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AESSENZA
19 Aprile, 2019
CLAUDIO CARRIERI A/Essenza
Campo S. Maurizio
Venezia
Violare la bellezza distruggendo un’opera d’arte è una provocazione che evoca i drammi di questi nostri tempi: le miserie onnipresenti, le catastrofi naturali ed ecologiche, le terribili migrazioni, le violenze cieche e apparentemente incomprensibili, le superficialità e le ignoranze…
Il caso della decapitazione di Khaled al Asaad ad opera dell’Isis a Palmira nel 2015, in seguito al rifiuto di rivelare dove fossero nascosti i tesori artistici della città, è uno di questi eventi che lasciano la coscienza incapace di placare il tormento di una ferita inguaribile, di un interrogativo che si rinnova continuamente come un ineludibile enigma. Quando l’uomo sprofonda nella crudeltà e nell’odio si possono raggiungere abissi senza fondo, ma la bellezza della ricerca poetica si situa sempre dalla parte di una verità che non teme di fare i conti con ogni aspetto della realtà contemporanea. La lettura di questi tragici eventi ha suggerito all’artista Claudio Carrieri una performance che concepisce la necessità di esprimere l’importanza delle azioni che, per contro, salvano l’arte proprio denunciando lo scandalo di ogni forma di violenza sulla persona e sulla Storia, sulle manifestazioni dell’arte e della poesia e dunque sulla libertà.
Una grande scultura di ceramica dell’artista Claudio Carrieri sarà frantumata di fronte a Palazzo Zaguri in Campo San Maurizio a Venezia, da alcune persone mascherate, prive di identità e dignità; altri interverranno per salvare e rendere preziosi ed autosignificanti i singoli frammenti prodotti dal gesto di inaudita forza e violenza. Ciascuno elemento, parte per il tutto, essenza della forma ormai assente, verrà impreziosito dall’oro e autografato dall’artista stesso. Ciascuno frammento, curato da mani consapevoli e amanti, sconfiggerà l’atto violento, svelerà l’oscenità del gesto distruttivo.
Le parti per il tutto, simboli del diritto alla libera creazione si dirigeranno come testimoni preziosi in case, musei, luoghi espositivi differenti. Chiunque potrà prenderne uno e destinarlo ad un percorso e un tempo nuovo, tutto rivolto ad un futuro luminoso, possibile, creativo perché umano. In cambio si potrà fare una donazione che andrà interamente a sostenere la Missione archeologica italiana dell’Università di Udine, condotta dal prof. Daniele Morandi Bonacossi, archeologo che opera nel Kurdistan iracheno.
Non sarà, così, la bellezza dell’intero a venire meno, ad essere cancellata, se la dimensione concettuale dell’atto creativo rientrerà consapevolmente nelle nostre coscienze, prima che nel panorama visivo di tutti noi.
Cancellare sarà impossibile finchè ci sarà chi si interfaccia e condanna quanto accade, se ci sarà chi abita in una dimensione dell’umano che non concepisce confini geografici o temporali. Il finito dell’opera d’arte si trasformerà nell’in-finito dei frammenti che avranno destini trasversali, complessi, esponenziali, fecondi.
Già Robert Rauschenberg aveva agito poeticamente cancellando un disegno di de Kooning nel 1953. Quella tela oggi esposta al museo di arte moderna di San Francisco (SFMOMA) è un monito silenzioso, un urlo muto, un pensiero vivente che scardina ogni certezza su ciò che è e che è stato. Resta il fatto straordinario del gesto della cancellazione esposta che produce senso per sempre.
Alessandra Santin
Fondazione Giovanni Santin Onlus