra presso una scuola di economia, proseguendo comunque con la sua carriera artistica.

Vedere oltre – Adriana Iaconcig

ADRIANA IACONCIG WIDE OPEN WINDOWS I ritratti di Adriana Iaconcig possiedono il silenzio nitido e  assoluto degli esseri e dei luoghi inaddomesticabili: gli adolescenti e i prati.  Giovani e terre sassose, non ancora abitate dalla decadenza dell’umano, costituiscono immagini evocative archetipiche. Soggetto e luogo si presentano quali termini risolutivi per comprendere l’opera: nessun elemento è portatore di squilibri  e  nulla interrompe l’istante. L’immagine, per le sue caratteristiche intrinseche di medium tra soggetto e oggetto, si presenta come un momento unico di questa relazione enigmatica, tra mondo esterno e interiorità del protagonista ritratto. Il suo desiderio di autonomia è evidenziato dallo stare in relazione con l’ambiente senza appartenergli, dentro e contemporaneamente estraneo al luogo. Lo occupa senza abitarlo. Ciò che vediamo, guardando le opere di Adriana Iacongig è il mistero che lega soggetto e natura: esso è il vero ritratto; è l’enigma che può mostrarsi in  quello spazio selvatico, consacrato dall’arte, che esprime finalmente il senso di un rapporto nuovo tra  Natura/Cultura, la chiave interpretativa che contraddistingue il contemporaneo.   Il termine archetipo (dal greco:  tipos = modello e arché = originale) rinvia a forme preesistenti di un pensiero e dunque di una visione. La presentazione di profilo, ad esempio, cita la tradizione del gotico internazionale e rinascimentale della numismatica. Come allora anche oggi l’artista sente la necessità di dare al soggetto una nuova umanità, una differente dignità simbolica di lettura e ascolto. Alessandra Santin

Vedere Oltre 2016

Come Presidente del Circolo dell’Immagine La Loggia ho il piacere di aver invitato al X Simposio Fotografi - co 2016, gli artisti rappresentati in questo simbolico libretto. È dal 2006 che il Circolo invita Artisti di spessore Nazionale e Internazionale, inseriti in tre sedi cinquecentesche nel centro storico della Città di Motta di Livenza. Pertanto l’esperienza di questi 10 anni, ci hanno premesso di instaurare collaborazioni, conoscenze reciproche e stima, aprendo la nostra mente ad ogni forma d’arte, di libero pensiero, rispettando gli autori al di là del credo politico e religioso. Abitualmente i sei artisti invitati sono liberi di presentare un loro progetto collaborando congiuntamente ai soci del circolo e i critici all’installazione definitiva del piano lavoro. A nome di tutti i soci iscritti, sarò sempre grato a questi maestri per la loro modestia, apertura mentale e impegno nel tramandare l’aspetto culturale – in questo caso – fotografico, affinché qualcuno possa interagire con quest’arte. Ringraziamo anche il Comune di Motta di Livenza per il bene - placito e l’uso dei locali e tutti gli amici che in qualche modo ci hanno aiutato. Maurizio Vendramini   L ’atto del vedere, per un artista e in particolare per un fotografo, implica non soltanto percepire gli stimoli visivi, ma porsi in una condizione di assoluta permeabilità per poter intercettare, accogliere e far propri tutti gli impulsi, le inquietudini e i bagliori del nostro tempo. Il circolo fotografico La Loggia, già dieci anni fa, proponendo il primo simposio Vedere Oltre, si era reso conto dei mutamenti artistici e culturali di una società sempre più interconnessa, in grado di riconoscere e privilegiare i flussi e gli scambi e di dare voce a comunità e associazioni volutamente lontane dai gateke - epers istituzionali e museali. Che Vedere Oltre si sia affermato come punto di riferimento per chi ama la fotografia di qualità, lo possiamo notare scorrendo l’elenco degli artisti invitati: nel corso degli anni i suggestivi spazi di Motta di Livenza hanno ospitato fotografi di chiara fama o in corso di affermazione, tutti indistintamente capaci di guardare oltre le apparenze: chi riconoscendo il significato di un determinato istante (come asseriva Cartier-Bresson), chi rincorrendo echi e lontane suggestioni, altri indagando nei territori del concettuale o strutturando elaborate mise-en-scène. Ogni ospite ha donato un frammento di sé, condividendo con gli organizzatori prima, e con il pubblico poi, idee, passione e tecniche, dando vita a un serrato e fruttuoso dialogo, continuato ben oltre il tempo espositivo. Anche questa decima edizione testimonia quindi della vitalità della Fotografia, ma dimostra anche come la passione e l’impegno di quanti si sono prodigati per la riuscita di questo e dei precedenti eventi, possano culturalmente fare la differenza. Lorella Krun

VEDERE OLTRE GAETANO DE FAVERI

GAETANO DE FAVERI KRISIS La crisi che attraversa l’Occidente mina l’immaginazione sia iconica che logico-convenzionale: i casi limite della fantasia o del sogno potrebbero indurre non al cambiamento, ma al ripristino di un ordine passato. La crisi potrebbe esprimersi nello sguardo di spettatori ciechi, caratterizzati dalla sistematica derealizzazione delle proprie esperienze e quindi anche delle proprie aspettative e immaginazioni. Edmond Jabes direbbe: -Dal niente all’impensato, qui è tutto il tragitto del pensiero-. Questo timore spinge l’artista a rendere molteplici, dinamiche e incerte le presenze architettoniche che costituiscono formalmente i luoghi delle sue opere. Vie, sottopassi urbani, ponti e scalinate non conducono più altrove perché lo rappresentano. L’altrove è nel qui quotidiano; è nel complesso panorama urbano contemporaneo, che si carica della funzione poetica ed evocativa dell’arte. La realtà  virtuale unisce l’illusione, l’imitazione e la rappresentazione. Questo fatto pone il lettore delle opere di Gaetano De Favero in bilico tra il ricordo della realtà esperita e il “rischio” di percepirne una nuova, solo apparentemente impossibile. L’artista si concentra sul carattere illusionistico di queste sue realtà virtuali, inserendovi ritualità estetiche, carnali e partecipative. Musicisti in concerto, capolavori pittorici, sculture poste fuori contesto hanno il compito di condurre nuovamente al rito. Attraverso l’arte si regredisce profondamente all’unità dei primordi, in una luce grigia e dorata in cui natura, cultura, individuo, specie e divinità sono ancora fusi e si dispongono al divenire vitale. Alessandra Santin

MOSTRA DI PARTNER PROGRAM

L’esibizione attuale presenta una selezione di sei artisti.   Zsuffa Péter -smalto di fuoco Csillag Pál- fotografo Thiesz Angéla- tessile Katona Erika- gioielli Lányi Tamás- grafico Huszerl József- fotografo  

VEDERE OLTRE – BRUNO FABBRIS

Bruno Fabbris INCARNAZIONI Il bello già dalla seconda metà dell’Ottocento perde la qualità estetica di misura dell’opera, e nel ventesimo secolo tace e cade. Oggi, nelle gerarchie della bellezza, l’arte è venuta sostituendosi alla Natura, indicando nuovi criteri di valutazione e diversi parametri critici. Pienamente immerso nelle poetiche del Terzo Millennio Bruno Fabbris rinnova e celebra proprio quel momento sublime di cui la bellezza, incarnandosi in un’opera, edifica se stessa e diviene paradossalmente misure di sé, per sé. Questa bellezza instabile e leggerissima è fluida. Come vento soave ha un carattere fugace ed effimero, difficile da raggiungere e impossibile da possedere. La bellezza ideale contemporanea si  adora in forme divine, sostiene Muriel Barbery. Bruno Fabbris, con occhi ardenti che accolgono ogni vibrazione della luce, collega i suoi nudi e gli splendidi volti alla complessità della Cultura e degli atteggiamenti mentali del contemporaneo. L’artista, entro l’orizzonte in cui si elaborano le narrazioni collettive, si concentra sull’osservazione di una realtà angelica, incarnata, rappresentata attraverso un disegno barocco tanto potente quanto irreale, non scontato e non convenzionale. L’atto di fotografare di Bruno Fabbris avviene grazie a un’analisi attiva e contemplativa; è un’estasi satura e desiderante. Tutto pulsa nei fondi carnali, nei toni cipria dell’epidermide perfetta, quella delle mitiche ninfe e delle intoccabili dee.

DRÍ E VALDEMARIN PANTA REI

Le opere fotografiche a tiratura unica, di grande formato a colori, realizzate a multiscatto evocano concettualmente il fluire inarrestabile del Tempo, il senso dell'istante, l'imprevedibilitá dell'evolversi di forme e relazioni tra elementi in movimento. Coerente con le categorie piú attente alla dimensione complessa e sistematica del contemporaneo, si coniugano perfettamente con l'Estetica della sottrazione minimale del Terzo Millennio. Questo continuoindagare il grado zero dell'esistenza; l'ininterrotta riduzione del linguaggio a pochi stilemi primari; la serie di varianti di eventi subacqei costituiscono il percorso Panta Rei di Dri&VALdemarin, oggi in esposizione presso la nuova sede per il contemporaneo, Summerart, di Portopiccolo.

Strutture

Strutture, Metropolitan studio presenta, mostra di pitture "Strutture" dal 2016.08.28  al 2016.09.24. Kiállító művészek: Bálint Ágnes, Borsos Margó, B. Molnár Zsuzsa, Gellért Marianna, Gömbös Ilona, Háry Ágnes, Héder Mária Gabriella, Kemenes Katalin, Kerezsi Éva, Koó Éva Lídia, Laukó Pál, Lipcsey Judit, Mollo Éva, Nagy Vera, Székács Zoltán, Székely Móri Márta, Szőllősi Albert.

DAI MAGREDI AL NONCELLO

Teatro G. Verdi Riva Tre Novembre 1, Trieste, Italia

Giovedì 15 Settembre 2016 Magraid ritorna a pordenonelegge: l' ASD TRIATHLON TEAM PORDENONE, ideatrice del progetto "Dai Magredi al Noncello" condiviso con l'associazione ProPordenone è lieta di invitarvi all'inaugurazione della Mostra Fotografica di Stefano Tubaro, Sergio Vaccher e dei partecipanti del workshop fotografico realizzato nell'edizione 2015 a cura di Alessandra Santin. Incontro con Alessandra Santin, Sergio Vaccher, Stefano Tubaro e Stefano Fabian Un convegno, l'evento sportivo Magraid, e la Festa del Noncello hanno rappresentato tre tappe fondamentali per far conoscere il territorio pordenonese e le acque che lo attraversano. Un workshop fotografico condotto da Stefano Tubaro e Sergio Vaccher ha offerto esperienze e contenuti ai 24 fotografi, le cui opere sono presenti accanto a quelle dei professionisti. Stefano Fabian, responsabile della comunicazione e delle attività divulgative del Progetto Life Magredi Grassland del FVG, ha illustrato le caratteristiche ambientali dei Magredi. Il volume, i risultati e le immagini di questo articolato progetto vengono presentati al pubblico di pordenonelegge. Troverete tutte le info al seguente link: http://www.pordenonelegge.it/ In collaborazione con Propordenone e A.S.D. TRIATHLON TEAM

SILVANO MENEGON

Galleria Celso e Giovanni Costantini Castions, Italia

ARTE IN PALAZZO - IV EDIZIONE Con il titolo Frammenti di Memoria di Silvano Menegon e collettiva di artisti locali é stata ospitata la mostra nella Galleria Civica d'arte a Castions di Zoppola.(PN) All inaugurazione intervenuta il critico d'arte Alessandra Santin. Silvano Menegon nato a Spilimbergo nel 1946. Pittore autodidatta, vive e lavora a Zoppola. Sue opere si trovano in numerose collezioni pubbliche e private. Ha ottenuto riconoscimenti e premi nazionali in mostre collettive e personali.

GIANCARLO TEARDO

Teadro Giancarlo Pittore, incisore.   La grande passione e l’amore per la pittura l’hanno spinto per molti anni a svolgere una lunga e intensa ricerca stilistica, sperimentando diverse tecniche, cimentandosi dall’acquerello all’olio, alla matita grassa e al pastello con la quale, ha intrapreso il suo ultimo percorso. Giancarlo Teardo si è dedicato per vari anni, all’insegnamento della tecnica dell’acquerello e del colore a olio e una schiera di allievi hanno seguite le sue orme. La sua grande passione è da sempre stato il paesaggio che lo ha spinto a dipingere romantici scorci in più di mezza Italia. Si è anche cimentato con le natura morte e da ultimo con la figura e in particolare il ritratto. Lusinghiere le critiche di autorevoli esperti, che hanno definito la produzione di Teardo «un appello a risvegliarci dall’indifferenza che avvolge la nostra cultura, per riscoprire quella concezione secondo la quale tutto è vivo e tutto canta». I segni e i colori di Teardo «delineano i tratti sostanziali del paesaggio», la sua è una «tavolozza che si distende sulla tela con risultati definibili come ottima armonizzazione di atmosfera e grammatica friulana», mentre «veneti sono il respiro e la tenerezza degli ocra come dei rosati». Di lui hanno parlato e scritto: S. Manfrin, Luciano Padovese, Paolo Rizzi, Enzo Santese, Alessandra Santin, Ruggero Sicurtelli e molti altri. Ha alle spalle una carriera artistica di lungo corso, arricchita non soltanto dalle numerose mostre personali allestite in tutto il nord Italia, e dalle mostre collettive di gruppo, ma soprattutto Giancarlo Teardo è conosciuto ad apprezzato, dalla critica e dal pubblico di appassionati d’arte, grazie ai numerosi premi conseguiti grazie alle sue opere esposte in concorsi sia in Italia che in numerosi paesi europei.

BAJKÓ CSABA – MOSTRA DI FOTOGRAFIA

Museum Hotel Budapest Trefort utca 2, Budapest, Ungheria

Dal 2016.11.06  la fondazione Giovanni Santin presenta mostra di fotografia dell'artista Bajkó Csaba. Abbiamo sempre fretta, e nella nostra corsa quotidiana non ci rendiamo conto quante meraviglie, quanta bellezza ci circonda. Passiamo accanto a essi…li notiamo soltanto quando li rivediamo su una fotografia. A volte queste meraviglie sono oggetti che fanno parte della nostra vita di ogni giorno. Guardare e vedere non é la stessa cosa. Una fotografia si guarda, ma aspetta il fotografo a vedere quella cosa che la renderá speciale. Quando noto la bellezza , un particolare nascosto non scatto immediamente la foto, bensí cerco il momento quando l’oggetto o persona „si fa vedere „ al meglio. Non cerco di cambiare le persone, animali, o piante presenti sulle mie fotografie. Non vorrei farli sembrare diversi da ció che sono, ma vorrei tirar fuori il meglio di essi. Vorrei far vedere la loro individualitá, inconfondibilitá, ció che li rende diversi dagli altri.

PIERGIORGIO DEL BEN

WOLAND ART CLUB Sistiana 231, Portopiccolo, Italia

Questo evento consente di ammirare le opere che l’artista realizza a partire dal 2011,già esposte presso il Palazzo delle Stelline e il Museo della Permanente a Milano. Tra le altre opere è presente The perfect family, opera vincitrice del premio ArteLaguna 2013 nella sezione Under25, le opere selezionate per la 95ma Collettiva Giovani Artisti della Fondazione Bevilacqua La Masa e le opere presenti come vincitrici del premio Arte 2013 Cairo Editore. Il percorso di ricerca di Piergiorgio Del Ben, la cui poetica pone in rilievo la crisi d’identità dell’uomo moderno attraverso l’utilizzo di pennellate minimali, che danno rilievo alla tragicità angosciosa dei personaggi ragurati, si declina in due serie distinte. Da un lato le prime opere d’arte del progetto Business Story, ovvero sei personaggi ricreati, dai profili psicologi che si intrecciano tra loro in una storia; e dall’altro la collezione Anonymous Project in cui la sottrazione delle forme si esplica nella caratterizzazione del segno dell’artista.Colori inediti e figure impostate evocano le problematiche attinenti la perdita della soggettività nel contemporaneo. L’esposizione vuole essere un’anteprima della mostra che avrà luogo a maggio 2017, nella galleria principale di WolandArt. In essa la complessità del percorso di Piergiorgio Del Ben sarà rappresentata più compiutamente, in particolar modo dall’ultima collezione di opere dal nome MIND VOGUE. 5-27 Novembre 2016 orari apertura: venerdì e domenica 11:00-16:00, sabato 11:00-19:00 Inaugurazione Sabato 5 Novembre ore 18:00 Portopiccolo, Sistiana 231 34013 Trieste - Italy Per informazioni e visite guidate: Woland Art Club T: 040 9976630 info@wolandartclub.com www.wolandartclub.com Mostra personale d’arte contemporanea opere di Piergiorgio Del Ben a cura di Renzo Spadotto intervento critico di Alessandra Santin Progetto grafico

KOVÁCS PÉTER BALÁZS

Le sue opere dall'inizio degli anni '80  hanno come  motivo centrale figure umane, ritratti, autoritratti per lo più. Usando la tecnica a maglia riesce a far sí, che colori e campi di puntini si sovrappongano. In questo modo il soggetto del quadro non é nettamente visibile, si ha una  specie di immagine sfocato. I suoi disegni sono spesso collocati nel sistema di composizioni a griglia e i suoi dipinti sono dominati dagli elementi grafici. Nelle sue opere  si ha distrazione istintiva e la ricerca dell’ordine. Nella seconda metà degli anni '80 si riducono, i gesti, la vibrazione, i segni divisionisti. Le sue opere sono più suggestivi rispetto al periodo precedente. Oltre ai ritratti produce quadri dei suoi ricordi, esperienze. Negli anni '90 gira l’attenzione verso forme e toni semplificati, come soggetto si hanno sempre piú oggetti, la superficie dell'immagine sempre più rilassato, dipinti con colori tenui. Nella seconda metà degli anni '90 ha dipinto grandi quadri. Tra il 1981 e 1990 ha partecipato nella „mail art” internazionale.  Organizzatore di mostre. Nel 1997, ha dato vita alla Galleria Nádor.KOVÁCS PÉTER BALÁZS

FILANDO I REMI

La Fondazione Giovanni Santin Onlus ha contribuito alla realizzazione del video dall'inaugurazione delle Mostre -"FILANDO I REMI" La Stamperia d'Arte Albicocco per le Industrie Zanussi Elecrolux. Sguardi sul Contemporaneo : Ludovico Bomben, Michele Tajariol. Le iniziative realizzate dal Comune di Pordenone/Assessorato alla Cultura in occasione del Centenario Zanussi/Electrolux, si arricchiscono sul finire del 2016 di un ulteriore evento di carattere espositivo, che va a sottolineare il rapporto tra il gruppo industriale e l’arte. Verrà infatti inaugurata in Galleria Pizzinato sabato 17 dicembre alle 18, la mostra “Filando i Remi – La Stamperia d’arte Albicocco per Zanussi Electrolux” realizzata da Comune di Pordenone e Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, col sostegno di Provincia di Pordenone, a cura di Stamperia d'arte Albicocco e Alessandra Santin. Sponsor tecnici Esaexpo mostre, Hunext e Moroso. In esposizione - fino al 12 marzo - i 17 Libri d’Arte e le 25 Cartelle che la storica Stamperia d’Arte Albicocco di Udine ha realizzato durante oltre un decennio di proficua collaborazione con il gruppo Zanussi Electrolux, a cavallo tra gli anni Novanta e il Duemila. Un percorso lento, diversificato e complesso espressione non di sporadici rapporti di mecenatismo, ma di un dialogo e un partenariato attivo che ha comportato lo scambio di conoscenze, procedure, relazioni. Ciascuna opera è espressione dell’assoluta libertà dal contesto. Niente è stato scelto con altro compito che non fosse quello di esprimere la verità del sentire e del pensiero degli artisti e degli scrittori, senza nessuna allusione ad attività, luoghi, eventi del mondo del lavoro, del mercato e dell’azienda. Alcuni video amatoriali sono testimoni dei numerosi rapporti instaurati durante la collaborazione tra la Stamperia e l’azienda, dal 1994 al 2007. Numerosi sono gli autori dei testi e delle grafiche d’arte in esposizione: esponenti a livello internazionale del mondo della letteratura, della poesia e dell’arte (tra gli altri si ricordano Alda Merini, Paolo Maurensig, Marco Lodoli, Umberto Fiori, Luca Doninelli, accanto a Pietro Guccione, Nunzio, Giuseppe Zigaina, Klaus Karl Mehrkens, Piero Pizzi Cannella, Vedova, Tommaso Cascella, Luca e Ercole Pignatelli, Giovanni Frangi, Velasco e molti altri). https://youtu.be/FSFGZkSIVsM https://youtu.be/FSFGZkSIVsM

DRÉGELY LÁSZLÓ

Museum Hotel Budapest Trefort utca 2, Budapest, Ungheria

Dal 2017.01.06 - al  2017.02.04 visibile la mostra di Drégely László intitolata "Il tempo con le ali" presso la galleria d'arte dell Hotel Museum Budapest. "Uccelli neri del Sole Quando arriva l'alba; liquida La loro forma - Tempo passa- Si nutrono di luce, ora forte Saturo faranno gregge di notte L'oscurità Raccoglie ".

AFFINITÀ E DIFFERENZE

Affinità e differenze. Collettiva d'arte alla Loggia di Motta di Livenza a Treviso in collaborazione con la Fondazione Giovanni Santin Onlus. L'inaugurazione si terrá il 5 febbraio ore 10.30.

HORVÁTH GYÖRGY

Museum Hotel Budapest Trefort utca 2, Budapest, Ungheria

In collaborazione con la Fondazione Giovanni Santin Onlus la mostra del Ceramico Horváth György sará aperta al pubblico dal 2017.02.05 al 2017.03.03. presso la galleria d'arte nell Hotel Museum Budapest. „Mi sono sempre sforzato di creare lo stile unico. Con le mie creazioni cerco di esprimere l’essenziale dell’universo. Per quanto riguarda la mia formazione professionale sono ceramico popolare, e lavoro principalmentene con l’argilla, a volte arricchita di altri materiali- come il metallo. Tra i temi per le mie opere si trovano temi piuttosto forti come le controversie della societá rappresentati da creazioni grottesche ma cé spazio anche per l’amore e le emozioni raffigurate in varie sculture. Il mio stile dell’arte é stato influenzato dalle xilografie giapponesi, l’espressionismo e l’arte primitiva. Se per forza devo definire lo stile direi di essere neoespressionista, mentre cerco di arrivare ad un livello superiore dell’arte senza barriere.”  Horváth György

GIANNI BORTA-MUSICA E COLORE

Il 25 febbraio inaugura la Mostra di Gianni Borta. Numerosi gli eventi realizzati in collaborazione con la Fondazione Giovanni Santin Onlus, L'Associazione Amici della musica di Sacile e il Comune di Sacile. http://www.gianniborta.com/

SGUARDI AL FEMMINILE

La Fondazione Giovanni Santin Onlus collabora alla realizzazione della mostra "Donne protagoniste 2017" e alla serie di incontri programmati e organizzati dall'Assessorato alla Cultura della città di Porcia, nella convinzione che promuovere la Cultura di genere, in tutte le sue espressioni, contribuisca alla crescita sociale e culturale delle persone. Le proposte che utilizzano i diversi linguaggi poetico-artistici si declineano pienamente nello Statuto della Fondazione stessa. Il libro, la musica, le Installazioni d'arte, il teatro ecc... contribuiscono in modo fondamentale alla salvaguardia e alla promozione dei diritti della persona e in particolare della donna, in questo momento storico. Alcune foto scattate all'inaugurazione:

NÁDAS LÁSZLÓ

László Nádas (Nato a Szeged nel 1936) I suoi studi, dopo tanti giri, nel 1961 li termina presso L'Accademia di Arti Applicati d’Ungheria. Nello stesso anno sposa Anton Rozi. Da quest’unione nasce non soltanto un rapporto personale ma anche lavorativa che durerá tutta la vita. Ebbero due figli, e cinque nipoti. I figli Anna e Gergely seguono l’esempio de igenitori, diventano anche loro artisti. László Nádas é un artista trasversale e interessato a vari campi artistici. L’espressione attraverso il disegno é uno dei suoi modi preferiti. „ Il disegno é una lingua con la quale si puó esprimere anche l’inesprimibile. „ -é la sua filosofia. Fa parte della Federazione di arti applicati, insegno presso l’universitá di Arti Applicati d’Ungheria. Attualmente é collaboratore dell’impresa Design Center. Nel 1979 gli fu consegnato il premio Munkácsy. Dal 1963- ha presentato numerosissime mostre sia in Ungheria che all’estero.

Viale Marconi

"VIALE MARCONI"   "Da tempo, su fb, ho comunicato che questo sarebbe stato il titolo del prossimo romanzo. Ecco oggi la copertina, che riproduce una china su carta di Ado Scaini degli inizi degli anni novanta, "Città da 150.000.000" (di abitanti, ndr). Lui sognava megalopoli e le disegnava su grandi fogli della Cartiera Galvani. Sono opere a mio parere bellissime, ne potrete ammirare una il 9 marzo, alla presentazione del libro nella sala grande dell'ex-convento di San Francesco, in piazza della Motta in città. Discuterò con Marco Minuz del libro. E ci sarà anche Ado, ovviamente in carne ed ossa: se ci fosse qualche San Tommaso che volesse controllare, si presterà. Orazio Cantiello e il suo "Omino Rosso", il Circolo della Cultura e delle Arti, Alessandra ed Alessandro Santin della Fondazione Santin ed io vi aspettiamo con piacere. Grazie fin d'ora." Gianni Zanolin

ARRIGO BUTTAZZONI

La pubblicazione di cataloghi a carattere antologico è  uno straordinario modo di sostenere e divulgare la conoscenza dell'arte (scopo fondativo della "Giovanni Santin Onlus"). Contribuire  alla promozione di Arrigo Buttazzoni, con un catalogo  curato magistralmente da Alessandra Cuppini, è motivo di particolare soddisfazione. Illavoro attento e raffinato di uno dei grandi maestri de nostro Novecento, testimonia la visione complessa di una realtà  naturale e culturale in continuo movimento. Ogni volta che osservo il monumentale mosaico realizzato a Spilimbergo, commissionato dal Comune per gli spazi pubblici, a godimento della cittadinanza,  penso a quanto  la visual art rappresenti un fondamentale motivo di crescita della comunità. Il Presidente Alessandro Santin  

FRANCO DURANTE

L'Assessorato alla Cultura del Comune di di Motta di Licenza Con il contributo della Fondazione Giovanni Santin Onlus e con il Patrocinio di Confindustria Venento Vi presenta: La MOSTRA ANTOLOGICA di FRANCO DURANTE - dal 1° Aprile - al 30° Aprile -al Palazzo La Loggia, Ex Carceri, Centro Arti Visive “La Castella" L'INAUGURAZIONE del MUSEO - Elementi Multistrati Curvati - si terrá il 1° Aprile - Centro Arti Visive “La Castella" Vi aspettiamo!

OLAJOS GYÖRGY

Museum Hotel Budapest Trefort utca 2, Budapest, Ungheria

Ho studiato all’ Accademia  delle Belle Arti Ungheresi alla facoltá al corso di grafica tra il 1979 e il 1985. Ancora durante gli anni accademici ho partecipato con successo alla Biennale Grafico, e da allora ho ricevuto numerosi premi, nel 2001 mi é stato segnato il premio Munkácsy. Grazie a borse di studio e altri inviti sono riuscito a esporre i miei lavori in numerose cittá Europee e sono riuscito a partecipare interessanti viaggi relativi al campo artistico. L’amore per le filisofie orientali e i materiali naturali con l’aggiunta dell’utilizzo di tecniche antiche caratterizzano il mio lavoro. Da sempre cerco di tramandare alle nuove generazioni di artisti e studenti valori, come il rispetto per la natura, l’impegno della coerenza tra arte e ragione e la costante voglia di perfezionare le tecniche utilizzate.

ALBERTO MAGRI

Museo Civico d'Arte Corso Vittorio Emanuele II, 51, Pordenone, Italia

Con Grande piacere vi invitiamo alla mostra TUTTO ERA UN CAOS -Il Menocchio di Alberto Magri 8 aprile ore 17.30 Loggia Municipale di Pordenone Un piacere sostenere una mostra (in apertura del rinnovato Museo Ricchieri ) che ripercorre la vita di Menocchio, una figura chiave del progresso della Cultura della Libertà individuale. Complimenti all ' artista Alberto Magri, Fìglio del maestro Giancarlo Magri.

PIERGIORGIO DEL BEN MIND VOGUE

WOLAND ART CLUB Sistiana 231, Portopiccolo, Italia

COMUNICATO STAMPA Mostra personale d’arte contemporanea opere di Piergiorgio Del Ben a cura di Renzo Spadotto intervento critico di Alessandra Santin L’Associazione culturale Woland Art Club e la Fondazione Giovanni Santin Onlus presentano la Mostra Personale MIND VOGUE dell’artista Piergiorgio Del Ben, a cura di Renzo Spadotto. L’esposizione, che ha luogo dal 29 Aprile al 28 maggio 2017, nella galleria di Woland Art Club, in via Le Botteghe 1 a Portopiccolo Sistiana (TS), vedrà esposte le opere più recenti di Piergiorgio Del Ben. I tratti distintivi delle celebri serie Business Story e Anonymous Project si coniugano perfettamente con la nuova collezione MIND VOGUE, confermando le modalità stilistiche codificate, le cifre che rendono riconoscibile la produzione dell’artista. Il percorso di ricerca di Piergiorgio Del Ben, la cui poetica pone in rilievo la crisi d’identità dell’uomo d’oggi, dà risalto alla tragicità dei personaggi raffigurati. In linea con le problematiche caratteristiche del mondo contemporaneo, in queste sue opere affiora la spersonalizzazione dell’individuo, la perdita dell’interiorità e della soggettività, l’uniformità imposta dalla moda e dalle regole sociali. L’esposizione nella sua complessità propone una riflessione sulla società del presente che evidenzia l’importanza dell’apparire a discapito dell’essere, mettendo in crisi la soggettività e le manifestazioni delle diversità individuali. Il processo di omologazione è rappresentato attraverso la cancellazione dei tratti distintivi, anche fisiognomici, che rendono ciascuna persona unica, indicibile e insostituibile. Campiture sature di colore compatto, privo di velature, annullano ogni profondità e azzerano prospettive e quotidianità dei luoghi, enfatizzando le categorie concettuali ispirative. Texture ricercate, composte di dettagli e piccoli particolari grafici costituiscono forme di scrittura inedita, rappresentazioni decorative che suggeriscono la superficialità e vacuità della comunicazione mediatica. 29 Aprile - 28 Maggio 2017 orari apertura: da venerdì a domenica 11:00-17:00 Inaugurazione Sabato 29 Aprile 2017 ore 18:00 Portopiccolo, Sistiana 231 34013 Trieste - Italy Per informazioni e visite guidate: Woland Art Club T: 040 9976630 info@wolandartclub.com www.wolandartclub.com

Marco Milillo

Esposizione Fotografica di Marco Milillo  Trichiana (BL) Palazzo delle Mostre „T.Merlin” Dal 13 al 27 Maggio 2017 Inaugurazione Venerdí 12 Maggio ore 18.00 Introduzione da parte del Critico d’Arte Alessandra Santin http://www.marcomilillo.com/supernatural

DRÍ&VALDEMARIN

Museum Hotel Budapest Trefort utca 2, Budapest, Ungheria

Le opere fotografiche a tiratura unica, di grande formato a colori, realizzate a multiscatto evocano concettualmente il fluire inarrestabile del tempo, il senso dell’istante, l’imprevedibilitá dell’evolversi di forme e relazioni tra elementi in movimento. Coerente con le categorie piú attente alla dimensione complessa e sistemica del contemporaneo, si coniugano perfettamente con l’estetica della sottrazione minimale del terzo millennio. Questo continuo indagare il grado zero dell’esistenza; l’ininterrotta riduzione del linguaggio a pochi stilemi primari; la serie di varianti di eventi subacquei costituiscono il percorso Panta Rei di Drí&Valdemarin.

BALASSA JÚLIA

Sono Balassa Júlia artista di tessile . Sono nata nel 1960 a Budapest. Laureata nel 1987 all’universitá di arti applicate, (facoltá di dipinti a mano, e stampi) come alunna di Csaba Polgár. Sono una persona alla ricerca delle correlazioni profonde del mondo. Vorrei capirla del tutto. Essendo interessata alla filosofia, sono attratta dai temi transcendentali, che collocati nei problemi attuali risplendono. Questa duplicitá si vede in tutte le mie opere. Mi interessa e eccita la parte indescrivibile dell’universo, quella che sulle strade logiche non è nemmeno avvicinabile, la parte che si nasconde. La spiritualitá di noi stessi, l’importanza la ricerca e la rivelazione di esse. Come possiamo presentare l’infinito e sconfinante nella vita umana delimitata dalla nascita e la morte? Cosa possiamo aggiungere dalle nostre esperienze personali e dalla nostra visione alla cultura e sapienza universale? La tradizione e spirito sacrale puó servire come bussola nel viaggio spirituale. Il mio scopo è di poter interagire con l’intelligenza suprema degli umani, sfruttando il linguaggio artistico denso, e la strumentalizzazione dei colori, in questo modo riuscire ad amplificare la sensazione catartica. Il valore di qualsiasi creazione proveniente da persone – anche un opera d’arte- è determinata dalla profondità della veritá spirituale del contenuto. La creazione per me è uno stile di vita, che serve l'ascesa dell'anima. Prima lavoravo con gli acquarelli, poi ho sperimentato l’acrilico, ho avuto modo di conoscere il gobelin e infine mi sono ritrovata nella pittura di seta. Ho ordini personali, mostre collettive e mostre individuali, lavoro per di piú per gallerie d’arte. I miei lavori si possono trovare oltre che in Ungheria in America, Cina, Jappone, Francia, Germania, Swizzera, Austria e Russia.

VÉN MÁRIA

Ars poetica   Vedendo, riconoscendo che l'arte è in realtà é uno stile di vita, comportamento, atteggiamento naturale; idee artistiche intorno la mie creazioni si manifestano e si realizza la pittura astratta. Il miei quadri non prestano ne la scienza della prospettiva, ne la risolutezza predestinata. Secondo la mia percezione la base é tabula rasa, cominciando un dialogo con la materia, lo spazio, la realtà potenziale ed effettiva. Il sacro e il profano ugualmente attraente. Tecnicamente, quasi tutto è permesso, affinché diano i risultati desiderati. La consapevolezza, la logica si basa unicamente sull’interpretazione dello spazio, che è evidente in modo astratto. Sto cercando di andare oltre il mero istinto con i dipinti disegnati, attraverso le quali eseguo la ricerca dell’unitá di disegno e la pittura. Sono una pittrice con la strada interna che porta alla riscoperta dell "uomo preistorico", che ama far vedere l’attimo dell'atto creativo, l’unione del possibile con l'effettiva realtà. Faccio amicizia con l'idea di Eckhart Tolle: "Ogni vero artista - se si rende conto o no – crea dall’inconsio, e dal silenzio interno. Poi, la mente da forma alla realizzazione o ispirazione creativa". L'introversione non non visto come obbligo, ma libertà, che la base dell'arte. La libertà non è rumorosa, ma bensí silenzionsa. Il silenzio interiore, ci permette di ascoltare, vedere e sentire gli altri. Vén Mária

VEDERE OLTRE 2017

Ad un incontro informale avuto con gli autori dell’XI edizione di “Vedere Oltre 2017”, il piacere di dialogare con loro prima degli allestimenti, come sempre, la conferma della compartecipazione fotografica porta a un colloquio di aperture mentali molto variegato e utile alla rispettosa conoscenza reciproca. Come presidente del Circolo dell’Immagine “La Loggia” devo esprimere gratitudine a queste persone per la loro disponibilità, pazienza e umiltà di metterci in gioco, proponendo i loro lavori artistici sia a persone addette ai lavori sia a un pubblico vario. Un ringraziamento particolare va alla dottoressa Alessandra Santin come sempre godibile critica e affezionata della nostra manifestazione, all’am-ministrazione del Comune di Motta di Livenza che continua a credere nelle nostre proposte culturali e a tutte quelle persone che in qualche modo danno una mano per l’esito della manifestazione. Auspicando ai sei artisti selezionati in questa XI edizione, una buona af-fluenza di pubblico e un augurio di importanti mostre future. Maurizio Vendramini Presidente Circolo dell’immagine “La Loggia”

GUTI J. SOMA

Sin da bambino ero attirato dalle opere d’arte dorate, immagini, statue, icone e dalle fantastiche creazioni dell’arte egiziana…li sentivo molto vicini a me…il colore dell’oro, il suo riflesso che richiama i raggi solari….é molto pericoloso abusare di questo colore per non finire di creare „kitsch”. Nel mio lavoro uso oro in polvere/fumo metallico/e patina, le superfici quindi diventano simili all’antico, essendo trattati con una specie di abrasione, cosí l’opera avrá una nuova vita.  

PORDENONE BLUES FESTIVAL 2017

“Innamoratevi del nostro territorio” è lo slogan del Pordenone Blues Festival che quest’anno si ripropone con novità che coinvolgono l’intera città. Dal 17 al 23 Luglio 2017, dalla mattina alla sera in centro a Pordenone, potrete assaggiare il blues attraverso concerti, mostre, proiezioni, conferenze, letture, stage, contest, sorseggiando “vini musicali”, ascoltando l’anima della terra nei suoi prodotti tipici. Un invito a fare uscire il blues che è in voi.

LAUKÓ PÁL

Ho cominciato il mio cammino artistico grazie a Csontváry. (Noto pittore ungherese.) Mi hanno affascinato i suo colori, e la suggestivitá dei suoi dipinti. Ho conosciuto HINCZ GYULA pittore, e negli anni 60’ e 70’ frequentavo la sua galleria. Grazie a lui sono riuscito a frequentare la scuola estiva a Zebegény. Ho condotto degli studi specifici a Pomáz nella scuola dei pittori Bauhaus, e a  Budapesti Képépítő Stúdió. Partecipo spesso ai campeggi costruttivi di tematica artistica, come membro dello Studio Képépítő di Budapest. Sono fondatore della colonia di pittori a Balatonfűzfő. Il mio primo maestro fu Szkotniczky Péter, da cui ho imparato le basi- composizione, uso dei colori- dava grande peso alla pittura ad aquarelli. Nello sviluppo artistico ha avuto forte impatto su di me il lavoro di  Székács Zoltán. Ha sempre condiviso la sua opinione e conoscienza tecnica.

ISTVAN BRACH-BALOGH

Sono un artista emergente di Budapest, praticante architetto e designer, laureato presso l'Università di arte e design dell’  Ungheria MOME. Nel 2009 ho fondato il mio atelier, per concentrarmi sui miei progetti d'arte. Nel contesto delle mie opere esposte, l'arte simbolizza la bellezza senza tempo, l'energia della primavera eterna (anche in inverno), l'amore e la gioia. Questi quadri rappresentano paesaggi simbolici, che esprimono in modo intuitivo, attraverso elementi simbolici, fondamentali e persino banali (ad esempio frutto, fiore, luce, colori, ecc.). Spesso gli elementi vengono inseriti nello spazio senza tempo con un tocco sensibile di flusso, evocando la celebrazione del momento e della bellezze volatili nell'arte e nella cultura giapponesi (ukijo-e, hanami, nihonga). Per maggiori informazioni: istvanbb@yahoo.co.uk https://brachbalogh.wixsite.com/fineart

NICOLETTA COSTA

La Fondazione Giovanni Santin Onlus ha contribuito alla realizzazione della mostra "Nicoletta Costa e i suoi amici" . Museo civico Ricchieri. Pordenone. Offrire opportunità di crescita alle nuove generazioni è uno degli obiettivi principali della Fondazione. Complimenti a Nicoletta Costa una delle più note e apprezzate illustratrici e scrittrici dei libri per l'infanzia.  

ELOGIO DEL TEMPO PRESENTE

La Fondazione Giovanni Santin Onlus promuove con piacere, da alcuni anni, le attività che si organizzano all'interno della sede prestigiosa del museo Casa Costantini. Corsi, dibattiti, approfondimenti, laboratori, poesia e concerti per promuovere la crescita culturale e la conoscenza del contemporaneo. La Mostra con catalogo "Elogio del Tempo presente" di Bruna Secchi Costantini è il prossimo! Inaugurazione 1 ottobre alle 11.00

SÁNDOR MIKLÓS

La fondazione Giovanni Santin Onlus vi invita all'inaugurazione della mostra intitolata " Le muse perse", 2017.11.05 domenica ore 18.00 La mostra é aperta dal 05-30.11.2017

GIANCARLO RUPOLO

Villa Frova Piazza San Marco 3, Caneva PN, Italia

Presenze di non presenze Dal 20 gennaio al 18 febbraio verrà allestita a Villa Frova una mostra fotografica a cura di GIANCARLO RUPOLO dal titolo “PRESENZE DI NON PRESENZE” – Pripyat. L’inaugurazione di terrà sabato 20 gennaio alle ore 17:30 e la presentazione sarà a cura del critico d’arte Alessandra Santin. La mostra avrà i seguenti orari di apertura: dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 18:30; sabato e domenica dalle 15:00 alle 19:00. Pripyat era una città di circa cinquantamila abitanti situata a tre chilometri dalla centrale nucleare di Chernobyl dove è avvenuta l’esplosione del reattore il 26 aprile 1986. Pripyat, evacuata in quattro ore tre giorni dopo il disastro è da allora disabitata a causa della elevata concentrazione di radiazioni ancora presenti. Dopo l’evacuazione i nuclei familiari sono stati disseminati in tutto il territorio, allora sovietico, rompendo così ogni legame di vita associativa e sociale. Ora di tutte queste persone rimane solo il segno del loro passaggio. GIANCARLO RUPOLO – Nati nel 1945, fotografa dalla fine degli anni ’70, sviluppando l’interesse per il reportage sociale documentando la circoncisione nella cultura musulmana, la vita nei campi Rom in Albania, la medicina di un guaritore nella foresta del Camerun, il non –tempo all’interno del carcere, il dolore di Srebrenica e i movimenti di massa durante ricorrenze religiose. Ha al suo attivo 31 mostre fotografiche personali e 61 collettive, vincendo numerosi premi.  

SZENT ÉS PROFÁN-BALASSA JÚLIA&SOMOGYI FERENC

Museum Hotel Budapest Trefort utca 2, Budapest, Ungheria

„Il titolo della mostra è "Santo e Profano ". È un approccio un po 'più specifico al mondo che ci circonda e al tema che interessa gli artisti.   Tendiamo a classificare le cose; qualcosa di buono o cattivo, bello o brutto, utile o dannoso, e potremmo classificare tutti nel nostro cervello. ... Ma il mondo non è così semplice. Molto più complesso e complicato, possiamo dire che tutte le cose e gli avvenimenti sono giudicati in base ai nostri atteggiamenti e punti di vista personali. Determiniamo da soli quale tipo di segno mettere davanti, + o -  e a quale qualità lo associamo. Possiamo vivere le cose più semplici della vita come santità, ma possiamo anche degradare i sentimenti più elevati. Spesso il profano e il sacro si trovano contemporaneamente negli eventi della vita. È difficile separare le due cose a seconda di come viviamo e del tipo di qualità che associamo a loro.   Lo spettatore, quando si trova nella sala espositiva, ha punti di messa a fuoco diversi sui temi sollevati dagli artisti e può decidere quale ha il significato del santo o del profano o di entrambi.

IO SONO

La promozione di eventi che concorrono alla formazione e alla salvaguardia dell'infanzia è una priorità per la Fondazione Giovanni Santin Onlus.  Le foto di Emiliano Cribari e i testi di Martina Biagi rappresentano perfettamente il valore e l'attenzione che devono essere prestati alla ricerca in questo campo. Il libro "IO SONO"  -un racconto in parole immagini sulla Trisomia 9 a mosaico-   sarà presentato  GIOVEDI 1 MARZO alle ore 18.30 a Spresiano TV, negli spazi culturali della prestigiosa libreria Lovat. 

DONNE D’OMBRA DI EMILIO MERLINA

Casello di Guardia Via Antonio De Pellegrini, Porcia, Italia

La Fondazione GS Onlus, l’Assessorato alla Cultura del Comune Di Porcia PN (in collaborazione con l’Associazione In Prima Persona uomini contro la violenza sulle donne) hanno promosso L'organizzazione di una mostra d’arte contemporanea: Donne D’ombra di Emilio Merlina.  COMUNICATO STAMPA Donne d’ombra Venerdì 2 marzo, alle ore 18.00, al Casello di Guardia di via de' Pellegrini a Porcia verrà inaugurata la mostra “Donne d’ombra”, in esposizione quadri e sculture dell’artista Emilio Merlina, visibili al pubblico per quattro weekend consecutivi dal 2 al 25 marzo, nelle giornate di venerdì (10-12), sabato e domenica (10-12 e 16-19). La mostra, curata da Franca Benvenuti e Alessandra Santin, è stata realizzata con il patrocinio dell'Assessorato alla cultura del comune di Porcia, in collaborazione con la Fondazione Giovanni Santin onlus e l’associazione in prima persona uomini contro la violenza sulle donne. “Donne d’ombra”, titolo emblematico e fortemente evocativo, vuole raccontare attraverso le figure e i volti femminili di Emilio Merlina, storie di donne, storie passate, presenti e future, storie di vite e fantasie, dolori, speranze e sogni. L’artista, dopo aver girato il mondo, ha scelto di vivere e lavorare tra le montagne friulane, in un piccolo borgo immerso nel verde dei boschi di Pradis, un “posto dell’anima” ideale per ritrovare sé stesso, dipingere, creare sculture, scrivere versi. Si ritrova nelle sue opere tutta l’inquietudine esistenziale della nostra epoca dove le donne, a dispetto di falsi e vuoti stereotipi, lontane ancora dall’aver raggiunto la parità dei diritti, cercano di uscire dall’ombra trasformandosi da vittime in protagoniste. Come dice Alessandra Santin nel suo testo critico “La ricerca di Emilio Merlina, uscendo dall’ombra, quella interiore e quella esteriore, si rivela in tutta la sua potenza espressiva, in un humus denso di significati palesi e di significati nascosti, che più gli stanno a cuore”. La mostra rientra nelle numerose iniziative proposte dall’Assessorato alla cultura del comune di Porcia nell’ambito della manifestazione “Donne protagoniste” che vede in calendario numerosi eventi. Il calendario degli eventi: Venerdì 9 marzo, ore 20,45 Auditorium scuola media   Compagnia di Arti e Mestieri Racconti di una città industriale di Bruna Braidotti.   Uno spettacolo che, partendo da uno sguardo sul passato industriale di Pordenone definita la Manchester dell’Italia, vuole far riflettere sull’oggi lasciando immaginare possibili vie d’uscita che facciano ritrovare quella spinta propulsiva che ha caratterizzato la storia industriale della città.   Collaborazione alle ricerche di Giulio Ferretti. Con Bruna Braidotti e Romano Todesco alla fisarmonica e chitarra.   Domenica 11 marzo, ore 18.00, Casello di Guardia   Spettacolo Dettagli minori, voci recitanti Viviana Piccolo, Massimiliano Bardotti, alla tastiera Anna Pellegrino.   Giulia, protagonista della storia, racconta in versi il suo epico viaggio quotidiano da casa al supermercato e ritorno. Sulla strada incontra esseri umani alla deriva che il mondo rifiuta, ma che lei ama e racconta perché non vada persa la memoria di un amore così grande, verso gli ultimi della terra. Sullo sfondo, ma sempre vivo, sempre presente, Marco, il tormento di una vita, forse l'amore di una vita...   Venerdì 16 marzo, ore 18.00, Casello di Guardia   Presentazione del libro di Silvia Lorusso Del Linz “Il segreto di Mirta” a cura di Franca Benvenuti con letture di Viviana Piccolo.   Un avvincente romanzo storico ambientato a Roma e a Napoli nella seconda metà del 700 con protagoniste tre donne, Elena, sacerdotessa dell’Ordine della Dea Demetra, la figlia Mirta e la nonna Antonia. Con una lettera, testamento d’amore e di verità, Elena vittima dell’Inquisizione, affida la vita della piccola Mirta alla madre Antonia. Nonna e nipote fuggono lontano dalla scure del Sant’Uffizio e arrivano a Napoli dove trovano rifugio a San Biagio dei librai, presso un amico di famiglia, collezionista di volumi antichi e stampatore. La storia di Mirta, una bambina diversa da tutte le altre perché avvolta da poteri occulti, si intreccia con quella di Raimondo Di Sangro, Principe di San Severo, epigono della tradizione alchemica, Gran Maestro della Massoneria Napoletana. In un vortice crescente di sospetti, di misteri e di emozioni arriva per Mirta il momento delicato del primo amore ma anche quello sconvolgente della rivelazione sulla sua nascita che porterà a delle conseguenze inimmaginabili. Si è trasportati in un’atmosfera millenaria, e sedotti dal potere femminile pagano, che emerge con tutta la sua forza misteriosa e perentoria.     Sabato 17 marzo, ore 18.30 Casello di Guardia   Nemmeno con un fiore - La libertà sconfigge la violenza di genere   Dialogo a due voci, con Mariapia De Conto e Alice Maddalozzo Della Puppa.   La Letteratura per ragazzi è ricca di esempi di protagonisti femminili e maschili che con la loro forza e tenacia imparano a sconfiggere i draghi della loro vita. Per limitare e azzerare la violenza sulle donne, bisogna iniziare a lavorare con i bambini, maschi e femmine e la lettura è il giusto mezzo per poterlo fare.   Domenica 25 marzo, ore 17.00 Auditorium scuola media   Coro le Cicale con lo spettacolo – concerto “Tanti volti un voto” regia di Giuseppina Casarin.   Testi di Sandra Mangini dalla voce delle donne. Spettacolo di canti, uniti a testimonianze di donne che nel 1946 per la prima volta hanno votato in Italia. Voci consapevoli ed entusiaste di aver vissuto una tappa fondamentale per la conquista dei diritti alle donne”.

CSATÓ TAMÁS

Tamás Csató è nato a Vásárosnamény nell'agosto del 1959. Già nella scuola elementare, ha richiamato l'attenzione del suo insegnante d'arte che lo ha aiutato molto con la pratica e lezioni extra scolastiche. Durante la scuola superiore faceva parte del assiociazione Medgyessy , dove fu istruito dai pittori Lajos Bíró e László Félegyházi. Negli anni seguenti Tamás Csató divenne uno studente privato del pittore Albert Gábri con il quale organizzavano mostre collettive. Da allora è diventato famoso, e ha avuto mostre in diverse città, tra cui alcune gallerie eccezionali di Budapest.

QUELLA GIUNGLA NEL MIO GIARDINO-ALBERTO MAGRI

Museo Civico d'Arte Corso Vittorio Emanuele II, 51, Pordenone, Italia

LE OPERE ESPOSTE SONO TRATTE DAL NUOVO LIBRO ILLUSTRATO DI ALBERTO MAGRI, QUELLA GIUNGLA DEL MIO GIARDINO, CHE VERRÀ PRESENTATO L’8 APRILE ALLE ORE 17,30 A CHIUSURA DELLA MOSTRA. È UN OMAGGIO CREATIVO E NATURALISTICO, IN CUI MAGRI HA REALIZZATO VARI DIPINTI, ILLUSTRAZIONI E SCHIZZI ISPIRANDOSI ALLA BIODIVERSITÀ OSSERVATA IN UN FAZZOLETTO DI TERRA, NEL PROPRIO GIARDINO. ALBERTO MAGRI È UN GIOVANE PITTORE E ILLUSTRATORE DI PORDENONE E AUTORE DEI LIBRI ILLUSTRATI PICTOR MODERNUS E MENOCCHIO. ESPLORANDO QUELLA GIUNGLA DEL MIO GIARDINO LA MOSTRA OSPITA LE OPERE DI ALCUNI AUTORI, ARTISTI E PERSONALITÀ CHE SU INVITO DI ALBERTO MAGRI HANNO CREATO O PRESTATO DAI LORO ARCHIVI UNA LORO OPERA ISPIRANDOSI AL CONCETTO DI QUELLA GIUNGLA DEL MIO GIARDINO. L’IDEA NASCE DALLA CURIOSITÀ DI ESPLORARE NUOVI PUNTI DI VISTA E LE POSSIBILI VIE NARRATIVE E ARTISTICHE CHE QUESTA FRASE PUÒ EVOCARE ATTRAVERSO LA MUSICA, LA SCRITTURA E LE ARTI VISIVE. PARTECIPANO: MONS. GIANCARLO STIVAL – STEFANO CIOL – SERGIO VACCHER – GIOVANNI DEL BEN – MICHELE ZANETTI MAURO CALDANA – SILVIA PIGNAT – FEDERICO CECCHIN – GIULIO MASIERI – STEFANO BERNABEI GIANCARLO MAGRI – EMANUELE BERTOSSI – LUDOVICO BOMBEN – FILIPPO TRAMONTANA & MARCO QUARIN

SÜMEGI VIKTOR MELS2

Mi chiamo Viktor Sümegi (Mels2) e sono un artista autodidatta. Ho iniziato a dipingere, poi sono nato a Budapest nel 1995. Ho trascorso 8 anni creando in Irlanda tra il 2009 e il 2017. Lavoro con vernice spray, olio e acrilico su una vasta gamma di superfici, per lo più pareti e tele. Il mio lavoro riguarda la connessione tra questa realtà fisica e la coscienza. Quando un bambino nasce e arriva sulla terra /nella realtà, una grande dose di una droga naturale chiamata dimetiltriptamina (DMT) viene rilasciata nella parte del cervello chiamato ghiandola pineale e questo è ciò che collega le sue visioni / pensieri spirituali e l'anima con il corpo in cui vivrai per il resto della sua vita. Quindi la connessione è ciò che cerco, tra tutta la vita e tutti i sogni. Credo anche che la conoscenza sia l'universo stesso, il 96% di esso è una cosa "sconosciuta" chiamata materia oscura, il resto sono stelle e pianeti, le creazioni della coscienza, come il nome Mels2 che ho creato per chiamare il mio mondo. Comincio a dipingere dal mio subconscio e lascio semplicemente che i miei sentimenti scelgano i colori e poi comincio a vedere forme che dipingo e visualizzo fisicamente ciò che vedo dentro di me, è come connetto la mia anima col mio corpo e faccio quel momento permanente su una superficie. Adoro dipingere creature oceaniche e vita marina perché tutte le forme di vita su questo pianeta hanno iniziato a formarsi nell'oceano e lo trovo molto più colorate, antiche e misteriose della piccole terra in cui viviamo. Il messaggio che il mio lavoro sta portando è quello di non dimenticare da dove veniamo tutti, non importa se sei umano, pesce, cane o una pianta, dovremmo tutti rimanere consapevoli di ciò che siamo /facciamo ed essere connessi con la spiritualità e la natura perché è il modo migliore per essere pienamente felici e goderci questa vita finché possiamo.

MAGYAR JUDIT MÁRIA

La Fondazione Giovanni Santin Onlus presenta la mostra di Magyar Judit Mária. Il titolo della mostra é : Ambascatori di pietre. L'inaugurazione si terrá il giorno 22.04.2018 Pietre,pietre,pietre e ancora pietre….. e poi rami,stelle marine, petali,sassi,minerali, fagioli,piselli,bozze, colori, suoni, melodie, messaggi, armonie, pezzi,parti e infine tutto intero. „Tutto tondo e intero, forse sono cosí anchio… Visibile, presente fisicamente, quindi afferrabile ma ció nonostante inafferrabile. Emozioni, amore, umano.     Sin dall’inizio ero circondata dalla natura, e mi sentivo una parte di essa. Questo non é cambiato da allora, forse solo un po…nel senso che mi sento sempre piú vicina alle pietre, sassi e minerali con le quali creo. Le mie opere partono sempre da loro, e finora credevo che fossi stata io a comunicare attraverso questi materiali, ora invece mi rendo conto che la veritá é che sono loro che comunicano attraverso me. Sono il ponte tra le pietre e le persone. Negli ultimi 3 anni sono nati molti quadri”messaggieri”. Sono tutti unici e personali. A volte li osservo con ammirazione, e cerco di trapassare i pensieri, vibrazioni, sentimenti. A volte esperimento sum e stessa, quante energie positive possono nascere da un quadro/opera.   É molto difficile esprimere questo qualcosa…..possiamo forse dire sensazione di amore o di felicitá, che si aggrega con la sensazione di „calore di casa”. Alla mostra saranno visibili 2 dei miei quadri/opere. Entrambe manderanno un messaggio all’umanitá.    

XII. SIMPOSIO FOTOGRAFICO

05 Maggio - 27 Maggio 2018 Galleria Comunale “La Loggia” Centro Arti Visive “La Castella” “Ex Prigioni” Espongono: Graziano Burin Remo Cavedale Adriano Mascherin Mimmo Mirabile Antonio Ros Franco Spanò Interventi critici: Alessandra Santin Coordinamento: Maurizio Vendramini Assistenza: Franco Gottardi Selezione artisti: Circolo dell’Immagine La Loggia CIRCOLO DELL’ IMMAGINE “LA LOGGIA” XII Edizione. Dodicesimo appuntamento, possibile grazie alla disponibilità degli autori invitati ai quali il Circolo dell’Immagine “La Loggia” esprime gratitudine per la collaborazione e pazienza. Sei autori, perlopiù noti, qualcuno appreso, sono protagonisti del Simposio: un tassello culturale nel panorama della fotografia italiana - qualche volta con ramificazione estera – che coinvolge gli stessi all’approntamento degli allestimenti, liberi di rappresentare le loro tematiche ad un pubblico variegato. Si suggerisce così a questo pubblico di soffermarsi con attenzione, senza avere l’illusione di capire e comprendere tutto e subito, di scoprire alcunché di nuovo, ma provando l’incertezza dello stimolo culturale, senza approdare a qualche cosa di definitivo. E’ il fascino dell’arte fotografica e non solo. Come presidente del Circolo, porgo un sincero ringraziamento a quanti hanno collaborato, direttamente e indirettamente, al compimento di questo momento. Dedico a questi fotografi l’augurio di proseguire con dedizione l’arte fotografica, che possano arricchire e dare il proprio contributo culturale a nuovi, possibili autori. E’ doveroso infine il ringraziamento al Comune di Motta di Livenza e alla sua Amministrazione per i locali messi a disposizione di questo evento, augurandomi un prosieguo futuro della manifestazione. Ritratti dell’anima Jean-Luc Nancy definisce il ritratto come “figurazione”, quindi non rappresentazione mimetica ma cre-azione forte e attiva, riflessione sull’identità personale dell’altro, oggi più che mai frammentata, sfuggente e fluida. Graziano Burin appartiene a pieno titolo a questo filone di ricerca, che orienta i perché del ritratto su questioni di ordine psicologico e sociologico. Nelle sue opere, infatti, si colgono gli aspetti emotivi più intimi di ciascuno, colti nella dimensione della solitudine esistenziale, che rappresenta anch’essa una cifra ulteriore della nostra contemporaneità. I titoli delle opere contribuiscono e orientano la lettura, si tratta di parole che nominano stati d’animo del protagonista, di tutti noi, e soprattutto dell’artista Graziano Burin che ha voluto cogliere l’istante preciso in cui lo stato emotivo si è manifestato. Lo ha fatto con una tecnica nuova, la “scannergrafia” che già in altri artisti ha rappresentato motivo di ricerca. Ma Graziano Burin utilizzando lo scanner portatile, ha aggiunto la gestualità e il contatto fisico alla tecnica consolidata, contribuendo in tal modo al rinnovamento ed alla personalizzazione della tecnica stessa. Aderire alla superficie del volto, percorrerne le convessità, allontanarsi dagli avvallamenti, gli ha consentito di analizzare anfratti dell’anima più che elementi fisionomici del corpo. Questa operazione concettuale rende i suoi ritratti unici, irripetibili e straordinariamente personali. Alessandra SantinXII. SIMPOSIO FOTOGRAFICO

Vanitas – Alberto Pasqual

Villa Frova Piazza San Marco 3, Caneva PN, Italia

VANITAS Mostra di ALBERTO PASQUAL 6 MAGGIO – 10 GIUGNO 2018 Inaugurazione domenica 6 maggio 2018 ore 11.00 Presenta il Critico d’Arte ALESSANDRA SANTIN Progetto curato da Giovanna Carlot   VILLA FROVA - PIAZZA SAN MARCO,STEVENÀ di CANEVA Vanitas La ricerca di Alberto Pasqual scardina ogni certezza, irride il pre-giudizio e gli automatismi concettuali. L’artista riconduce la materia più dura, il ferro, al silenzio della vulnerabilità esistenziale: la durezza tagliente e spigolosa delle lastre si sfrangia in colature inattese, si lascia forare, spezzare, modellare, comprimere come farebbe la cera o il burro. L’acciaio, materia invulnerabile per eccellenza, che sconfigge le forze del Tempo e dello Spazio, che sorregge ponti e palazzi, che difende, protegge, contiene, … si arrende e ribolle, si stempera, cola, ritorna agli inizi o alla fine, alle forme originarie quando ogni realtà ubbidisce alle temperie naturali. Per contro il maestro scolpisce la leggerezza del plexiglass, lo erge sollecitando trasparenze e piegature, suggerendo le potenzialità inattese di una materia solo apparentemente fragile e volutamente invisibile. Ogni opera riconduce alla bellezza dell’esistenza, alla rappresentazione sublime della Vanitas, al respiro potente del quasi tutto e del quasi nulla, alla consistenza della caducità della vita che interpella oggi più di sempre l’uomo contemporaneo. Alessandra Santin Maggio 2018 Genius Loci

KALMÁR PÁL

Museum Hotel Budapest Trefort utca 2, Budapest, Ungheria

Ci sono molti modi di comunicare pensieri nel mondo creato da Dio. Puoi parlare, cantare, scrivere, dipingere, ballare, suonare musica. Se accettiamo la legge linguistica che la frase è una formulazione linguistica di un pensiero, se il pensiero è intatto, se il pensiero è chiaro e bello, allora la frase è altrettanto. Se il pensiero è falso, la frase è confusa. Alla moda. Paul Kalmár non comunica con le parole, ma lavora con le immagini. Trasmette i suoi pensieri attraverso le immagini , inserisce le materie plastiche e le sistema in modo che siano come frasi. I pensieri di Pál Kalmár sono puliti e belli, perché gli oggetti creati da lui sono altrettanto belli.  Con pensieri nudi, ragionevoli, materialistici, tuttavia, possiamo solo costruire un mondo di calcolatori, intelligenti e striduli che tremano. Questo noi non vogliamo. Le persone hanno emozioni, sentimenti, rabbia vincono e perdono, orgogliosi e vergognosi, ridono e piangono, odiano e amano. Queste azioni devono essere presenti nelle frasi, almeno in quelle artisctiche perché essi rappresentano i pensieri di tutti gli esseri umani. Pál Kalmár é un artista. Le sue immagini e immagini ci dicono che cosa era, c'è e sarà nel mondo che il vetro è morto nell'oscurità, sempre ci deve dietro la luce che lo illumina o almeno la speranza della luce, le sue immagini sono senza cornice, non c'è fine,  così le loro immagini trasmettono un senso di libertà infinita. Pál Kalmár dice che l'uomo è nato libero.

MELANIA MAZZUCCO – TINTORETTO

500° anniversario della nascita di Tintoretto (1518-2018). Tintoretto, la cui tecnica pittorica vide la compresenza del colore di Tiziano e del disegno di Michelangelo, è uno fra i più grandi esponenti del Rinascimento italiano e della Scuola veneziana. Nacque a Venezia nel 1518. Oggi, in occasione del cinquecentesimo anniversario della sua nascita, si moltiplicano le iniziative culturali, gli eventi e le grandi mostre in Italia e nel mondo, per ricordare la sua figura, il valore delle sue opere e la qualità della sua ricerca. Melania Mazzucco, riconosciuta universalmente come maggiore conoscitrice della sua vita e delle opere collabora alla realizzazione di un documentario per la televisione ed il cinema sulla vita del Tintoretto. Le riprese inizieranno la terza settimana di giugno a Venezia. Con grande piacere la Fondazione Giovanni Santin Onlus ospiterà nuovamente la studiosa/scrittrice Melania Mazzucco nella sua la sede, a Venezia in Sestriere San Marco per permetterle di seguire il lavoro della troupe e delle riprese che si svolgeranno in diversi ambienti di Venezia.

ANNA PAGELS-TÓTH

Museum Hotel Budapest Trefort utca 2, Budapest, Ungheria

Dal 2018.07.23 al 2018.08.16  la galleria dell'Hotel Museum ospitera la mostra di Anna Pagels-Tóth. Credo profondamente che gli esseri umani siano esseri creativi. Ognuno ha questo tesoro in sé, il cui scopo è quello dicrescere e sbocciare come un fiore. Sono sinceramente devota a mantenere viva questa preziosa fonte in me e se dipende da me, perché credo che la vera felicità risieda in questa fonte, incoraggio le persone che incontro per seguire questo percorso, realizzare i loro sogni e fare ciò che amano . Sto con la mia arte e il mio atteggiamento nei confronti della vita per evacuare le cose, il che ci rende infelici e dare spazio deliberatamente alle cose, che ci rendono felici.

MARIO VIDOR – BUDAPEST

Museum Hotel Budapest Trefort utca 2, Budapest, Ungheria

La Fondazione Giovanni Santin presenta la mostra e il catalogo di Mario Vidor intitolato "Budapest". La Fondazione Giovanni Santin Onlus presenta la mostra del fotografo Mario Vidor, il titolo della mostra é Budapest. Inaugurazione si terrá il 16.08.2018. alle ore 18.30 presso l'Hotel Museum Budapest. Mario Vidor firma il catalogo fotografico di Budapest.

GIANCARLO TEARDO PRIMAVERE

Teardo Giancarlo è nato a Treviso nel 1936. Risiede a Pordenone con studio in via E. da Valvasone, 9 Telefono 0434.571843, cell. 339.6551341 Ha tenuto numerose mostre personali e di gruppo: Galleria “Gruppo 70”, San Donà (VE); Galleria “Violetta”, Padova; Galleria “Alpone”, Verona; Galleria “Il Salotto”, Vicenza; Galleria “Contemporarte”, Pordenone; Galleria “Santin”, Pordenone; Galleria “La Loggia”, Motta di Livenza; Galleria “Il Ventaglio”, Udine; Galleria “Arona”, Arona (NO); Galleria “2 Gru”, Portogruaro; Galleria “Paris”, Treviso; Galleria “Le Padovanelle”, Padova; Galleria “Comunale”, Trieste; Galleria “Piancavallo”, Pordenone; Galleria “S. Vidal”, Venezia; Galleria “Roggia”, Treviso; Galleria “Cà dei Ricchi”, Banca Antoniana Veneta, Codroipo; Galleria “Al Parco”, Fontanafredda; Galleria d’arte “MA.PI.RO.”, Treviso; Galleria “Adriana”, San Vito al Tagliamento (PN); “Palazzo Cecchini”, Cordovado (PN); “Complesso S.M. dei Battuti”, San Vito al Tagliamento (PN); “Chiesa di San Gregorio”, Sacile (PN); “Castello”, San Vito al Tagliamento (PN).  

SZŐLLŐSI ALBERT

Museum Hotel Budapest Trefort utca 2, Budapest, Ungheria

La Fondazione Giovanni Santin Onlus presenta la mostra di Albert Szőllősi, presso la galleria d'arte dell'Hotel Museum Budapest. Inaugurazione  2018.09.16.-án 18.00.

NELLA DIMORA DEL TEMPO NUOVO DI ANGELO TOPPAZZINI

Galleria Celso e Giovanni Costantini Castions, Italia

Prossimo importante evento che la Fondazione Giovanni Santin Onlus promuove con vivo interesse - per la qualità delle opere esposte del Maestro Angelo Toppazzini - per la programmazione di eventi culturali attenti alla formazione della cultura contemporanea. Si invita la S.V. alla cerimonia inaugurale della Sesta Edizione di Arte in Palazzo NELLA DIMORA DEL TEMPO NUOVO di Angelo Toppazzini e Collezione di Artisti "Amici" sabato 29 settembre 2018, ore 18.00 Galleria Civica d'Arte Celso e Giovanni Costantini  - Castions di Zoppola

DA KANDINSKY A BOTERO DA NOVEMBRE A PALAZZO ZAGURI

Palazzo Zaguri Campo San Maurizio, 2668, Venezia, Italia

L’antico e nobile Palazzo Zaguri, in Campo San Maurizio, già residenza di Giacomo Casanova, dal 1° novembre tornerà ad essere un luogo d’arte e di cultura con la grande mostra Da Kandinsky a Botero. Un grande evento internazionale, grazie al quale sarà possibile incontrare il meglio dell’arte del ‘900 attraverso i suoi più celebri maestri: Kandinsky, Dalì, Miró, Casorati, Capogrossi, Warhol. Sarà possibile chiudere gli occhi sulla magica laguna di Venezia per riaprirli davanti alla forza dei colori di Matisse e Klee, le forme senza tempo di De Chirico, l’arte dirompente di Corrado Cagli e Mirko Basaldella. https://youtu.be/GvW0u6uo_38 Una grande mostra che va oltre i quadri, oltre gli artisti, oltre la pittura. Più di 100 le opere in esposizione. Splendido palazzo gotico costruito nel 1353, Palazzo Zaguri è un nuovo polo espositivo permanente veneziano di 2500 mq che si snoda nelle 36 sale, su 5 piani. Ospita al piano terra un ampio bookshop, al quale è possibile accedere liberamente essendo uno spazio autonomo rispetto alla sede espositiva. Palazzo Zaguri dal 2019 avrà una sezione espositiva permanente. La dott.ssa Silvana Cincotti e il prof. Livio Secco ospiti nella sede veneziana della Fondazione Giovanni Santin Onlus, messa a disposizione per l’organizzazione della mostra “da Kandinsky a Botero” che si inaugurerà a fine ottobre a Palazzo Zaguri in Campo San Maurizio  

IL MEMORIAL GIOVANNI SANTIN

IL MEMORIAL GIOVANNI SANTIN Sabato 4 novembre si é tenuto "il primo Memorial Giovanni Santin" Torneo Rugby di Pordenone. Condividiamo con voi le foto scattate durante la conferenza stampa e l'evento. Grazie a Sergio Vaccher e alla sua impareggiabile professionalità della fotografia.  

VICO CALABRO’

Amici degli Amici.  Quarta edizione VICO CALABRO’   e gli artisti della Stamperia Busato.   È arduo pronunciare la parola “amico”senza soffermarsi sulla sua forma troppo breve e le sue ali troppo corte, rispetto alla densità e alla profondità del suo significato. Amico è lo splendore  della relazione disinteressata che qualifica l’uomo, che ne determina il valore, e che lo mette nella condizione ideale per esprimere il proprio sentire e il proprio pensiero. In tal senso di può dire che l’arte, essendo azione di verità e libertà, è già di per se’ espressione massima di amicizia, nei confronti dell’umanità intera, verso l’alterita’ cui si rivolge l’artista quando comunica poeticamente. Ritroviamo di continuo, in tutta la storia del pensiero e del fare umano, le conferme di questa parentela tra arte e amicizia. Viene in mente l'incipit dantesco dalle Rime: “Guido, i’ vorrei che tu Lapo  e io” . Un caso eccellente di quell'amicizia fra artisti - amicizia vera - che si trasfonde nelle opere con splendidi risultati, come derivazione della originaria "comunitarietà" connessa al fatto artistico e performativo. La poesia classica, per esempio, nasce per venire declamata in occasioni conviviali. Casi simili sono moltissimi con protagonisti sempre diversi: i decadentisti francesi, i nostri scapigliati, gli impressionisti e i dadaisti, le femministe europee ed americane, gli scrittori della beat generation, ... Tutti artisti che nella loro epoca e nel loro contesto geografico "facevano gruppo" e avevano l'abitudine di caratterizzare le opere con frammenti e accenni - impliciti e non - alle figure degli amici. Jorge Louis Borges diceva che «ogni persona che passa nella nostra vita è unica. Sempre lascia un po’ di se’ e si porta via un po’ di noi. Ci sarà chi si è portato via molto, ma non ci sarà mai chi non avrà lasciato nulla». La mostra organizzata in occasione dell’ottantesimo compleanno di uno dei maggiori artisti italiani viventi, Vico Calabrò, è la concreta testimonianza delle  considerazioni precedenti. Ottanta e più amici realizzano un’opera che gli donano e che forma il corpus espositivo che oggi possiamo ammirare nelle sale della Galleria “Casa del Cardinale Costantini” a Castions di Zoppola. Qui si tiene a cadenza annuale una mostra dal titolo emblematico “Amici degli  amici” . Questa quarta edizione è dedicata a Vico Calabrò e alle opere che gli sono state donate: incisioni realizzate nella Storica Stamperia d’arte Busato di Vicenza, opere che nella  forma e nel contenuto rappresentano la perfetta continuità con la programmazione avviata, attenta al calore e al colore dell’amicizia, nell’arte e nella vita. Tutto concorre a dimostrare che le ricerche e l’aggiornamento dei linguaggi artistici percorrono vie e si soffermano in luoghi e tempi in cui la Storia non è un mero prontuario di regole, ma un continuo scaturire d’ipotesi che confluiscono nella bellezza. L’Associazione Amici della galleria del Cardinale Costantini e l’Assessorato alla Cultura del Comune di Zoppola, insieme a tutti gli artisti presenti con le loro opere (inserire elenco) vanno ringraziati per l’apporto dato al progetto e alla sua esecuzione, testimonianza di quanto sia importante la collaborazione nel presente contemporaneo,  sempre più rivolto verso un percorso luminoso di cambiamento, che avviene attraverso ogni gesto, ogni scelta, ogni momento vissuto con l’arte. Vico Calabro’ ritrae spesso un violinista che suona alla luna. È la semplice testimonianza di un ricordo che diviene simbolo e cifra stilistica della sua ricerca. Queste le sue parole :-...Nel silenzio di una notte tragica e tempestosa, con l’acqua alta che invadeva le strade e le case, mentre tutti si allontanavano frettolosamente cercando di portare in salvo i pochi preziosi, un amico anziano suonava una melodia semplice, riportando ogni emozione alla sua originaria umanità, riportando il tempo ad una possibilità di senso nuovo.- Vico ci ricorda che tutto ciò avviene se, attraverso l’arte  e l’amicizia, la società si ricompone in una comunità solidale, che promuove qualità, apertura alle differenze, ascolto e conoscenza di emozioni e azioni,  di pensieri rigenerativi che oggi, in questa preziosa occasione, sono di buon auspicio e augurali per un futuro migliore.

EQUILIGRAVE

Zoppola, 22 dicembre 2018.  'EquiliGrave' Laboratorio artistico per bambini e adulti ispirato alla Land Art. Sassi e sabbia del fiume Cellina con rami, sterpi e bacche hanno dato vita alle strutture artistiche prodotte dai partecipanti.  Paesaggio magico anche d’inverno.

ZSUFFA PÉTER

Ho cominciato nel 1984, perció il titolo della mia mostra successiva é „35 anni , 35 quadri, sono bruciato. All ’inizio… negli anni 80’ usavo una siriga medica per „scrivere” sulla tela, in onore della cultura folkloristica ungherese e nello spirito di Bartók. Negli anni 90’ ho sviluppato una tecnica a „graffiti” con la pistola  a spruzzo che chiamo „fotoimpressionismo” cosí le mie foto bruciano all eternitá a 900 gradi.   Oggi vorrei "continuare" l'era più bella della cultura europea creando il mio "gotico", che dipingo con le tovaglie di pizzo ricamate a mano delle mie nonne. (Le creazioni più belle della mia vita sono i miei 4 figli e mezzo ... :-)). Per ulteriori informazioni e immagini potete visitare il mio sito web: zs-ufo.hu Grazie: Péter Zsuffa  

KEMENES KATALIN

Museum Hotel Budapest Trefort utca 2, Budapest, Ungheria

Ostan

BIDON Via Enrico Fermi, 24, Fossalta di Portogruaro, Venezia, Italia

SOS- "Contemporanea" Racconti nell'area Eventi 38 dal 19.01-al 30.03.2019 Presso Bidon Fashion a cura di Alessandra Santin

HORVÁTH GYÖRGY 2019.02

Mi sono sempre sforzato di creare lo stile unico. Con le mie creazioni cerco di esprimere l’essenziale dell’universo. Per quanto riguarda la mia formazione professionale sono ceramico popolare, e lavoro principalmentene con l’argilla, a volte arricchita di altri materiali- come il metallo. Tra i temi per le mie opere si trovano temi piuttosto forti come le controversie della societá rappresentati da creazioni grottesche ma cé spazio anche per l’amore e le emozioni raffigurate in varie sculture. Il mio stile dell’arte é stato influenzato dalle xilografie giapponesi, l’espressionismo e l’arte primitiva. Se per forza devo definire lo stile direi di essere neoespressionista, mentre cerco di arrivare ad un livello superiore dell’arte senza barriere.”  Horváth György

SILENZIO E SOLITUDINE ALAIN SANTIAGO

Museo Civico di Storia Naturale Via della Motta 16, Pordenone, Italia

Il Museo Civico di Storia Naturale di Pordenone presenta dal 15 febbraio al 17 marzo la mostra fotografica di Alain Santiago "Spitzberg - Silenzio e solitudine". Un viaggio intorno alle isole dell’arcipelago delle Svalbard, oltre il Circolo Polare Artico, incontrando orsi bianchi, volpi polari, renne, trichechi e molti specie di uccelli, in splendidi paesaggi immersi nel silenzio e nella solitudine.

DONNE PROTAGONISTE

RASSEGNA DONNE PROTAGONISTE Comunicato stampa - Inaugurazione mostra “CON ALTRI OCCHI” Venerdì 1 marzo, alle 18.00, nel Casello di Guardia di Porcia. con l’inaugurazione della mostra “Con altri occhi” del pittore e scultore Carlo Fontanella, si aprirà la rassegna Donne Protagoniste. La mostra, curata da Franca Benvenuti con il contributo critico di Alessandra Santin, è stata realizzata dall’Assessorato alla Cultura di Porcia in collaborazione con Fondazione Giovanni Santin, Pro Porcia, In prima persona - uomini contro la violenza sulle donne. Sono state scelte per l’esposizione opere che, come scrive Alessandra Santin nel suo testo critico, “…per composizione, forma e tecnica più di altre possono essere collegate alle problematiche di genere femminile” e che “…esprimono perfettamente l’enigmatico universo femminile, con i suoi punti di forza, le criticità, i bisogni e gli inviolabili diritti”. Un’originale installazione, dall’emblematico titolo “In punta di piedi”, è stata realizzata ad hoc per la mostra da Fontanella, artista sempre estremamente sensibile nei confronti delle tematiche di carattere sociale. Scrive in proposito Alessandra Santin, “Dodici corpi femminili, liberi e dissidenti, di età, cultura e religioni diverse, appartenenti a differenti classi sociali si incontrano tra loro, e incontrano noi fruitori… L’artista riesce a coniugare la smaterializzazione estrema del corpo femminile a una sua presenza inequivocabile, pure se ridotta a leggerissime e mobili siluette. Un’unica nota di colore rosso sottolinea l’importanza del moltiplicarsi dei percorsi e dei punti di vista. C’è sempre più di un sentiero da seguire, più di una porta da aprire, altri sguardi da utilizzare”. Il visitatore, inoltrandosi “In punta di piedi” nella stanza dove è stata realizzata l’installazione, può così immaginare storie di ordinaria normalità, ma anche storie difficili e drammatiche che si legano, in un simbolico fil rouge, alle storie raccontate negli incontri della rassegna “Donne Protagoniste”. La mostra sarà visitabile nel corso di tutto il mese di marzo nelle giornate di venerdì dalle 10 alle 12, di sabato e domenica dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle19.00. Franca Benvenuti Cell. 333 240 3398 Mail fra.benve@gmail.com PORCIA – Domenica 31 marzo alle 18.00, nell’Auditorium della Scuola Media di Porcia, si concluderà la rassegna Donne Protagoniste con l’evento musicale “… Per la pace, per il pane e per la libertà … i canti delle donne nella loro storia di emancipazione”. Sul palco Giuseppina “Beppa” Casarin, attenta interprete di canti popolari veneti e del repertorio italiano, Patrizia Bertoncello, cantante e musicista, Simone “Cimo” Nogarin, musicista e cantautore. L’evento, che ha il sostegno della Fondazione Giovanni Santin e di In prima persona-uomini contro la violenza sulle donne, verrà presentato da Franca Benvenuti. Si è scelto volutamente di chiudere la rassegna Donne Protagoniste e la mostra “Con altri occhi” con un recital di canzoni della tradizione popolare perché questi canti rappresentano un patrimonio culturale che va salvaguardato e valorizzato. Al loro interno esiste un vastissimo repertorio che ci racconta in particolare la condizione delle donne, troppo spesso costrette a tacere e abbassare la testa anche all’interno delle pareti domestiche. Le canzoni ci raccontano la loro vita e testimoniano come, in particolare nel Novecento, le donne siano diventate protagoniste nelle lotte per i diritti di tutti. Riportare alla luce questi canti, condividerne la bellezza e la verità, la forza intensa, porta ciascuno di noi in contatto con le proprie radici più profonde e rafforza il percorso di emancipazione e lotta sociale che vede le donne in prima fila in tutto il mondo. Franca Benvenuti

PASIANO

Sala Consiliare del Comune di Pasiano Via Molini, 18, Pasiano di Pordenone, Italia

Il comune di Pasiano in collaborazione con la Fondazione Giovanni Santin Onlus sono lieti di invitarvi a tre eventi di interesse culturali. Sabato 2 marzo alle ore 17.30 nella  Sala Consiliare del Comune di Pasiano, via Molini Presentazione del Catalogo della collezione d’arte del Comune di Pasiano A seguire  intitolazione degli Spazi espositivi a Damiano Damiani  e Inaugurazione Mostra Personale di  Simone Prudente

SACRAMENTUM-NEUMANN ILDIKÓ

Museum Hotel Budapest Trefort utca 2, Budapest, Ungheria

La serie fotografica "Sacramentum" di Ildikó Neumann, artista fotografico, cerca di connettersi con il passato, la vita e la morte, lo sviluppo eterno, la crescita e il rinnovamento, utilizzando la tecnica della sovraposizione digitale come espressione epica l'uno dell'altro. Il nascondimento del corpo umano fisico visualizzato, la mano protettiva, l'immagine dell'albero morto putrefatto includono il mondo interiore dell'uomo.

SCATTI D’IDENTITÁ

Scatti d'identitá -  IN GALLERIA APRILE 2019 Eliana Bozzi, Ruggero Ruggeri, Maria Soldi   -Ocragialla faber 31 marzo-28 aprile https://www.facebook.com/Ocragialla-Faber-136929336866020/

TERRA COME PAESAGGIO

La Fondazione Giovanni Santin Onlus presenta l'esposizione di Guerrino Diridin- Terra come paesaggio Inaugurazione domenica 7 aprile. Sala espositiva "Damiano Damiani". Terra come Paesaggio di Guerrino Dirindin sala espositiva Damiano Damiani - Pasiano di PN - foto Gianni Pignat Guerrino Dirindin Il paesaggio di Guerrino Dirindin diventa memoria della totalità, memoria di quella che per gli antichi era la Natura. L’artista si immerge in questa ricerca portandola all’esasperazione: tutto è Terra, se stesso in primis, ma anche gli animali e le pietre, i vegetali e ogni presenza del territorio è Terra. Ogni opera di Guerrino Dirindin può essere considerata anche autoritratto. La Terra, nelle opere di Guerrino Dirindin, scatena la prima vera rivoluzione del Terzo Millennio. Il paesaggio ridiventa terra nella sua totalità e rivela il luogo dove il pensiero dell’uomo può riprendere a vivere senza forma e confini, può riprendere la vita nelle tracce e nei solchi, nelle zolle ribaltate e umide , nei colori asciutti del sole e scuri delle acque. Ovunque e comunque l’artista rivela l’impronta della vita, ingloba e rielabora nuovamente la materia prima, ascolta la Terra e dunque l’Uomo di oggi e di sempre, la sua origine e il suo fine. La Cultura, secondo Guerrino Dirindin, di fronte al paesaggio può assumere l’atteggiamento rispettoso della tradizione: la cultura può di nuovo riprendere a tradurre il linguaggio della Natura, dare voce alla Terra, innalzare il canto, perché la Terra è Rivoluzione (antica e nuova contemporaneamente). La ricerca artistica, poetica, estetica ed etica di Guerrino Dirindin, immagina un altro mondo percettivo, un altro tipo di rapporto con se stesso, con l’uomo e il mondo. Egli invita ad una riconciliazione tra l’essere umano e il paesaggio in una sintesi che ne ricostruisce l’indissolubile legame. Alessandra Santin

ARTISTI A STATUTO SPECIALE

Palazzo delle Albere Via Roberto da Sanseverino, 43, Trento, Italia

ARTISTI A STATUTO SPECIALE FRIULI VENEZIA GIULIA Bruno Aita, Evaristo Cian, Arianna Ellero, Alessandra Lazzaris Tutto ciò che è estetico è un elemento integrato e integrante  della parte poetica della vita. E.Morin   Riflettere sull’importanza e la qualità di alcune ricerche artistiche presenti in un territorio è di per sé un’operazione complessa. Ha a che fare con processi in divenire, con direzioni costantemente rinnovate e cariche di motivazioni ed energie soggettive, che possono essere emblematiche anche di un sentire comune. Edgard Morin ci ricorda, infatti, che il sentimento estetico, profondamente umano, si fortifica e si sviluppa grazie anche a condizioni ambientali, culturali e storiche. L’indirizzo, la coerenza e il senso del lavoro di Bruno Aita, Evaristo Cian, Arianna Ellero, Alessandra Lazzaris possono essere un modo per comprendere anche alcune specificità di un territorio di confine, qual è quello del Friuli Venezia Giulia, con le sue Lingue, gli interessi e i caratteri, le sue debolezze e le paure, le utopie, le domande e i desideri non sempre evidenti e solo raramente espressi. Alcune categorie della critica d’arte contemporanea hanno rappresentato i nodi concettuali dai quali si è partiti per leggere la complessa rete di relazioni entro cui i quattro artisti esprimono la loro poetica. Ciascuno concorre non già a rappresentare cose, contenuti e narrazioni, quanto a rivelare e rigenerare il pensiero, il senso della propria e della nostra vita, della lettura e  redenzione del Presente. Tempo, Emergenza e Urgenza guidano lo sguardo critico all’incontro con queste  quattro diverse interpretazioni del Contemporaneo. Nella serie delle lamiere convesse, che hanno reso famosa la sua raffinata arte industriale, Bruno Aita incontra l’Uomo incapace di dialogare con una Natura ormai estranea. Ogni funzione vitale avviene attraverso maschere e guanti; grossi tubi-cordone ombelicale permettono il respiro in boschi saturi di fumi, nella  luce buia e densa del giorno dopo. Bruno Aita ritorna alle forme della crisi dell’umano, nel Tempo fermo e nello Spazio finito dell’oggi. L’inquinamento dell’aria rende più essenziale e forse più tagliente lo sguardo dell’artista, che registra un fluire ininterrotto di istanti identici, senza uscita, in cui l’uomo si muove ignorando lo scopo. La sceneggiatura di questi eventi minimali si riduce in lunghe campiture monocromatiche, lucide e opache, in cui sapienti velature evidenziano il pieno del nulla, un eco, il grido muto di una voce dal tono basso, che ha perso la speranza. L’unica direzione di senso porta ovunque e in nessun luogo. Per Evaristo Cian l’arte è politica, sempre. Nello spazio di ogni sua opera si rintraccia il gioco della rappresentazione storica, filtrata dall’esperienza e dalla memoria. I suoi quadri ritraggono lo spazio del proprio studio, illuminato da lampadine azzurre e faretti estensibili di metallo, che conferiscono una dimensione scenografica/pop alla composizione. Sul cavalletto si trova spesso un foglio di carta, attaccato con strisce di nastro adesivo. Sulla parete di fondo troneggia il lavabo sporco di colore.  Un ritratto a matita narra la storia di una prostituta o di una donna sola; di un cane sempre presente; di una casa colonica abbandonata; del gelso dormiente nel silenzio di certe giornate d’inverno, quando niente sembra accadere.  Ogni opera è una visione esistenziale di relazioni concettuali e dialettiche tra elementi distanti. Ciascuna presenza è emergente e genera il senso. Ha in sé valore, chiede rispetto, è degna di attenzione amante. Ciascun elemento vuole essere riconosciuto per come è, nella propria oggettività. Tutto si esprime nel respiro della cosa, senza trascendenza; ciascuno è in un certo senso un medium d’immediatezza e configura un tratto di in-finito. Le opere che Arianna Ellero realizzate anche durante le performances,  impegnano innanzitutto il suo corpo come strumento per allontanarsi dall’ovvio del quotidiano, e rendere visibili quelle sottili linee di frattura che le consentono di far trasparire visioni inconvenzionali del reale. Le materie scolorite, spalmate di getto o accarezzate con gesti lunghi, offrono un primo effetto perturbante. La cancellazione intenzionale delle forme e il richiamo a un caos primigenio, difficilmente ricomponibile, creano slarghi in cui affiora il respiro vitale di una Natura/Cultura colpevole/innocente. Ogni gesto del corpo si ripete lungo direttici verticali che ricordano ai tempi odierni il rischio del disastro ecologico, il silenzio e la libertà del vuoto, l’ombra enigmatica del bello. L’artista getta fasci energetici sulla radura dell’essere, per permettere lo svelamento, l’apertura verso l’astrazione in un universo di significati costitutivi l’interiorità e il rappresentato. Arianna Ellero riconosce le profonde relazioni esistenti tra bellezza-ritmo-piacere e sconfigge con interventi minimali i limiti dell’inesprimibilità. Dialoga con l’impossibile Alessandra Lazzaris, quando chiede all’acciaio inossidabile, materia quanto mai satura di peso, potenza, durata, di rappresentare la leggerezza del vuoto e di arrugginire. I suoi Specchianti sono volumi che evocano il nulla contrapponendosi al pieno della materia compatta e impenetrabile. Essi compiono una rivoluzione concettuale che va indagata a partire dall’analisi dell’esperienza di vuoto che ha a che fare con le operazioni del pensiero e con l’esperienza della meditazione. Non indagano il dualismo materia/antimateria ma riflettono, invece, sulla possibilità di interpretare il vuoto e l’assenza come esperienze concettuali che chiamano in causa la trascendenza, perché si lasciano abitare da ogni cosa, per la durata necessaria al silenzio e alla luce presente. Il vuoto pare più temporale che spaziale è, infatti, presto abitato, specchiando e dislocando tutto ciò che lo circonda. Le forme e le dimensioni del luogo che ospita gli Specchianti, venendo incluse, aprono a nuove possibilità dialettiche. Il “fare vuoto” di Alessandra Lazzaris non toglie sostanzialità e permanenza alle cose, ma crea le condizioni perché appaiano nuove testimonianze-esperienze del nulla che appare, scompare, arrugginisce, includendo la durata e sconfiggendo il Tempo.  (Si ha un bell'aprire porte e finestre per fare una casa, l'utilità della casa dipende da ciò che non c'è. capitolo XI del Daodejing) Alessandra Santin 12.04.2019

AESSENZA

CLAUDIO CARRIERI  A/Essenza Campo S. Maurizio Venezia Violare la bellezza distruggendo un’opera d’arte è una provocazione che evoca i drammi di questi nostri tempi: le miserie onnipresenti, le catastrofi naturali ed ecologiche, le terribili migrazioni, le violenze cieche e apparentemente incomprensibili, le superficialità e le ignoranze... Il caso della decapitazione di Khaled al Asaad ad opera dell’Isis a Palmira nel 2015, in seguito al rifiuto di rivelare dove fossero nascosti i tesori artistici della città, è uno di questi eventi  che lasciano la coscienza  incapace di placare il tormento di una ferita inguaribile, di un interrogativo che si rinnova continuamente come un ineludibile enigma. Quando l’uomo sprofonda nella crudeltà e nell’odio si possono raggiungere abissi senza fondo, ma la bellezza della ricerca poetica si situa sempre dalla parte di una verità che non teme di fare i conti con ogni aspetto della realtà contemporanea. La lettura di questi tragici eventi ha suggerito all’artista Claudio Carrieri una performance che concepisce la necessità di esprimere l’importanza delle azioni che, per contro, salvano l’arte proprio denunciando lo scandalo di ogni forma di violenza sulla persona e sulla Storia, sulle manifestazioni dell’arte e della poesia e dunque sulla libertà. Una grande scultura di ceramica dell’artista Claudio Carrieri sarà frantumata di fronte a Palazzo Zaguri in Campo San Maurizio a Venezia, da alcune persone mascherate, prive di identità e dignità;  altri interverranno per salvare e rendere preziosi ed autosignificanti i singoli frammenti prodotti dal gesto di inaudita forza e violenza. Ciascuno elemento, parte per il tutto, essenza della forma ormai assente, verrà impreziosito dall’oro e autografato dall’artista stesso. Ciascuno frammento, curato da mani consapevoli e amanti, sconfiggerà l’atto violento, svelerà l’oscenità del gesto distruttivo. Le parti per il tutto, simboli del diritto alla libera creazione si dirigeranno come testimoni preziosi in case, musei, luoghi espositivi differenti. Chiunque potrà prenderne uno e destinarlo ad un percorso e un tempo nuovo, tutto rivolto ad un futuro luminoso, possibile, creativo perché umano. In cambio si potrà fare una donazione che andrà interamente a sostenere la Missione archeologica italiana dell’Università di Udine, condotta dal prof. Daniele Morandi Bonacossi, archeologo che opera nel Kurdistan iracheno. Non sarà, così, la bellezza dell’intero a venire meno, ad essere cancellata,  se la dimensione concettuale dell’atto creativo rientrerà consapevolmente nelle nostre coscienze, prima che nel panorama visivo di tutti noi. Cancellare sarà impossibile finchè ci sarà chi si interfaccia e condanna quanto accade, se ci sarà chi abita in una dimensione dell’umano che non concepisce confini geografici o temporali. Il finito dell’opera d’arte si trasformerà nell’in-finito dei frammenti che avranno destini trasversali, complessi, esponenziali, fecondi. Già Robert Rauschenberg aveva agito poeticamente cancellando un disegno di de Kooning nel 1953. Quella tela oggi esposta al museo di arte moderna di San Francisco (SFMOMA) è un monito silenzioso, un urlo muto, un pensiero vivente che scardina ogni certezza su ciò che è e che è stato. Resta il fatto straordinario del gesto della cancellazione esposta che produce senso per sempre. Alessandra Santin Fondazione Giovanni Santin Onlus https://www.rainews.it/tgr/veneto/video/2019/04/ven-Venezia-arte-ricorda-Khaled-al-Assad-archeologo-trucidato-da-Isis-01f29d55-997f-4321-a8e6-05893c4dd29a.html?wt_mc=2.www.wzp.tgrveneto_ContentItem-01f29d55-997f-4321-a8e6-05893c4dd29a.&wt

RÉTI ÁGNES

Museum Hotel Budapest Trefort utca 2, Budapest, Ungheria

Come si puó usare la casualità? Si puó controllare la casualitá? C'è una coincidenza consapevole? Queste sono le domande a cui sto lavorando da quando lavoro con la tecnica unica che sto perfezionando e sviluppando da due anni, che si basa sia sulla coscienza che sulla coincidenza/casualitá. Utilizzare il tessuto jersey cotone con caratteristiche speciali (elasticità, grinze) ai miei quadri di pastello invece del solito foglio lascia spazio per l'ammissione della fatalitá nel processo creativo. La loro incorporazione cosciente nell'immagine, l'estensione del loro uso, è già il controllo totale e cosciente della fatalitá. Un processo controllato che include elementi casuali, progettazione consapevole e lavoro di sviluppo. Ho sperimentato molto per controllare, produrre consapevolmente, riprodurre e creare un sistema di movimentazione personalizzato e uno stile. A volte, tuttavia, "inizia a dettare" accidentalmente. Sto disegnando motivi che mi spingono ad andare in una direzione diversa da ciò che è stato pianificato. Naturalmente, posso decidere di rifiutare la "volontà" dell'immagine, eliminare l'inaspettata "che si presenta" e andare oltre nella direzione che ho in programma. Ma ho l'idea di " andare con l’inaspettato", accettare e iniziare a ridisegnare. (Cos'è questo? Il messaggio del subconscio?) Ecco come è stato creato il mio "Cervo cornuto". Quando accettai la volontà dell'immagine e iniziai a prenderla nella direzione dettata, mi resi conto di quanto sia meraviglioso il mitico animale, il cervo come simbolo universale, nella sezione unno-ungherese, così come in molti popoli eurasiatici e indiani del Nord America. Ho osservato che maggiore è lo spazio per la casualità, più le mie foto sono surreali e maggiore è il ruolo della coscienza nel processo creativo, più sono romantici pur mantenendo la loro surrealtà. Divertitevi con questo continuo dialogo tra l’ immagine e me. Spero che i quadri/immagini e io, in questo dialogo, possiamo coinvolgere anche lo spettatore. Ágnes Réti pittore, artista grafico

EUROPA – GEOGRAFIE UMANE, GEOGRAFIE URBANE

EUROPA - GEOGRAFIE UMANE, GEOGRAFIE URBANE La Fondazione Giovanni Santin Onlus è lieta di aver collaborato alla realizzazione del libro Europa - Geografie umane, geografie urbane Inserito nella CollanaLibro D’Autore AFI (Archivio fotografico italiano) L’ACCENTO NECESSARIOOpere di Mario Vidor   La Cornovaglia occupa l’estremità della penisola sud-occidentale della Gran Bretagna, insieme alla contea del Devon è senza dubbio una delle regioni del Regno Unito preferite da artisti, poeti e scrittori:  dall’omonimo romanzo di Daphne Du Maurier, vissuta a Fowey, Alfred Hitchcock prese spunto per il film “Gli Uccelli”; Virginia Woolf restando affascinata dal faro di Godrevy che sorge su un isolotto di fronte alla costa di St. Ives, scrisse Gita al Faro. Forse ad attrarli è il paesaggio sempre molto vario, caratterizzato da coste, brughiere e campagne dove si ergono incantevoli castelli, cattedrali gotiche e dimore storiche ricche di splendidi giardini; forse sono le cittadine costiere, gli antichi villaggi di pescatori rimasti pressoché immutati nel corso del tempo, a rendere questi territori tanto apprezzati e interessanti. L’intera area, infatti, è stata dichiarata dall’UNESCO Sito Patrimonio dell’Umanità. Non stupisce quindi che Mario Vidor abbia trascorso del tempo in questi luoghi, affascinato dal verde selvaggio delle campagne, dalle stradine orlate di muretti e vegetazioni dense, dalle spiagge chiare e lunghissime che aprono lo sguardo verso l’orizzonte. Come gli è consueto Mario Vidor ha atteso che il cielo “bevesse” i colori più accesi e, creando un gioco speculare di luci, infondesse ad ogni luogo l’atmosfera sbiancata dei silenzi, il tono morbido e opaco del tempo lento. Le opere di Mario Vidor, infatti, non accolgono mai lo strepito, l’urlo emotivo, la spettacolarizzazione delle emozioni impermanenti. Nelle sue composizioni meditate regna l’eleganza della semplicità, il realismo pulito degli incontri spontanei, colti sapendo modulare le linee direttrici della composizione. Nella Regione più esposta ai venti mutevoli della Corrente del Golfo e alla forza ritmica e indomabile dell’Oceano Atlantico, il clima ha giocato perfettamente con l’intenzionalità comunicativa e poetica dell’artista, che ha dato a questa meta la preziosa occasione di mostrare compiutamente le proprie specificità. Su ampie superfici modellate dalle onde e dalle arie più lontane, l’obiettivo di Mario Vidor si muove per cogliere tanto gli aspetti più selvaggi e dinamici della Natura quanto il quotidiano di coloro che esplorano il territorio, in cerca di qualcosa che non gli appartiene ancora. Su tutto e tutti il volo indifferente del gabbiano rappresenta l’accento necessario, che Mario Vidor sa sempre cogliere e comunicare. A volte si tratta di un colore quasi inciso, un rosso lontano, una rifrazione, un contrasto, la forma di uno scafo arenato, le vele bianche sullo sfondo. Nei momenti di luce ideale Mario Vidor ha saputo registare il poco, il quasi nulla che fa la differenza: ciò che trattiene e incanta. Sulle ampie spiagge le strane geometrie delle coste rocciose fanno sentire l’uomo come un puntino in un’immensità sorvolata dall’incursione dei gabbiani. Difficile stabilire quale sia il luogo o il soggetto più significativo, in questa serie di opere, ma senza dubbio l’essenza della Cornovaglia è stata colta dall’artista nel felice riflesso di forme, colori e movimenti sullo specchio del mare: cupo se in dialogo con le bianche scogliere, vibrante alla presenza dei bambini in gioco, assente ed evocato negli scatti che documentano le basse maree. Ovunque è l’attesa a suggerire letture, a indicare la bellezza dei luoghi vissuti, a testimoniare l’importanza dello sguardo che raccoglie e si compone in opere/testimonianza della forma perfetta del Luogo e del Tempo. 24.05.2019 Alessandra Santin  

VEDERE OLTRE – MOTTA DI LIVENZA

Cultura Oltre il muro di Norman Zoia Da quello di Berlino a quelli eretti per fermare le migrazioni. Da quello del pianto a quello di gomma, fino alla grande muraglia. Da quel finale di canzone mentre ti piscio addosso, caro muro ai tempi pionieristici di Palamara e Popel agli autentici muri su tela che il poeta Sal Passarella espose in Brera all’inizio degli anni settanta poco prima di intraprendere quel grande viaggio letterario nel suo Paese Indio. Per vedere, come attraverso questo particolare da un’opera di Maria Elisa Borsoi (sopra), al di là delle apparenze e delle convenzioni, sulla scia di taluni versi tracciati da Luca Barbarossa nel fatidico 1989 o riandando a The Wall, album e title track che i Pink Floyd pubblicarono sul finire del decennio di piombo. Insieme alla Borsoi, nipote e figlia d’arte, espongono Fabrizio Brugnaro, Roberto Giovetti, Nicola Tonon, Christian Dell’Arche. Ci sarà anche un’antologica del Circolo dell’Immagine che organizza l’evento (in mostra scatti del presidente Memi Vendramini, del coordinatore Franco Gottardi e di Chiara Zago, Paola Ghirardi, Stefano Marson, Chiara Marson, Sergio Campedel, Guido Panighel, Edoardo Marcuz, Luigi Burin). Vedere Oltre / XIII Simposio Fotografico // Per tutto giugno in Castella, Loggia ed Ex Prigioni a Motta di Livenza // Inaugurazione sabato 1 alle 18 in Piazzetta San Marco con l’intro critica di Alessandra Santin.    

NUOVA TAPPA DEADONNA

Ecco alcuni momenti dell’inaugurazione di DEADONNA e Casa&Piazza di Virco presso il comune di Mortegliano. Grazie dell’ospitalità al sindaco R. Zuliani, all’assessore M. Pertoldi, alla giunta e a tutte le persone presenti.

LA CASA DI PORDENONE

Leo Collin

Museo Ricchieri Pordenone   LA CASA del PORDENONE   Immagini dello Studiolo Foto di Stefano Ciol  Opere di Alberto Magri con il sostegno della Fondazione    Giovanni Santin Onlus   LAVORI DI ALBERTO E GIANCARLO MAGRI Una pubblicazione per far conoscere e valorizzare la Casa Sacchiense e lo Studiolo del Pordenone. Il noto e apprezzato restauratore e illustratore pordenonese Alberto Magri sta preparando una pubblicazione con l'intento di far conoscere e valorizzare la Casa Sacchiense e lo Studiolo del Pordenone, ubicato nel cuore del centro urbano di Pordenone, dinnanzi alla piazzetta San Marco, proprio di fronte al Duomo concattedrale, ricco delle opere dello stesso "Pordenone". La pubblicazione è promossa dal Centro culturale Augusto Del Noce, in coedizione con la Libreria al Segno; col contributo della Fondazione Friuli e alcuni sponsor, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio del FVG, col patrocinio del Comune di Pordenone, del Museo diocesano di Arte Sacra e la delegazione FAI di Pordenone.   E' un'opera multidisciplinare. Nella prima parte l'Autore narra la vita del Pordenone, col linguaggio dell'illustrazione, attento alla persona, alla sua creatività e al contesto storico in cui è vissuto. Un viaggio nella sua dimora, nella città del suo tempo, attraverso l'occhio dell'artista. Le introduzioni sono di Elisabetta Francescutti, della Soprintendenza, di Simone Toffolon direttore del Museo diocesano e di Giuseppe Morandin, presidente della Fondazione Friuli. Nella seconda parte intervengono Giancarlo Magri, padre di Alberto noto restauratore, Giulio Cesare Testa, Roberto Castenetto, Angelo Crosato, Giordano Brunettin, con la collaborazione di Carolle Bidinot, Gianluigi e Giovanni Magri, Michele Bianchet, Rudi e Marco Perin. L'impaginazione grafica è curata dallo stesso Magri, da Debora De Paoli e Clara Carboncich, dello studio grafico Interattiva di Spilimbergo. La stampa del volume verrà affidata a Lito Immagine di Rodeano.

MARIO VIDOR CIELI INQUIETI

Museo d'Arte Moderna Ugo Carà Via Roma, 9, Muggia, Trieste, Italia

Catalogo in mostra. In collaborazione con la Fondazione Giovanni Santin Onlus.

ARTE IN PALAZZO CON IL FURMIÀR DI STEFANO JUS

Galleria Celso e Giovanni Costantini Castions, Italia

Si invita la S.V. alla cerimonia inaugurale della Settima Edizione di Arte in Palazzo   con IL FURMIÀR di Stefano Jus domenica 29 settembre 2019, ore 11.00 Galleria Civica d'Arte Celso e Giovanni Costantini - Castions di Zoppola   Intervento critico di Alessandra Santin

TÓTH PITYA ISTVÁN

La Fondazione Giovanni Santin Onlus presenta la mostra dell'artista ungherese Tóth Pitya István.

LORENZO VALE-SACRO E PROFANO

Ca Lozzio Via Maggiore di Piavon, 23, Oderzo, Treviso, Italia

Nuovo evento realizzato con la Collaborazione della Fondazione Giovanni Santin Onlus. 1 settembre ore 11 Ca Lozzio Incontri a Piavon di Oderzo Treviso LORENZO VALE Sacro è Profano  

ELIO CIOL

Elio Ciol uno dei più importanti fotografi internazionali presenta una selezione delle opere di Giotto e del Pordenone con il sostegno della Fondazione Giovanni Santin Onlus. In collaborazione con il Lions Pordenone Naonis e i Comuni di Pordenone e Casarsa della Delizia. Pordenone Day hospital Santa Maria degli Angeli  

OLASCHER TAMÁS

Museum Hotel Budapest Trefort utca 2, Budapest, Ungheria

La Fondazione Giovanni Santin onlus presenta la mostra dell'artista ungherese Olascher Tamás, presso la galleria d'arte dell'Hotel Museum Budapest .

ALBERTO PASQUAL – DONAU DUNA DUNAJ

Vienna lì, 21 novembre 2019. Alberto Pasqual è un artista conosciuto ed apprezzato nel mio territorio, il Friuli Venezia Giulia, in altre regioni d’Italia e a livello internazionale. Avevo sentito spesso il suo nome e in più occasioni ammirato le sue opere, ma mai incontrato. L’allestimento in collaborazione di una mostra è stato il modo per entrare in em - patia con Alberto il quale con sensibilità mi ha avvicinato alla sua arte. Nel dicembre 2017 entro per la prima volta all’interno dello Showroom Stroli Stone a Vienna, per visitare la mostra del pittore friulano Giordano Floreancig. Mi colpisce l’eleganza dell’ambiente e la sua singolarità, rappresentata da un’on - da gigante e nera che sale al soffitto rompendo l’immacolato e luminoso spazio che la circonda. Quando la vedo non so esattamente cosa sia ma la fluidità dell’o - pera, realizzata con lastre d’ardesia, mi porta alla lavorazione della pietra nel mondo dell’arte. Ferro...Pietra sono materiali complementari ed è questa affinità che mi ha indot - to a pensare ad un allestimento con le opere di Alberto Pasqual presso lo Stro - li Stone. Il Danubio, con il suo lento fluire, lambisce le rive di alcune capitali dell’Europa centrale offrendo alle stesse, soprattutto nella bella stagione, luoghi di svago in grandi spazi verdi. Il suo letto navigabile è da secoli una rilevante via di comunicazione per il centro Europa, esso è stato anche fonte d’ispirazione artistica, il musicista Johann Strauss compose il famoso brano “Sul bel Danubio blu”, valzer conosciuto in tutto il mondo. Questi sono gli elementi che mi hanno portato a pensare alla possibilità di realizzare una mostra itinerante da presentare in tre capitali toccate dal grande fiume. Vienna presso lo Showroom Stroili Stone, Budapest negli spazi espositivi della Fondazione Giovanni Santin ONLUS e Bra - tislava, ospiteranno le sculture ed i quadri dell’artista friulano dove il riferimento alla natura e all’acqua si coniuga nella grande scultura “Eterotopia” (che ritrae dei colossali fili d’erba) e nel rendere liquida la materia. La mostra porta, come omaggio alla città che la ospita, il titolo declinato nella lingua di riferimento: Vienna - Donau (tedesco) Budapest - Duna (ungherese) Bratislava - Dunaj (slo - vacco). Giovanna Carlot

TORNEO RUGBY IN MEMORIAL

Al Torneo old a quattro squadre, tutte della regione, parteciperanno oltre alle “vecchie” civette, le squadre degli Urogalli, Pagnacco e Hungrybear. Ad arbitrare le partite anche quest’anno l’inossidabile Giorgio Busicchio già seconda linea del Pordenone rugby. Il programma della manifestazione: Ritrovo atleti ore 14:45 Inizio partite ore 16:00 Premiazioni ore 19:00 Terzo tempo 19:30 Era la fine degli anni ’70 quando il geometra Giovanni Santin decise di dare in uso gratuito un campo per gli allenamenti che si trovava sul retro dell’hotel Santin e i sotterranei dell’hotel stesso come spogliatoi, un supporto importante ad un gruppo che stava nascendo. Un plauso va alla famiglia Santin Che continua a dare il supporto al club cittadino come fece il loro lungimirante padre oltre 40 anni fa. Un ringraziamento particolare va all’ assessore allo sport del Comune di Pordenone Walter De Bortoli e a tutti gli sponsor che anche quest’anno hanno supportato l’iniziativa. https://www.pordenoneoggi.it/pordenone/non-ce-due-senza-tre-successo-per-il-memorial-giovanni-santin/

DEL CORAGGIO QUOTIDIANO – STEFANO JUS

Scala Contarini del Bovolo Scala Contarini del Bovolo, 4303, Venezia, Italia

La S.V. è invitata mercoledì 7 dicembre alle 17.30 Scala del Bovolo Venezia all'inaugurazione della Mostra ... del coraggio quotidiano di Stefano Jus Rsvp (si riservano biglietti gratuiti, necessaria la conferma, grazie) ...DEL CORAGGIO QUOTIDIANO - Venezia News www.artribune.com/mostre-evento-arte/stefano-jus-del-coraggio-quotidiano/

ART3

Galleria Celso e Giovanni Costantini Castions, Italia

Prosegue la mostra ART3 con le atmosfere dei paesaggi di Elio Ciol, le emozioni delle sculture di Arianna Gasperina e i colori delle tele di Giulio Belluz Sabato e domenica 15.00 - 19.00 Galleria Civica d'Arte Celso e Giovanni Costantini Castions di Zoppola Eventi collegati a questa mostra: La semplicità è frutto di genialità! Se poi ci aggiungiamo un cuore grande abbiamo Arianna Gasperina che ieri ha coinvolto tutti, piccoli e non, in un divertente laboratorio di scultura! Evento correlato alla mostra Art3 di Elio Ciol Arianna Gasperina Giulio Belluz Galleria Civica d'Arte Celso e Giovanni Costantini Sabato e domenica 15.00 - 19.00 In concomitanza con la mostra Natività e presepi 2019 del Giro presepi FVG

GIGI ROSSI

La Pelle, L'impronta, L'anima delle cose di Gigi Rossi   Eclettismo. E’ forse la caratteristica più evidente di Gigi Rossi, straordinario artista, di cui verrà inaugurata la mostra  “La Pelle ,l’impronta e l’anima delle Cose”, oggi alle ore 18.45 al Palazzo Municipale di Zoppola. L’intervento critico sarà di Alessandra Santin, da sempre sensibile interprete del valore più autentico dell’arte e degli artisti, mentre la performance musicale sarà di Enrico Maria Milanesi, artista pordenonese con alcuni album alle spalle che fa parte del quartetto triestino “Forty fingers guitar quartet” ora presente in numerosissimi teatri italiani e nei Balcani. Gigi Rossi dalla Borgogna, dove è cresciuto con i genitori emigrati in Francia, ritorna in Italia adolescente e qui completa gli studi tecnici. In seguito si occupa di informatica in un’azienda leader nel settore della telefonia, iniziando contemporaneamente il lungo percorso in campo artistico che lo porterà alla professione attuale. In quell’epoca, infatti, Gigi Rossi ha anche un’altra occupazione che svolgerà per quasi un ventennio, che è quella di contrabbassista jazz; una passione che apre la strada agli altri suoi interessi artistici rivolti principalmente a fotografia e arte grafica. L’attitudine artistica, temperata da una mente razionale, lo fa propendere fortemente per il minimalismo e per una ricerca che porti la materia ad esprimere se stessa. Nel 2000 avviene la scelta definitiva per il design, sia come espressione artistica che come soluzione industriale, creando complementi di arredo in un materiale nuovo e particolarmente “duttile”. L’incontro tra design e cemento ha dato vita a una serie di oggetti con i quali ha potuto esprimere la sua immaginazione e l’inventiva che lo contraddistingue. La mostra, dove sarà possibile apprezzare alcune delle più affascinanti opere di Gigi Rossi   è organizzata dal Comune di Zoppola in collaborazione con la Fondazione Giovanni Santin. Francesca Papais L’ingresso è libero. Inaugurazione mostra venerdí 7 febbraio 2020----ore 18.45 con intervento critico di Alessandra Santin e performance musicale di Enrico Maria Milanesi. Palazzo municipale via Antonio Romanò, 14 - Zoppola (PN) Apertura mostra: dal 10 febbraio al 27 marzo 2020 lunedì, martedì, giovedì, venerdì: dalle ore 10.00 alle 12.30; lunedì, giovedì: dalle ore 16.00 alle 17.30 Info: Ufficio Cultura del Comune di Zoppola, tel: 0434.577526 e-mail: eventi@comune.zoppola.pn.it, sito internet: www.comune.zoppola.pn.it

DONNE PROTAGONISTE 2020

Casello di Guardia Via Antonio De Pellegrini, Porcia, Italia

Donne protagoniste, omaggio a Igne dal 29 febbraio 21 Febbraio 2020 PORCIA / Con l’inaugurazione della mostra “Alle radici della parità” si aprirà sabato 29 febbraio alle 18.00, al Casello di Guardia di Porcia, la dodicesima edizione di Donne Protagoniste. La rassegna è promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Porcia nella ricorrenza dell’8 marzo, giornata internazionale della donna, con il patrocinio della Commissione Pari Opportunità. Sia la mostra che gli eventi della rassegna sono realizzati in collaborazione con alcune associazioni del territorio: Pro Loco Pro Porcia, Fondazione Giovanni Santin onlus, Associazione teatrale Le Muse Orfane, In Prima Persona – Uomini contro la violenza sulle donne, Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti sez. di Pordenone, Circolo della Cultura e delle Arti di Pordenone, Associazione Amici della Musica “Salvador Gandino”, FIDAPA sez. di Pordenone. La mostra, curata da Alessandra Santin e Franca Benvenuti con la collaborazione per l’allestimento dell’architetto Giovanni La Porta, propone un dialogo tra le opere di Giorgio Igne, recentemente scomparso, e quelle di Alberto Pasqual. I due artisti, come scrive Alessandra Santin nel suo testo critico, “…pur utilizzando stili differenti (Figurativo quello di Giorgio Igne; Informale quello di Alberto Pasqual), orientano la loro ricerca artistica verso le tematiche di genere… Denunciano la gravità della violenza e della limitazione delle libertà della donna di agire per il cambiamento delle condizioni sociali, giuridiche e ambientali per garantire un futuro più degno alle nuove generazioni… Le loro donne, visibili quelle di Igne, invisibili quelle di Pasqual, rappresentano la possibilità del cambiamento, l’importanza di intrattenere nuovi rapporti con l’arte per raggiungere finalmente la radice della parità punto di partenza per narrare la storia di domani, oggi ancora indicibile in altro modo”. A poche settimane dalla morte di Giorgio Igne, la mostra diventa un omaggio ad un uomo di grande sensibilità che ha posto al centro della sua ricerca artistica la donna come madre, la donna come figura che accoglie, soccorre, custodisce la vita. Orari visita mostra: 29 febbraio – 29 marzo: venerdì 10-12, sabato/ domenica,10-12 e 16-19.00. La rassegna proporrà, durante il mese di marzo, quattro eventi per raccontare e approfondire, da angolature diverse, storie di donne del passato e del presente. Donne che appartengono alla Storia e al Mito, donne che hanno avuto e hanno un ruolo di Protagoniste. Spettacolo teatrale “Dark Lady”, con Viviana Piccolo, regia di Silvia Lorusso Del Linz (venerdì 6 marzo, ore 20.30, Casello di Guardia). Presentazione del libro di Paola Calvetti “Elisabetta II Ritratto di Regina”: l’autrice dialoga con Franca Benvenuti (giovedì 19 marzo, ore 18.00, Casello di Guardia). Donne la cui vita è stata segnata in modo irrimediabile dalla violenza maschile, ma che hanno saputo risalire dall’abisso per ricostruire la propria vita e quella dei loro figli. Incontro con Fernanda Flamigni a cura di Clementina Pace: una storia autobiografica di violenza per testimoniare il distorsivo rapporto uomo/donna che ancora troppo spesso sfocia nel dramma del «femminicidio». (sabato 14 marzo, ore 18.00, Casello di Guardia). Donne che a fatica hanno ottenuto il riconoscimento del loro ruolo, pur avendo prodotto opere di valore nel mondo artistico dove ancora sembra esistere esclusivamente il talento maschile. Breve riflessione di Franca Benvenuti e Stefano Scarpel sul ruolo delle donne nella storia della musica. Concerto “Donne compositrici all’alba del Novecento” con Alice Populin Redivo, arpa; Michele Toffoli, violino; Stefano Scarpel, pianoforte (sabato 28 marzo, ore 20.30, Barchessa Est Villa Dolfin). Curatrice della rassegna Franca Benvenuti in collaborazione con Silvia Lorusso Del Linz, Clementina Pace, Giampaolo Doro, Stefano Scarpel.  

DUNA – ALBERTO PASQUAL A BUDAPEST

Museum Hotel Budapest Trefort utca 2, Budapest, Ungheria

DONAU – DUNA – DUNAJ ALBERTO PASQUAL nella MITTELEUROPA Alberto Pasqual è un artista conosciuto ed apprezzato nel mio territorio, il Friuli Venezia Giulia, in altre regioni d’Italia e a livello internazionale. Avevo sentito spesso il suo nome e in più occasioni ammirato le sue opere, ma mai incontrato. L’allestimento in collaborazione di una mostra è stato il modo per entrare in empatia con Alberto il quale con sensibilità mi ha avvicinato alla sua arte. Nel dicembre 2017 entro per la prima volta all’interno dello Showroom Stroli Stone a Vienna, per visitare la mostra del pittore friulano Giordano Floreancig. Mi colpisce l’eleganza dell’ambiente e la sua singolarità, rappresentata da un’onda gigante e nera che sale al soffitto rompendo l’immacolato e luminoso spazio che la circonda. Quando la vedo non so esattamente cosa sia ma la fluidità dell’opera, realizzata con lastre d’ardesia, mi porta alla lavorazione della pietra nel mondo dell’arte. Ferro...Pietra sono materiali complementari ed è questa affinità che mi ha indotto a pensare ad un allestimento con le opere di Alberto Pasqual presso lo Stroli Stone. Il Danubio, con il suo lento fluire, lambisce le rive di alcune capitali dell’Europa centrale offrendo alle stesse, soprattutto nella bella stagione, luoghi di svago in grandi spazi verdi. Il suo letto navigabile è da secoli una rilevante via di comunicazione per il centro Europa, esso è stato anche fonte d’ispirazione artistica, il musicista Johann Strauss compose il famoso brano “Sul bel Danubio blu”, valzer conosciuto in tutto il mondo. Questi sono gli elementi che mi hanno portato a pensare alla possibilità di realizzare una mostra itinerante da presentare in tre capitali toccate dal grande fiume. Vienna presso lo Showroom Stroili Stone, Budapest negli spazi espositivi della Fondazione Giovanni Santin ONLUS e Bratislava, ospiteranno le sculture ed i quadri dell’artista friulano dove il riferimento alla natura e all’acqua si coniuga nella grande scultura “Eterotopia” (che ritrae dei colossali fili d’erba) e nel rendere liquida la materia. La mostra porta, come omaggio alla città che la ospita, il titolo declinato nella lingua di riferimento: Vienna - Donau (tedesco) Budapest - Duna (ungherese) Bratislava - Dunaj (slovacco).

VERDARTE ON THE RIVER

Inaugurata il 20 settembre 2020 a Porcia la rassegna VerdArte on the River. Le installazioni artistiche lungo Via Rivierasca, nel Rio Bujon e in centro storico saranno visibili fino al 23 ottobre 2020. Un'occasione per passeggiare e scoprire scorci naturalistici e architettonici del nostro borgo.

E’ PER SEMPRE

Antico Ospedale dei Battuti Via Bellunello 18, San Vito al Tagliamento, Pordenone, Italia

Individui, palazzi, spazi vuoti accostati a volumi pieni: sono le mappe urbane che disegnano i nostri giorni svuotati durante la chiusura forzata, ricolmi di eccessi e di sprechi, di cui la plastica è la metafora primaria. È da questi temi che nasce il progetto curato dagli artisti friulani Mara Fabbro e Alberto Pasqual, una ricerca che approderà in due mostre, la prima in programma in ottobre a San Vito al Tagliamento, la seconda a maggio a Pordenone. Le due esposizioni nascono come momenti e installazioni distinte pur parte di un itinerario artistico che Fabbro e Pasqual portano avanti da due anni. È la materia, la plastica, a diventare non solo linguaggio condiviso, ma anche il tema centrale della prima mostra, dal titolo “È per sempre”, che inaugurerà sabato 3 ottobre nell’antico ospedale dei Battuti di San Vito al Tagliamento, e che gode del patrocinio del Comune di San Vito, realizzata con il supporto degli sponsor Raiffeisen, Credem, Assilab, visitabile nei quattro fine-settimana fino al 25 ottobre (sabati e domeniche dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19). Il percorso espositivo si sviluppa su tre livelli: ad accogliere il visitatore al piano terra sarà una imponente installazione, “La fine del pesce”, un labirinto (a misura di sicurezza antiCovid per evitare la contaminazione) ricavato tra un mare di borse di plastica. Lo spettatore viene coinvolto in una traversata immersiva che rimanda alla percezione di soffocamento e di boccheggiamento, fino a condure a una seconda installazione “Trasparenze”, progetto che accosta le “Membrane”, mappe metropolitane, di Mara Fabbro alle strutture verticali totemiche “Presenze/assenze” di Alberto Pasqual. «Desideriamo testimoniare che siamo ancora lontani da una reale consapevolezza degli effetti nocivi delle materie plastiche abbandonate nell’ambiente dall’uomo. Intendiamo sensibilizzare il visitatore sulle problematiche dello smaltimento di questo prodotto e sull’inquinamento dei mari con materiali plastici, facendogli fare un’esperienza da pesce» spiegano i due artisti. La mostra si sviluppa al primo e al secondo piano con altre due esposizioni, le personali dei due artisti. Salendo ci si imbatte nella personale di Mara Fabbro, artista che lavora con tasselli da lei stessa creati, minuscoli parallelepipedi materici di base quadrata, “pixel” che accostati all’altro riproducono mappe che raffigurano geografie reali. Se per Fabbro è l’acqua il discrimine per la sua ricerca, nelle opere di Alberto Pasqual è il fuoco l’elemento che plasma la materia, artista di cui si svolge la mostra personale al secondo piano. Si tratta di una ventina di opere, per lo più inedite, che ripropongono il tema dello squarcio, e dello svuotamento dell’individuo. A questa prima mostra fa da contrappunto “È… vuoto”, opera collettiva che vede al lavoro i due artisti con il contributo di una comunità ampia, progetto nato durante il lockdown, che si terrà a maggio nell’ex Tipografia Savio di via Torricella a Pordenone. Completa le due mostre il catalogo con testi e saggi critici di Alessandra Santin, Giada Centazzo, Lorenza Gava, Mariateresa Setaro Chaniac. Crediti delle foto Davide Dimitri PAGINA FB EVENTO @MF.marafabbro @albertopasqualartista Press: Valentina Silvestrini - 338.4010645 - vsilvestrini@gmail.com

SISTEMA CHIUSO?!

La Fondazione Giovanni Santin Onlus è orgogliosa di presentare SISTEMA CHIUSO ?! di LUCIANO BELLET con Mauro Brugnera e Paride Rosa CASTIONS DI ZOPPOLA  

LA FORMA DELLA LUCE

Museo Civico di Storia Naturale Via della Motta 16, Pordenone, Italia

Stefano Jus LA FORMA DELLA LUCE. Tra le suggestioni di Nicola Grassi. “In verità, non esistono né segreti, né misteri: tutto è magia nell’ombra. Junichiro Tanizaki Il fondo nero e compatto delle opere di Stefano Jus ha, come l’ombra, un silenzio tutto suo e una capacità di stratificarsi più come materia che come luogo.Il nero denso e vellutato, steso con gesti larghi e decisi, ha la bellezza oscura del mistero, della Storia ancora enigmatica in cui c’è perdizione, ricerca e al contempo verità. I monocromi oscuri di Stefano Jus realizzati per questa mostra dal titolo emblematico “La forma della luce”, interpellano la magia e le suggestioni prodotte dalla luce radente, che è una delle cifre sostanziali del linguaggio visivo di Nicola Grassi. Posta al di fuori e di lato all’opera, questa luce crea contrasti molto netti, spazi indefiniti a “luce nera” (già realizzati da Fontana negli anni cinquanta del Novecento, il secolo breve e buio) in cui fluttuano figure interattive, luminescenti e in dialogo costante. Più che i contenuti, le tecniche e la tavolozza, è il processo di ricerca del Grassi ad interessare Stefano Jus. Le linee portanti di ogni singola opera negano profondità ambientali, lo spazio sembra comprimersi o dilatarsi intorno ai personaggi ritratti, e alle relazioni che tra loro intercorrono e si moltiplicano, interpellando l’osservatore, facendogli perdere il senso delle dimensioni e dell’orientamento. Come affiorassero dal liquido più inteso i volti quasi scolpiti e i profili delle braccia e dei corpi coinvolgono e ribaltano i punti di vista: l’ombra non è più la conseguenza della luce ma è invece il suo scopo primario. La luce, infatti, manipolata sapientemente da Stefano Jus, forma corpi-ombra consistenti, composti da masse materiche pesanti e pulsanti. Quest’uso del corpo-ombra come “presenza di un’assenza”, è una suggestione ampiamente utilizzata dal linguaggio poetico-visivo, lungo l’intero corso della Storia dell’arte (e non solo nel lavoro di Nicola Grassi). Gli artisti, infatti, hanno sempre dimostrato di voler sfruttare la luce per ottenere valori tonali ed atmosfere, qualità delle superfici e forma consistente dei corpi. Ne “La Rebecca al Pozzo” la luce guidata da Stefano Jus entra nel dipinto e taglia diagonalmente tutta l'immagine, sfiorando dapprima il volto e le mani protagoniste, per poi illuminare le figure intorno. Questa stessa la luce è stata per Nicola Grassi l'elemento trasfigurante, capace di attenuare il realismo accademico. Stefano Jus ne coglie l’elemento simbolico e vitale: concettualmente la luce diviene ben presto la chiave della sua maggiore espressione pittorica, capace di saturare gli spazi con figure inquiete, che non vogliono stare nei quadri, che debordano, che sconfinano, che sembrano emanare esse stesse la luce assumendo, già si diceva, un carattere di trasfigurata materialità. Acrilici, terre su intonaci, acquerelli e litografie testimoniano la necessità di Stefano Jus di misurarsi con tecniche, materiali, dimensioni sempre differenti, per esprimere non solo i contenuti quanto, piuttosto, i processi di ricerca che necessitano di prove, bozzetti, opere compiute e opere incompiute, testimonianze di una ricerca mai pienamente conclusa, mai compiutamente appagata. Su di essa termina il nostro sguardo che si arrende alla drammaticità abbagliante della vita di relazione, resa mediante composizioni mutuate dal linguaggio cinematografico. Spesso in queste opere affiora il gioco sapiente degli opposti: la bellezza innocente della giovinezza contro la decadenza austera della vecchiaia; l’assorta solitudine colta nell’intensa immobilità del volto contro il dinamismo esasperato dei corpi in lotta; la linearità delle scritture corporee nei “Condomini” contro la caotica gestualità delle folle, ritratte nel dinamismo dell’evento storico (in Canoni Settecenteschi, solo per dare un esempio). La seduzione dei monocromi bui è funzionale ai temi caratteristici della cultura contemporanea, nella quale ritorna incessante l’inquietudine delle crisi, la violenza di genere, la dolcezza intatta delle maternità sempre più rare, il discredito della vecchiaia, il timore del vuoto, l’intimità violata dell’amore: ovunque si contrae la vita e si crea un cortocircuito che si rivela nell’abbondanza del materiale iconografico realizzato da Stefano Jus, instabile e insieme definitivo, contemporaneo e insieme antico. La ricerca dell’artista si muove sempre tra le suggestioni del passato e le illuminazioni del presente, nella complessità dei corpi e delle figure umane che si rivelano nel buio dell’oggi, come costruzioni architettoniche evidenti e come illusioni manifeste, solo per poco nella suggestione dell’istante. Alessandra Santin

ISTHMOS DI FRANCO DURANTE

Il Maestro Franco Durante festeggia i suoi 80 anni  con la retrospettiva ‘Isthmos’ nella prestigiosa sede di Ca’ Lozzio a Piavon di Oderzo TV Catalogo in mostra con il contributo della Fondazione G.S.

NOTE DI PACE

Porcia (Pn) Cantina dei Principi di Porcia Via Castello, 1 25 giugno ore 21.00 NOTE DIPACE Per sostenere Progetti realizzati in Afghanistan da Insieme si Può Onlus E' gradita la condivisione. Non facciamo mancare il nostro aiuto. Con il contributo della Fondazione Giovanni Santin Onlus

E’ TERRA! GUERRINO DIRINDIN

4 luglio 2021 Casa della Conoscenza a Tramonti di Sotto, inaugurazione della mostra personale di Guerrino Dirindin, È TERRA! La mostra rimarrà aperta fino al 22 agosto orari: martedì-giovedì 10-12 venerdì-domenica 10-19

COLLEZIONE BIDON

BIDON Via Enrico Fermi, 24, Fossalta di Portogruaro, Venezia, Italia

Dopo la pausa COVIDsiamo lieti di invitarLa all'esposizione delle opere e alla presentazione del Catalogo della Collezione BidonVENERDI' 4 SETTEMBRE alle ore 18.00La manifestazione e la consegna dei cataloghi agli artisti e ai curatori si terrà all'aperto.In caso di assembramento sarà necessario utilizzare ugualmente le mascherine.La visita della Mostra negli spazi interni sarà organizzata per gruppi per garantire il distanziamento.Speriamo di incontrarti e brindare insieme ai tuoi amici (gentilmente se puoi diffondi l'invito)Per la famiglia BidonAlessandra Santin

BLANC EUROPEAN FESTIVAL 2021

Gentilissimi sostenitori, Ad un mese dalla conclusione del festival Blanc, colgo l’occasione di ringraziarVi singolarmente per il grande sostegno che ci avete accordato per la realizzazione di questa edizione post lockdown. Vi siamo sinceramente riconoscenti per il Vostro contributo. Rispetto all’edizione precedente è stato fatto un decisivo step in avanti. Abbiamo registrato il sold-out in tutte le date, leggermente meno nella data di Pordenone, forse complice il periodo elettorale. Siamo stati inoltre seguiti moto bene da radio, tv, giornali e blog. La portata artistica degli eventi è stata di altissimo livello, aspetto che ci è stato riconosciuto dal pubblico presente che ha inoltre lodato l’iniziativa anche per la sua parte organizzativa. Memorabile il nostro ultimo appuntamento con il violinista di fama mondiale, Gilles Apap, che ha accolto l’invito di suonare con i membri dell’Orchestra d’Archi Vendramelli. Abbiamo realizzato anche un piccolo video dell’evento https://www.youtube.com/watch?v=1TzZLoJqSFw Tutti gli eventi sono stati documentati fotograficamente e le immagini sono disponibili nel nostro sito https://blanceuropeanfestival.weebly.com/foto.html  Nella speranza di poter collaborare nuovamente il prossimo anno, colgo l’occasione per augurare una buona conclusione di 2021. A presto, Riccardo Pes e lo staff del Blanc European Festival  

ED E’ SUBITO SERA

eccoci... Un palazzo meraviglioso ospita le mostre fotografiche della rassegna organizzata dal Gruppo Fotografico Luce Iblea di Modica. È un privilegio che fra queste ci sia pure "Ed è subito sera" Venerdì 15 ottobre alle ore 19:00 Palazzo Sant'Anna, Modica Grazie a Renato Iurato e Marcella Burderi. Ad Alessandra Santin curatrice della mostra. Al mio compagno d'avventura Claudio Matarazzo. E grazie a tutti coloro che verranno a trovarci.

SILVANO MENEGON

https://www.progetto-radici.it/2021/10/21/finestre-sullarte-5/?fbclid=IwAR16A0Zw9riGKhbZbxPXUUmuIBNNO4kGYny3EVPhMwzmCYnO2RCaT_oTn8w

TORNEO RUGBY OLD

Il 20 novembre presso i campi del PORDENONE RUGBY di via Mantegna avrà luogo il Memorial Santin, il torneo degli old giunto alla sua quarta edizione organizzato in ricordo del mecenate che per primo ha creduto nel progetto di Paolo Quirini di portare il rugby a Pordenone. Era la fine degli anni ’70 quando il geometra Giovanni Santin decise di dare in uso gratuito un campo per gli allenamenti che si trovava sul retro dell’hotel Santin e i sotterranei dell’hotel stesso come spogliatoi, un supporto importante ad un gruppo che stava nascendo. Un plauso va alla famiglia Santin Che continua a dare il supporto al club cittadino come fece il loro lungimirante padre oltre 40 anni fa. https://pordenoneoggi.it/pordenone/quarto-memorial-santin-il-20-novembre-a-pordenone/ Quarto memorial Santin, il 20 novembre a Pordenone – PORDENONEOGGI.IT      

E’ PER SEMPRE

https://www.artribune.com/mostre-evento-arte/mara-fabbro-alberto-pasqual-e-per-sempre-2/?fbclid=IwAR014cP8qQT959cl4y098iNRE4KrxPCgPB-iRL_hxUdE_taJtFSp8xkQDPA https://pordenoneoggi.it/provincia/porcia-verdarte-on-the-air-2022/

BLUER

L’ARTE CONTEMPORANEA NELLE TRE VENEZIE

L'ARTE  CONTEMPORANEA NELLE TRE VENEZIE Tre artisti per ogni regione: Trentino - Veneto - Friuli Venezia Giulia Un progetto di Antonello Serra. A cura di Maurizio Scudiero. Per il FVG gli artisti Paride Rosa, Luciano Bellet e Mauro Brugnera saranno presentati da Alessandra Santin con la partecipazione della Fondazione Giovanni Santin Onlus.

VEDERE OLTRE

Inaugurazione Vedere Oltre 2022 alla presenza dell'assessore alla Cultura del Comune di Motta di Livenza ed gli altri artisti fotografi. Introdude il Presidente Memi Vendramini.

E’ PER SEMPRE MELFI

Mostra È per sempre di Mara Fabbro e Alberto Pasqual - Melfi - Cose di Casa “È per sempre”, archeologia e arte contemporanea in dialogo al Castello Federiciano di Melfi - Arte Magazine

PERSONA

Mostra "Persona" di PAOLA CENATI, GIORGIA PRANDIN, ELEONORA PASQUA.L, DAVIDE PEGORARO, ALESSANDRA BENFATTO Curata dal Collettivo Kaumann. Cittadella Catalogo realizzato con il sostegno della Fondazione Giovanni Santin Onlus.

INFRASUB DANIELE PUPPI

Cari Amici, cari Soci,eccoci pronti a ricominciare la nostra attività dopo la pausa estiva.Torna la rassegna “Artisti in Dialogo” che quest’anno vedrà come primo protagonista l'artista Daniele Puppi per un doppio evento speciale.Venerdì 2 settembre 2022 alle ore 21 a Cinemazero  Daniele Puppi in dialogo con Bruno Di Marino, storico dell’immagine in movimento. A seguire dalle ore 22.15 nelle sale di Cinemazero, proiezione di quattro lavori selezionati dall’artista.Sabato 3 settembre 2022 alle ore 18 a Casa Furlan in via Mazzini 53, inaugurazione della mostra INFRASUB con un'opera creata dall'artista espressamente per l’occasione.Daniele Puppi, cordenonese di nascita, torna nel suo territorio dopo una carriera nel campo della video-arte sviluppatasi non solo a livello nazionale ma anche internazionale, spaziando dall’Europa agli Stati Uniti. L'Associazione “Amici di Parco” vuole far conoscere la sua ricerca artistica nel suo territorio con un evento in grado di polarizzare le tematiche a lui care ed allo stesso tempo all’altezza della sua notorietà.L’evento è promosso in collaborazione e con il contributo di Cinemazero e della Fondazione Ado Furlan.Sperando nella vostra numerosa partecipazione in questa occasione unica,Il Presidente Renzo Spadotto

FEDERICO TAVAN

Casello di Guardia Via Antonio De Pellegrini, Porcia, Italia

BLANC EUROPEAN FESTIVAL 2022

Da oggi online il PROGRAMMA COMPLETO dell’edizione 2022 del #blanceuropeanfestival che si terrà DAL 18 SETTEMBRE AL 13 OTTOBRE! Dibattiti, concerti e performance multi-art con importanti nomi internazionali della musica, della poesia, del teatro, del fumetto e della divulgazione scientifica! Il tema conduttore delle performance? Il rispetto dell'ambiente attraverso il linguaggio dell'Arte Tutti gli appuntamenti nella nostra locandina ➤ Realizzati con il sostegno di: Fondazione Friuli, Prokofiev Trust di Londra, Comune di Tramonti di Sopra, Comune di Castelnovo del Friuli, Comune di Clauzetto, Pordenone Fiere, Camera di Commercio Pordenone-Udine, Fondazione Giovanni Santin onlus, GEA - spa, Sina Spa, Hotel Santin, Coldiretti di Pordenone, @TTosoni Formaggi, Friulovest banca, Azienda Vicentini Orgnani ➤ In collaborazione con il Conservatorio J. Tomadini Di Udine, Paff! Palazzo Arti Fumetto Friuli, Scuola di Musica di Pordenone, Accademia Pianistica Antonio Ricci, Mercato Coperto Spazio Campagna Amica di Pordenone, Val Tramontina · scopri · vivi · ama, Lis Aganis - Ecomuseo Regionale delle Dolomiti Friulane , Pordenone with Love, Associazione Antica Pieve d'Asio

ARTE IN PALAZZO ROBERTO DA CEVRAJA

Galleria Celso e Giovanni Costantini Castions, Italia

ROBERTO DA CEVRAJA SI RACCONTA Il protagonista della decima edizione di Arte in Palazzo è un Artista particolarmente eclettico, di una creatività inesauribile che ci mostra una forma d’arte che sicuramente non passa inosservata: Roberto da Cevraja. Figlio della nostra terra, intuibile facilmente dal suo nome d’arte, ha raccolto quella vivacità culturale che contraddistingue il nostro territorio. In friulano si dice “Nol sta mai fer” - “Non sta mai fermo”, infatti tra pittura, poesia e pubblicazioni le idee non gli mancano mai. Roberto è anche un fiero alpino e più precisamente della 69^ Compagnia dell’11° Reggimento del ‘69 e in molte occasioni ha coniugato l’amore per la penne nere e l’arte. In pochi forse sanno che è stato il creatore del manifesto della 64^ Adunata Nazionale degli Alpini a Genova, con un omaggio ai caduti e ai valori della leva, divenendo autentico interprete del significato di quell’adunata. Vi aspettiamo giovedì 10 novembre 2022, ore 20.30 Galleria Civica d'Arte “Celso e Giovanni Costantini"

CONTEMPORARY ART EXHIBITION

Museum Hotel Budapest Trefort utca 2, Budapest, Ungheria

La prossima settimana, doppio appuntamento in Ungheria. A Budapest saremo presenti ad Art Market Budapest e nel contempo grazie alla Fondazione Giovanni Santin Onlus saremo in mostra alla Museum Gallery.

UNA VITA FRA LE RIGHE – ALDA MERINI E FEDERICO TAVAN

MUST (Museo Storico Città di Lecce) Via Degli Ammirati, 11, Lecce, Lecce, Italia

Una mostra su Alda Merini e Federico Tavan nata dalla sensibilità di Rosanna Baldari e Fabio Ferretti De Virgilio.Da non perdereIn mostra sino al 2 dicembre 2022OFF Gallery | Must Lecce

GIORGIO CELIBERTI

Galleria Celso e Giovanni Costantini Castions, Italia

La Fondazione Giovanni Santin Onlus promuove l’incontro con uno dei grandi Maestri del Contemporaneo: Giorgio Celiberti.

IN OGNI SGUARDO

Galleria Celso e Giovanni Costantini Castions, Italia

Il Natale si avvicina e con esso due splendide mostre con il patrocinio del Fondazione Giovanni Santin Onlus IN OGNI SGUARDO   domenica 11 dicembre 2022, ore 11.00 Galleria Civica d'Arte Celso e Giovanni Costantini Piazza Indipendenza, 2 - Castions di Zoppola Presentazione di Maria Balliana Intervento critico di Alessandra Santin Contestualmente inaugurazione della mostra Natività e Presepi nell'ambito del Giro Presepi Friuli Venezia Giulia 2022-2023 Le mostre saranno visitabili dall’11 dicembre 2022 al 15 gennaio 2023 nelle giornate di sabato e domenica dalle ore 15.00 alle 19.00 (chiuso il 25 dicembre 2022 e il 1° gennaio 2023)

UNA NOVELLA PER RICORDARE

Birrificio Di Naon Via Gabelli 12/A, Porcia, Pordenone, Italia

https://pordenoneoggi.it/pordenone/una-novella-per-ricordare-di-fabio-ferretti-virgilis/  

ALBERTO MAGRI – IL DISEGNO È LA MIA VOCE

Palazzo Gregoris Corso Vittorio Emanuele II, Pordenone, Italia

«I disegni sono per Alberto Magri una forma di espressione spontanea, che si distende sulla carta con la medesima naturalezza con cui altri dicono parole. Se questi disegni hanno finora dato vita a dei libri è perché raccontano storie, e i fogli che le compongono han bisogno di essere tenuti assieme… da una rilegatura o, come accade ora, nello spazio di una mostra. Sulle nere pagine, accostate alle pareti, si succedono così le figure a suo tempo confluite dei diversi volumi realizzati da Alberto, come Menocchio (2016), Quella giungla del mio giardino (2018), La casa del Pordenone (2019), Tethyshadros (2021). Sono disegni compiuti, ma anche studi, appunti e abbozzi, che restituiscono la dimensione di un lavoro in cui l’immagine si assesta per gradi, trovando nella pur contenuta durata della riflessione grafica la propria stabilità. Lo stesso vale, a maggior ragione, per le opere pittoriche di Alberto Magri che completano l’esposizione, nelle quali l’orizzonte dell’artista si apre alla dimensione sacra e alle problematiche sociali.» Fulvio Dell’Agnese La Mostra - ingresso libero - è curata da Fulvio Dell’Agnese (che si è occupato anche del catalogo edito Editrice Al Segno) sarà inaugurata il 4 marzo, alle ore 18.00, e visitabile fino al 7 aprile nelle sale espositive di Palazzo Gregoris a Pordenone, sede della Società Operaia di Mutuo Soccorso e Istruzione. L’evento è patrocinato del Comune di Pordenone e in collaborazione con alcuni enti culturali locali. «Ho un grande dono, e lo voglio condividere.» spiega lo stesso Magri: «La mia idea è di proporre una mostra di puro “divertimento visivo”, con degli incontri, per avvicinare soprattutto i giovani all’Arte, in particolar modo le Scuole. Far conoscere la bellezza che ci circonda, attraverso l’espressione artistica del “disegno”. Grazie alla sua capacità di distrarre, divertire, ispirare, affascinare e far viaggiare con “gli occhi e con la mente”.» È possibile prenotare il Catalogo e le visite guidate con l’autore scrivendo a: albertomagri.art@gmail.com.

IL SOGNO DELLA REALTA’

Villa Frova Piazza San Marco 3, Caneva PN, Italia

https://www.pordenonetoday.it/eventi/sogno-realta-lorenzo-vale-marco-petean.htmlhttps://service.exibart.com/comunicati-stampa/il-sogno-della-realta/https://www.imagazine.it/eventi/43921

FERMA LA VIOLENZA

Galleria d'Arte Hotel Santin Via delle Grazie 9, Pordenone, Italia

In un mondo ideale la lotta contro la violenza maschile sulla donna non dovrebbe esistere, ma il fenomeno continua ad essere di drammatica attualità modificandosi con il mutare dei costumi. Oggi più che mai è necessario che tutte le donne, come quelle fotografate da Renzo Daneluzzi per questa mostra, si uniscano per creare uno scudo contro la violenza degli uomini che usano l’amore o la paura come pretesto per sentirsi forti. Fermare la violenza è un’utopia? Vogliamo credere che tutti insieme, donne e uomini, lo si possa e lo si debba fare perché, come disse, nel lontano 1993, l’allora Segretario Generale delle Nazioni Unite Kofi Annan “La violenza contro le donne è forse la più vergognosa violazione dei diritti umani. E forse è la più diffusa. Non conosce confini geografici, culturali o di stato sociale. Finché continuerà, non potremo pretendere di realizzare un vero progresso verso l’eguaglianza, lo sviluppo e la pace”. A seguire ci sarà una degustazione emozionale con Prosecco rosé, Cantina Principi di Porcia, a cura di Maria Teresa Gasparet di Sorsi e Percorsi. La mostra Ferma la violenza sarà visitabile fino al 5 dicembre nella galleria Giovanni Santin dove è allestita la mostra Segni quasi persi di Gianni Pasotti, visitabile fino al 6 gennaio 2024. Renzo Daneluzzi ha iniziato la sua attività di fotografo nei primi anni 80 e ha conseguito significativi premi in Italia e all’estero: hanno parlato dei suoi lavori e pubblicato le sue opere sia la stampa regionale che numerose riviste nazionali. Franca Benvenuti    

RETROSPECTRUM

Galleria Celso e Giovanni Costantini Castions, Italia

DUILIO JUS   Retrospectrum La stagione più vera e feconda Opere della collezione privata della famiglia Jus di Alessandra Santin   Duilio Jus è indubbiamente un’icona dell’arte friulana del Novecento. Con il suo modo di comporre segni, masse, forme e colori, elementi visivi e tecniche di ricerca personali ha fornito un contributo innovativo alla storia culturale e all’arte di questo nostro territorio friulano. Per certi aspetti defilato e marginale, esso ha contribuito in modo sostanziale all’affermarsi del neorealismo italiano e al dibattito che si è sviluppato intorno alla valorizzazione della tradizione contadina, riscoprendone gli aspetti più significativi e allargando le possibilità di quello che l’arte popolare poteva diventare. Ispirato da diverse fonti culturali come la storia dell’arte, la poesia, la letteratura e gli aspetti della vita sociale contemporanea, rapportati agli eventi personali e familiari, Duilio Jus ha prodotto nel corso degli anni alcune sculture e un’ampia serie di lavori su carta, tavola e tela che oggi costituiscono un archivio d’opere visivo e personale, di  proprietà della famiglia Jus. Ricca e di notevole profondità e varietà, questa raccolta testimonia la rilevanza della sua ricerca d’artista, e costituisce il corpus della mostra Retrospectrum curata da Stefano Jus, che l’assessorato alla Cultura del Comune di Zoppola e l’associazione???ha voluto realizzare negli spazi della Galleria D’arte ???Costantini di Castions. La vitalità culturale di questo artista, alimentata da un’inesauribile creatività, ha superato i confini locali e ha avuto riscontri a livello nazionale e internazionale. Si ricordano, solo per farne esempio, le esposizioni in Francia, Australia e in Canada e i numerosi premi ai concorsi e alle ex-tempore che caratterizzavano la vita culturale dal dopoguerra agli anni ottanta/novanta. Retrospectrum è un’esposizione particolare, proprio perché espone parte di un archivio dettato dal desiderio dell’artista e della sua famiglia di mantenere a sé e di proteggere molti schizzi preparatori, alcuni appunti visivi esistenziali, i bozzetti e le diverse opere selezionate, compiute e preziose in cui affiora prepotentemente la persistenza di quegli elementi significativi che qualificano l’eccezionalità del suo operato.  Esso scandisce inevitabilmente anche gli eventi della vita personale e familiare di Duilio Jus. Tutte le opere si rivelano come testimonianze della sua produzione raccolta, già si diceva, come fosse l’espressione di un diario intimo, esistenziale, guidato dal desiderio di non disperdere istanti di vita, tradotti nel tempo presente in visioni rivolte a pochi intimi, o realizzate addirittura solo per se stessi e salvate in quello spazio esclusivo della memoria storica che rivela quali sono, alla fine dei conti, i momenti più importanti della vita, nella sua stagione più vera e feconda. La morte prematura e inattesa dell’artista cristallizza questo patrimonio che nel tempo i familiari hanno riordinato, arricchito e salvaguardato. All’interno dell’atelier del figlio Stefano e a casa della moglie Annamaria, con le modalità necessarie alla riservatezza, mi vengono mostrate le cartelle archiviate, suddivise sia cronologicamente che per tecniche e materiali utilizzati. I gesti, nelle luce serale, lasciano affiorare il sentimento di apertura di un mondo fino a poco tempo prima custodito gelosamente. Leggendo le carte svelate a ritmo lento, ho avvertito prepotente la sensazione di violare un’intimità domestica e  contemporaneamente l’onore della fiducia in me riposta; infine mi è parsa preziosa la generosa disponibilità a condividere la dimensione più privata dell’artista anche con la comunità di appartenenza e con il mondo esterno. Nell’esposizione Retrospectrum l’operato cessa di essere individuale e privato e si trasforma in bene di tutti, ricchezza sociale necessaria alla crescita comune anche delle nuove generazioni. Le opere, come logos visivo non più solo interpersonale-familiare, prendono la parola e si raccontano. Attraverso un vero e proprio lessico d’arte si lasciano leggere da tutti noi, che le guardiamo attentamente, consapevoli del privilegio e grati del gesto. I temi presenti sottolineano il bisogno di Duilio Jus di tornare su alcuni luoghi, di accogliere in essi, quasi come figure superstiti, gli oggetti e gli uomini del suo presente o del passato prossimo friulano: i muri di sassi, gli strumenti dei lavori nei campi, i cesti, le mani nodose e dolenti dei contadini , le schiene curve per le fatiche degli anni, le pause nell’andare delle stagioni. I silenzi più eloquenti di questa umanità sorpassata dal presente industrializzato e tecnologico, fanno di queste opere i testimoni di valori che reclamano il diritto della memoria. Fantasmi di un ieri portatore di tragici eventi, esse rivelano la necessità di percorrere anche nuove vie, di accogliere spazi che valorizzano il vuoto, di accettare le astrazioni poetiche necessarie ad un futuro carico di speranze, che non possono e non devono essere del tutto infondate. Si incontrano negli spazi domestici delle diverse opere i figli Stefano, Pierpaolo ed Elena, la bella moglie in dolce attesa: essi sono rappresentati attraverso vere e proprie luci quasi informali, dati per accenno su colori pastosi e inediti, come le stagioni si rivelano sospesi tra realismo ed astrazione. Le attese di nuovi raccolti, i gesti incisi col fondo del pennello su materie pastose contro cieli liquidi e trasparenze aeree tornano, insieme  ai riti ormai impermanenti, alle pulsazioni della vita futura, all’enigmatico divenire. E poi si legge l’amore, le nascite, gli incontri di parenti e amici; gli ambienti accennati e spogli, quasi sempre gli stessi; le vie lungo le case di paese; il sanatorio e le sedie accanto ai portali; il poco e il vuoto dei luoghi più amati e già scomparsi; le atmosfere maggiormente presenti, determinate ad ispirarlo. La mostra raccoglie almeno trent’anni di attività in un percorso articolato in sezioni che restituiscono, certo non interamente, il mondo dell’arte visiva di Duilio Jus, uomo e artista. Al contempo esse consentono di entrare in contatto con la realtà di un tempo storico carico di passaggi e cambiamenti, testimonianze della natura poliedrica della seconda metà del Novecento e delle sue creazioni e contraddizioni. Come accade con i soggetti delle sue opere, anche le tecniche subiscono continue inevitabili trasformazioni, dal naturalismo all’astrazione; dai primi disegni ai monotipi e alle chine liquide e vibranti; dalle tempere realistiche alle composizioni ponderate degli olii, su cui dominano grovigli e rovi. I primi lavori accademici si rapportano ai ritratti a matita

DAL LATO DELL’IMMAGINARIO

Scala Contarini del Bovolo Scala Contarini del Bovolo, 4303, Venezia, Italia

Venezia Palazzo Contarini del Bovolo 1 aprile 2023 ore 11.30 *Per l’entrata gratuita su invito è necessaria la prenotazione.* … La dimensione visiva della ricerca di *Luigi Manciocco*, nel farsi pratica poetica … spazia dal finito quasi luminoso dell’oggi all’ombra dell’in-finito. Ad occhi socchiusi l’artista insegue api d’oro, sorvola le nascite e sconfina  oltre la vita. Gli dei gioiscono. Gli uomini anche, almeno per un poco, il tempo perfetto dell’immaginario contemporaneo. Il luogo da cui partire _Alessandra Santin_ https://www.e20veneto.it/eventi_veneto/venezia-mostra-dal-lato-dellimmaginario-personale-di-luigi-manciocco-a-palazzo-contarini-del-bovolo/ https://www.nellanotizia.net/scheda_it_126724_Dal-lato-dell%E2%80%99immaginario-di-Luigi-Manciocco_1.html https://www.informazione.it/c/7A532794-319B-40A2-AC33-487C2FE8A84C/Dal-lato-dell-immaginario-di-Luigi-Manciocco http://www.arteit.it/Pages/Events/Mostre.aspx?mode=scheda&id=2622 https://fai.informazione.it/6BCC03B8-63C3-4D1D-92EB-BD03E051BA86/Dal-lato-dell-immaginario-di-Luigi-Manciocco https://www.liquidarte.it/dal-lato-dell-immaginario-di-luigi-manciocco.html https://www.artribune.com/mostre-evento-arte/luigi-manciocco-dal-lato-dellimmaginario/

ALTRE FORME DI VALTER TREVISIOL

Castello di San Vito al Tagliamento Via Marconi, 13, San Vito al Tagliamento, Italia

ALTRE FORME di Valter Trevisiol Nell’ambito degli eventi di Ribolla Gialla Wine Festival, sabato 3 giugno, alle ore 11.30 nel prestigioso spazio museale del Castello di San Vito al Tagliamento si inaugurerà la mostra d’arte contemporanea ALTRE FORME dello stilista e artista pordenonese Valter Trevisiol. La mostra, realizzata da Sorsi e Percorsi con la curatela di Franca Benvenuti, ha il patrocinio del Comune di San Vito al Tagliamento e della Fondazione Giovanni Santin ONLUS per il contemporaneo. Durante  l’inaugurazione, la sommelier Maria Teresa Gasparet accompagnerà il pubblico nella visita della mostra in un percorso emozionale tra vino e arte. Orari apertura mostra 3-4 giugno, 10.00-22.00 10-11 giugno, 10.00-19.00 Franca Benvenuti

ARIE DI MONTAGNA

Chiesa di San Pietro Via Travesio, Spilimbergo, Italia

Primo evento di European Blanc Festival, sabato 1° luglio “Arie di montagna” a Travesio nella Chiesa di San Pietro, alle 20:30. Musiche sulla Natura e sulla vita nelle malghe. Un concerto dedicato all'aria che respiriamo tradotta in arie musicali. Un suggestivo inizio con il Coro 'Peresson' di Arta Terme e 'Zahre' di Sauris. Dirige Mario De Colle. Al pianoforte Bruno Cossetti. Il coro Giuseppe Peresson, nato nel 1964, ha un repertorio di canti popolari di tradizione orale raccolti ed elaborati da De Colle, villotte friulane e brani di autori italiani e stranieri. Alla XXVII^ edizione di Corovivo “Confronti corali del Friuli Venezia Giulia”, ha ottenuto un premio speciale assegnato dalla Commissione Artistica per il contributo al rinnovamento e allo sviluppo della cultura musicale regionale. Direttore del coro per ininterrotto 58 anni, il maestro Arnaldo De Colle, nel marzo 2022, ha passato la mano all’attuale direttore, Mario De Colle. Il Coro Zahre è nato nel Natale del 1974. È stato artefice del recupero del patrimonio musicale tradizionale con la riproposizione dei Canti della Stella (Stearnliedlan), in tedesco antico, italiano e latino, e di alcuni brani popolari in lingua locale. Nel tempo, il repertorio si è arricchito di villotte friulane e canti polifonici sacri e profani del repertorio nazionale ed internazionale, grazie ai quali il coro ha partecipato a numerose rassegne corali in regione e a concerti in altre regioni italiane e all’estero. Il Maestro Bruno Cossetti intraprende lo studio delle tastiere a sette anni, poi si innamora del pianoforte: conosce Glauco Venier e ne segue per diversi anni i corsi di pianoforte jazz, con un notevole arricchimento sul piano armonico e dell’arrangiamento pianistico. Effettua concerti come solista, in formazioni da camera e con l’orchestra giovanile “Luigi Dalla Piccola” diretta da Mariko Masuda. Collabora con musicisti e gruppi musicali, con i quali ha già effettuato diverse incisioni. È docente di pianoforte presso il Liceo musicale “Caterina Percoto” di Udine. Il timp dal fen e da la vacja Domenica 2 luglio alle 17:30 nella Sala Polifunzionale di Travesio sarà possibile immergersi ne “Il timp dal fen e da la vacja”, titolo del libro curato da Gianni Colledani, storico e docente di italiano e lingua friulana, che dialogherà con la giornalista Martina Delpiccolo. Racconti ed aneddoti di un antico mondo agricolo-pastorale dove l’uomo coesisteva con le piante e gli animali e le latterie costituivano un centro sociale fondamentale di ritrovo per le comunità. All’incontro parteciperà Julia Artico, artista che utilizza il fieno per la realizzazione delle sue sculture ad impatto 0 e che da anni si batte per la tutela delle api, e il musicista e compositore Riccardo Pes che suonerà per l’occasione il violoncello di fieno. http://www.blancfestival.org/107---arie-di-montagna.html?utm_source=facebook&utm_medium=social&utm_campaign=post&fbclid=IwAR2Em2VyaPjNppm_0Z8jlB75oYDGbJv0CMBjOiWhyKVg_sozlegQ2zFZfgk_aem_th_AYdsawqAKqDmKDu2us6e_Dc-HYzkvMoYvtTnbi3uAR1qD5_S5CkR2mTgiqWDwPJ13No

ACQUA, MUSICA E MAGIA

Sito UNESCO Palafitticolo di Palù di Livenza Caneva, Pordenone

Vivi l'emozione della musica classica all'alba in un luogo unico. Non perdere "Acqua, Musica e Magia", un concerto ispirato all'acqua e alle storie di magia della tradizione popolare. Con Silvia Celadin, soprano, e Pierluigi Piran, pianoforte. Domenica 16 luglio 2023 ore 06:30 Caneva e Polcenigo, Sito UNESCO Palafitticolo di Palù di Livenza Ingresso libero con prenotazione consigliata SMS o WhatsApp al 347 3254999 o via email a blanceuropeanfestival@gmail.com Silvia Celadin è una soprano di talento che ha iniziato gli studi musicali di pianoforte e successivamente proseguito lo studio del canto presso il Conservatorio «C. Pollini» di Padova. Si esibisce regolarmente come solista in Italia e all'estero. Pierluigi Piran, diplomato con il massimo dei voti e la lode presso il Conservatorio di Venezia, è un pianista di fama internazionale, che ha vinto numerosi concorsi nazionali ed internazionali e si esibisce in importanti sale italiane e all'estero. Il sito Palafitticolo di Palù di Livenza è sicuramente uno tra i più interessanti siti palafitticoli neolitici dell'Italia settentrionale e dal 2011 è stato iscritto nella lista del Patrimonio Mondiale dell'UNESCO. Per maggiori informazioni visita il sito: https://bit.ly/3NO7XHL BLANC EUROPEAN FESTIVAL 2023 Arte, Sostenibilità e Territorio. 13 eventi multi-art, ispirati alle tematiche della Sostenibilità e al Territorio, in diversi luoghi magici del Friuli-Venezia Giulia dall'1 luglio - 8 agosto 2023. Scopri il programma completo del Festival su www.blancfestival.org

Segni quasi persi

Galleria d'Arte Hotel Santin Via delle Grazie 9, Pordenone, Italia

Deàk Ilona

Museum Hotel Budapest Trefort utca 2, Budapest, Ungheria

GYÒZÒ BIHON

Museum Hotel Budapest Trefort utca 2, Budapest, Ungheria

IL BRUCIA

Castello di San Vito al Tagliamento Via Marconi, 13, San Vito al Tagliamento, Italia

IL BRUCIA RITRATTO DI UN FUORICLASSE OPERE INEDITE 1978 - 2006 RETROSPETTIVA 2023 DAL 04 AL 26 NOVEMBRE 2023 Castello di San Vito al Tagliamento Via Marconi, 13 APERTO SABATO E DOMENICA dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 19.00 Per Info e visite guidate PUNTO IAT - 0434-843030

È QUESTIONE DI SPAZIO

Melarias Contemporanea Via Girardini 20, Udine, Italia

Maurizio Ciancia e la sua visione dello spazio. Una mostra consigliata spazio /spà·zio/ Sostantivo polisenso che designa un’estensione compresa tra due o più punti di riferimento. Può essere differentemente interpretato a seconda che lo si osservi dal punto di vista filosofico, intimo, psicologico, geometrico, fisico, astronomico, geografico, architettonico, artistico, astronautico e industriale. È questione di Spazio Maurizio Ciancia

Ludvig Zoltán

Museum Hotel Budapest Trefort utca 2, Budapest, Ungheria

Entra nell’affascinante mondo di Ludvig Zoltán alla nostra esclusiva mostra. Scopri il suo stile unico e lasciati trasportare dalle emozioni evocate attraverso le sue eccezionali opere d’arte. Ad inaugurare la mostra saranno: Dr. Feledy Balázs scrittore d’arte Maria R. Turk curatore ungherese della fondazione

Emlékezés

Museum Hotel Budapest Trefort utca 2, Budapest, Ungheria

DONNE PROTAGONISTE 2024

Casello di Guardia Via Antonio De Pellegrini, Porcia, Italia

Inaugurazione sabato 24 febbraio alle ore 11.00 a cura di Franca Benvenuti - Visual Art a cura di Alessandra Santin   Visualizza Locandina

Contrapposizioni

Villa Frova Piazza San Marco 3, Caneva PN, Italia

INAUGURAZIONE MOSTRA 25 Febbraio ore 11:00 Presentazione e intervento critico di Alessandra Santin Progetto e allestimento a cura di Giovanna Carlot. La mostra sarà visibile nei seguenti orari: SABATO 15:00-18:00 DOMENICA 10:00-12:00 15:00-18:00 Durante la settimana contattare la biblioteca comunale  allo 0434 797482

VERDARTE OUT-SIDE A CAORLE

Centro Storico Caorle , Italia

Caorle Inaugurazione Verdarte a cura di Mila Marzotto grazie agli artisti che hanno realizzato l’Installazione; al Comune e alla Pro Loco di Caorle e a Lorena Blarasin del Comune di Porcia al Lions di Caorle e al Lions Pordenone Naonis di Pordenone  

MASSIMILIANA SONEGO “DIARIO INTERIORE”

Galleria d'Arte Hotel Santin Via delle Grazie 9, Pordenone, Italia

https://pordenoneoggi.it/pordenone/diario-interiore-mostra-sonego-si-inaugura-il-31-al-santin/

“Manifestazioni di pace”

Sabato 15 Giugno alle ore 15:00 si inaugurerà la Mostra “Manifestazioni di pace” - “Galleria d’Arte Civica Celso e Giovanni Costantini” - Castions di Zoppola(PN). Intervento critico di Alessandra Santin.  

BLANC EUROPEAN FESTIVAL 2024 – Arte e Natura

Gentilissimi Sostenitori del Blanc European Festival, Ci stiamo preparando al lancio della nuova edizione che comincerà con un ospite eccezionale a Tramonti di Sopra, sabato prossimo 20 Luglio alle ore 17:30. Il Blanc European Festival propone performance multi-art, in luoghi convenzionali e non, coinvolgendo artisti di fama nazionale ed internazionale.    Le performance di quest’anno si svilupperanno intorno al tema del rapporto uomo-natura e al colore Bianco, archetipo e simbolo di luce e gioia.   Come sapete, il Blanc European Festival nasce nel 2019 con l’intento di portare all’interno delle latterie friulane performance multi-art ispirate al Latte e al colore Bianco. Dal 2021 il festival decide di dedicare i suoi eventi in maniera più specifica allo  Sviluppo Sostenibile. Il festival si fa pioniere della riscoperta di alcuni tesori storico-naturalistici del territorio, in chiave performativa. Nel 2023 ha realizzato il primo concerto in assoluto all’interno della galleria della Vecchia strada della Valcellina, all’altezza del Ponte Antoi a Barcis. —— Se avete piacere di condividere la nuova edizione, vi allego la copertina di quest’anno e il sito rinnovato https://www.blanceuropeanfestival.it Abbiamo anche i canali social molto attivi: Instagram —> blanceuropean_festival Facebook —> AssociazioneCulturaleBlanc   Per il materiale grafico, abbiamo creato un link drive dedicato https://drive.google.com/drive/folders/1Ur7_5dQoPkHVo2jWYN3g0q1jnCUZyPiK?usp=share_link   ——   RingraziandoVi per il supporto rinnovato alla nostra iniziativa, Vi aspettiamo ai nostri eventi e mando a ciascuno un sentito ringraziamento. Riccardo Pes

REDUKCIO’

Museum Hotel Budapest Trefort utca 2, Budapest, Ungheria

 

MU-TEREM

Museum Hotel Budapest Trefort utca 2, Budapest, Ungheria

GUTI J. SOMA

Museum Hotel Budapest Trefort utca 2, Budapest, Ungheria

IN / CERTI DEI

Ex convento di San Francesco Pordenone, Italy

cartolina_A6 IN/CERTI DEI di Fabio Ferretti De Virgilis. Certi Dei appartengono alle tenebre e alla luce, certi alle profonditá, certi inseguono i venti e rispondono alle preghiere, soddisfano le richieste di protezione, esaudiscono i desideri. Sono assoluti, infiniti, onnipotenti. Poi ci sono gli dei in/certi. Per lo più sono statici. Nel dubbio evitano i bivi, le salite tortuose, i confini. Amano le grandi città e i deserti. Attendono. Alcuni mostrano impazienza, altri hanno sguardi interrogativi e si stupiscono dell’incontro. Gli dei in/certi siedono su troni spodestati, evitano il centro delle questioni. Sono periferici. Tacciono o si esprimono per enigmi; compiono piccoli gesti. Hanno occhi tondi e fronti alte. Sono di nessuno e per tutti. Non sembra sentano. Fabio Ferretti De Virgilis si sottrae al loro silenzio, insiste a ritrarli assorti e plateali. Tra loro le differenze sono minimali, osservandoli attentamente si colgono impercettibili alterazioni di stati d’animo. In/certi dei l’artista si sofferma con ostinazione, indaga il loro volto piatto e neutrale, si concentra sui copricapo: percorre aureole luminose, allunga corna sottili e arrotonda turbanti. A volte li incorona con fragili ghirlande provvisorie. Tutto ubbidisce a funzioni misteriose che soddisfano bisogni d’infanzia: allontanare i vuoti, inventare giochi proibiti, ignorare il futuro, difendere spazi esclusivi, godere il presente. Gli dei in/certi di Fabio Ferretti De Virgelis non sempre fanno un buon lavoro, ma si impegnano e all’artista tanto basta. Sono disponibili e presenti. Bianchi, leggeri, numerosi. Sono piccoli e si lasciano riprodurre accogliendo dubbi, errori e indugi. La linea sottile delle loro labbra si inarca leggermente quando sorridono. A cosa pensano? Intorno a loro risplende l’energia vitale che assolve dalle colpe, protegge dai rimorsi, avvalora i ricordi più lontani. Questi dei in/certi popolano l’olimpo terreno vicino a Fabio Ferretti De Virgilis in cui fluisce il tempo breve degli animali e quello eterno delle pietre; in cui si avverte il ritmo delle correnti e il canto delle sirene. Gli dei in/certi di Fabio Ferretti De Virgilis conservano gli spartiti musicali, le sacre leggi, l’oro delle matrici, l’impronta dei figli, la voce degli avi. Sono necessari, imprudenti, plurali. Non hanno nomi ma sono capaci di reagire all’eco, interpretano gli sguardi e i gesti, conoscono i sogni. Non dormono mai, in/certi se l’istante adatto è ora o tra poco. Sanno che non é ancora tempo? Temono che non lo sarà mai? Gli dei in/certi mantengono i segreti. Nella loro fragile presenza gli dei in/certi amano le incertezze che solo la poesia sa avvicinare. Alessandra Santin

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